mercoledì 2 novembre 2011

Lorenzo Mattotti















A Francoforte ho sfogliato Les aventures de Huckleberry Finn allo stand Gallimard, mentre le editor e le responsabili dei diritti, amiche di lunga data, mi stavano intorno e tutte in coro: -Bello!- Non si può dire che sia brutto, Mattotti è Mattotti, anche riciclato e colorato. Ma perchè mi ha preso una sorta di malinconia e di distanza che sempre più mi assale nei confronti delle opere che sento poco “autentiche”? I miei amori del passato (mi sono laureata nel 1981 con una tesi su Wim Wenders) sono diventati abbastanza slick, penso a Scorsese che per sperimentare il 3D rende omaggio ad un'opera molto sopravvalutata, figlia di questo presente abbastanza insulso. Ritornando a Lorenzo, nel 1985, dopo aver ridisegnato Giannino Stoppani, produsse per una nostra mostra due tavole per Pinocchio che restano di una potenza senza uguali, se paragonate a tutte le altre create poi per il libro che l'editore francese Albin Michel gli commissionò. Il suo Pinocchio non raggiunse l'apice di quelle due tavole eseguite senza il peso di un lavoro, libere dalla tirannia delle pagine da riempire. Lorenzo ha sempre amato il fumetto, ha contribuito a rinnovarne il linguaggio, ma rivedendolo ora, risfogliando anche il Pinocchio einaudiano, penso che il pittore che si cela in ogni tavola, dovrebbe trovare la forza di uscire fuori e di segnare la storia della pittura italiana.

Aspetto il ritorno al figurativo da anni, vado in giro a vedere i nostri capolavori. L'ultimo colpo al cuore, un cavallo affrescato da Francesco Barbieri, detto Il Guercino. La collana “L'occhio tattile” che ho curato per Motta Junior, non ha avuto buon esito. Ho amato Domenico Gnoli e ho provato a fare un libro per ragazzi senza risultato, nonostante un giovane di talento avesse scritto una buona storia, ma la messa in pagina del libro non ha ottenuto il placet dell'erede. Ho aspettato una grande mostra dedicata a Guttuso nel centenario della nascita (26 dicembre 1911), annunciata dai siciliani con conferenza stampa a Milano, non realizzata. Ha ben ragione Marc Fumaroli, noi potremmo riprendere a pensare a partire dalla nostra storia dell'arte. Le seicento pagine dedicate ad un viaggio nelle arti e nelle immagini del grande storico e critico francese, pubblicate nel 2009 da Fayard, ci hanno accompagnate in questo biennio; ora sono pronte in italiano, buona lettura.
Grazia Gotti

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