Alcuni mesi fa, durante un’esercitazione con i miei studenti all’ISIA di Urbino, mi è stata sottoposta un' illustrazione davvero singolare titolata Mistaken Identity, che portava la firma di Ken Wong, artista australiano, virtuoso del digitale. Un’immagine bellissima diventata la copertina di Out of my mind, il libro scritto da Sharon M. Draper, ora in catalogo per Feltrinelli, con il titolo Melody.
Non può fare nulla, è totalmente dipendente dagli altri, perché il suo handicap la tiene imprigionata in una armatura solida e inespugnabile.
Ma Melody sente, capisce, conosce, prova sentimenti, fotografa con i suoi occhi la vita che le si muove attorno. E spinge per trovare il punto debole dell’armatura.
Non è un libro sulla disabilità, è un libro in cui la disabilità diventa il cardine narrativo per dichiarare che la differenza non è una sottrazione. E’ un libro sulla Visibilità, contro l’indifferenza, è un libro sull’ascolto, sui bisogni inespressi.
E’ un libro, come afferma in un’intervista Sharon M. Draper, che vuole mettere in primo piano la persona, l’individuo, le sue peculiarità, e le relazioni. Relazioni che sono la base per rendere il mondo un luogo possibile, vivibile, umano.
Vorrei Sharon M. Draper a Bologna. Vorrei la scrittrice americana pluri-premiata, formatrice, ex insegnante, al tavolo che IBBY Italia sta preparando, un tavolo in cui la rappresentazione della disabilità è occasione per parlare di buoni libri per tutti.
Sceglieremo le sue parole anche per l’antologia che, come Cooperativa Giannino Stoppani, stiamo mettendo a punto, un’antologia che dichiara la possibilità di un altro sguardo.
Silvana Sola
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