La scorsa settimana, mentre su “La Stampa” leggevo le parole di Don Tonino Palmense, salesiano, vicario episcopale per la carità della Diocesi di Napoli e referente dell’associazione Libera, in merito alla storia tragica di Fortuna, sottolineavo con gli occhi gli elementi della sua riflessione.
Un Dio denaro da venerare, da raggiungere a tutti i costi, la mancanza di modelli positivi, il vuoto sull’istruzione, una totale assenza di formazione degli adulti, la negazione dell’infanzia come diritto
Non solo la povertà di mezzi, ma di valori, di relazioni sane, di sentimenti, di condivisione, di idea di futuro.
Una realtà che vive sospesa nel vuoto, sempre in bilico, dove le cadute sono frequenti e i paracaduti inesistenti.
Nello stesso giorno avevo tra le mani un piccolo libro, piccolo per formato e non per contenuto. Il titolo del libro, in catalogo per Nord Sud, è Il mio papà, autore Stefano Mauri , figure di Costanza Prinetti.
Un libro che racconta, con parole essenziali, due storie: da un lato un bambino al quale il padre presenta ogni giorno tutto ciò che possiede in termini di ricchezza materiale, dall’altro un bambino che condivide con il padre la vita di tutti i giorni, con lui affronta il mondo di fuori, ma anche quello degli affetti, in una convivenza serena che non nasconde realtà negative, ma le presenta nella giusta luce.
Un libro che esalta il valore del bene comune assieme all’amicizia, al rispetto, alla dignità, sempre e comunque.
Silvana Sola
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