Mi ha allietato la serata il romanzo di Elisa Castiglioni Giudici, pubblicato da Il castoro. Ho provato un piacere antico, un trasporto rinnovato per le storie piane, delicate, scritte con lingua pulita e tocco leggero. Ho visto i colori dell’India, annusato i suoi profumi e mi sono soffermata su brani che fanno riferimento al pensiero indiano, offerti al lettore attraverso la saggezza di una nonna. Poi sono rabbrividita come Leela, la giovane protagonista, nelle scarpe di tela che affondano nella neve del New England. Un romanzo di formazione molto semplice, che possono leggere le bambine all’inizio del loro apprendistato per diventare delle lettrici colte e raffinate. Fra le righe del plot, tenuto con armonia, un sottotesto sussurrato, fatto di piccole cose, rende questo testo ricco di senso. Mentre leggo con piacere mi chiedo se una lettura più avveduta della mia, la voce di un critico vero, non possa trovare questo romanzo troppo “facile”, troppo per bambini e non “per tutti”. Ecco il dichiarato intento di raccontare una storia ai ragazzi è, a mio parere, il suo grande pregio.
Forse è per questo che mi sono trovata così bene fra le pagine di questo romanzo, pagine che richiamano alla mia memoria quelle ricche di presenze femminili della Biblioteca dei miei ragazzi, edita da Salani. Anche là si conoscevano mondi lontani, si pativa per l’ingiustizia, trionfavano le idee giuste. Se di un esordio si tratta, congratulazioni vivissime! Le illustrazioni di Lucia Sforza, la cura tipografica del volume, ne accrescono la preziostà.
Grazia Gotti
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