Bruno Gibert è nato nel 1961 e dunque non è un giovane disegnatore ma un professionista di mezz'età. Ha al suo attivo un buon numero di libri, pubblica con editori importanti, ma nonostante ciò io non lo conoscevo. Capita, anche ai più informati, anche a quelli molto attenti. Ad esempio, io ho preso una cotta per Barroux e quando l’ho confessata ad un’amica francese molto preparata, conoscitrice di libri per bambini di tutto il mondo, ha domandato: - Barroux, chi? - D’altronde io lo avevo conosciuto attraverso il suo editore americano, ma è pur vero che ha pubblicato con tutti gli editori francesi.
Allora non diamoci tante arie ed accettiamo la nostra parzialità, la nostra impossibilità di sapere tutto, anzi rallegriamoci di non sapere e di avere ancora un territorio immenso da esplorare, un territorio che ci può riservare la sorpresa di nuovi incontri. Monsieur Gibert, lo scorso dicembre a Montreuil, era al tavolo per il suo turno di lavoro di dediche, in tutto simile ad un operaio alla catena, come Fassbinder che affermava di lavorare quanto un operaio tedesco. Ecco, un operaio d’altri tempi mi è parso Monsieur Gilbert e in un certo senso hanno il sapore d’altri tempi anche i suoi libri, seppur rinnovati da una forte tensione stilistica. Mi ha dedicato Le Petit Gibert illustré con i pastelli e ha disegnato un uomo-ciuco che fuma la pipa. E’ stato un po’ imbarazzante perchè non mi sono mai fatta dedicare un libro da un autore sconosciuto, ma ho capito che si trattava di un incontro importante, anche se non ci siamo scambiati una parola. Giusto merci.
Ma ora ho i suoi libri, da sfogliare, da capire, da amare. Ve li consiglio a partire proprio dal dizionario illustrato, un gioiello di intelligenza, humor e spirito ispirato dalla Settimana della bontà di Max Ernst. Da non perdere la guida su Parigi, da sfogliare con un piccolo amico di tre anni, o anche più piccolo.
Grazia Gotti
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