A Bologna nevica da due giorni.
Al bianco che cambia i connotati alla città, che ovatta i rumori, che rallenta gli spostamenti, si aggiunge il ghiaccio. Ieri in tarda serata, nella strada in cui abito, alcuni studenti siciliani, che non avevano mai visto una neve così copiosa, avevano improvvisato slittini, mentre i vigili del fuoco sbloccavano una situazione difficile. Questa mattina mentre camminavo nel silenzio ho cercato di mandare a memoria una poesia di Ada Negri che avevo studiato alle scuole elementari. Mi ricordavo solo la prima strofa. L’ho ritrovata e la condivido con voi (anche su Scintille e Piroette).
Si chiama La danza della neve:
“Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve
cade.
Danza la falda bianca
nell'ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.
In mille immote forme
sui tetti e sui camini
sui cippi e sui giardini,
dorme.
Tutto d'intorno è pace,
chiuso in un oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.”
Alla neve e al ghiaccio sono dedicate le Poesie di ghiaccio di Vivian Lamarque, in catalogo per Einaudi Ragazzi. Guardano ad un mondo gelato e mettono in pagina ricordi trentini dell’autrice. Dal libro, che affida la realizzazione delle figure al lieve e speciale segno di Alessandro Sanna, due brevi poesie:
“ Nessuna coperta
nessuna del mondo
sa ricoprire
come fa lei: la neve è la mamma
che vorrei.”
“Ghiacciati i muri
della scuola
ghiacciati i vetri
della finestra
di ghiaccio
aiuto
lei
la maestra.”
Per rimanere con le parole nel rigido inverno un invito a ritrovare post di Zazie già pubblicati:
Un bianco saluto.
Silvana Sola
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