È difficile stabilire il momento esatto in cui si diventa grandi e forse nemmeno esiste, sono le esperienze che fanno prendere consapevolezza di se stessi in quanto esseri autonomi. Per Susanne diventare grande significa accettare il fatto di non “abitare più qui”. Susanne è nel pieno dell’adolescenza, ha 15 anni e una vita che viene stravolta “grazie all’aiuto” della famiglia: i genitori divorziano, il padre ha una nuova figlia con la segretaria e la madre cerca consolazione nel latin lover Melchior, ma soprattutto Susanne e suoi due fratelli sono costretti a lasciare la loro casa. Incettabile! Si aggiungono i problemi a scuola: bocciata, Susanne si ritrova in una nuova classe a fare i conti con le ragazze cattive abituate ad essere sempre al centro dell’ attenzione e con Sulzer, bullo dal cuor tenero che sfoga il suo non essere capito in azioni poco lodevoli. L’arrivo di Carlo, vissuto fino ad allora in Italia, porta aria nuova nel cuore arrabbiato di Susanne.
Non abito più qui (edito da San Paolo) è un libro che ci immerge nel mondo degli adolescenti e l’autrice austriaca Gabi Kreslehner riesce a far assaporare al lettore i sentimenti che animano il cuore e la mente della protagonista; il legame che Susanne ha con la sua ex casa e con il suo albero delle fragole, è lo stesso che la tiene ancorata alla sua infanzia e all’idea di famiglia unita e felice. Quando questo legame si spezza anche la sua casa non può più essere un rifugio, e con questo senso di abbandono la ragazzina si perde.
“Lo capisci, Susanne-susina?”. No! Susanne non capisce quello che mamma e papà stanno facendo e pretendono da lei; poi si innamora e questo sentimento riesce a creare un distacco dalla sua vita precedente, dalla casa e da una famiglia irriconoscibile. Ed è a quel punto che riconosce se stessa e si accorge che ormai non c’è più niente da capire: le cose stanno così… e basta. Diventa “grande” e raggiunge quella fetta di indipendenza che spetta ad ogni adolescente.
Chiara Serra
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