Lo scorso anno il premio Pippi aveva organizzato un incontro sul tema “Le donne scrivono la storia”. Al tavolo, tra le altre, Daniela Morelli che, in quell’occasione, aveva anticipato il suo nuovo lavoro, un libro, ambientato sul lago Maggiore, che avrebbe raccontato gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Oggi il libro è sugli scaffali, in catalogo per Mondadori.
Nel titolo, La porta della libertà, c’è lo svelamento di una storia di confine, una storia di vita di un ragazzo che abita la parte sbagliata del lago.
Giordano, dalla sua casa, guarda la linea sottile, una rete, che lo separa dalla Svizzera. Accanto a lui la guerra, la povertà, i tedeschi, le leggi razziali, dall’altra la neutralità, la libertà e il cioccolato.
Il futuro di Giodano è stato deciso dalla madre: il seminario e la vita religiosa.
Ma l’incontro con Rachele, una ragazza dalla stella gialla con le fossette sulle guance, Radio Londra, gli uomini con le armi che la montagna protegge e il ritrovato rapporto con il padre, cambiano il suo destino.
Una storia dedicata alla memoria, alle storie vere che il romanzo fa entrare nell’universo della letteratura per ragazzi.
Daniela Morelli è capace di narrare con il rigore della documentazione e con il pathos di chi ha davvero qualcosa di importante da raccontare, sa mettere in pagina emozioni e sentimenti, in una geografia ritrovabile, utile per capire la Storia dell’Italia di oggi.
Silvana Sola
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