Erano gli anni dell’università: leggevo le fiabe con uno sguardo che mi portava ad indagare le famiglie, i bambini, gli infanticidi dichiarati o sottesi. Era il 1980 e il mio percorso antropologico mi portava negli anfratti delle storie e delle relazioni. Lessi per la prima volta Buchettino, e l’antropologia, il fiabesco si incontrarono per offrirmi un meraviglioso incanto narrativo e il mio percorso universitario avrebbe virato verso la pedagogia. Buchettino di Charles Perrault ritorna ora nella bella edizione in catalogo per Orecchio Acerbo.
Un libro che mette in pagina la voce del teatro nelle parole di Chiara Guidi, fondatrice assieme a Romeo Castellucci della Sociètas Raffaello Sanzio, uno dei più interessanti gruppi della scena internazionale. E dalle parole dello spettacolo, tra i più belli ed emozionanti della storia teatrale, esce un albo illustrato firmato, per le immagini, da Simone Massi.
Figura unica e straordinaria, interprete di un cinema d’animazione autoriale, Simone Massi riesce, con i suoi bianchi e neri sofferti, con la sua ricerca forma-segno-contenuto a trasmetterci le atmosfere di un fiabesco che è scoperta, attesa, paura, sollievo e felice epilogo. Interprete perfetto per un testo che nei miei ricordi visivi riporta Gustave Doré e quell’orco in procinto di tagliare sette teste. Ma di chi sono quelle teste?
Silvana Sola
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