giovedì 14 gennaio 2016

Shakespeare e Idalberto Fei



Avevo molto apprezzato il lavoro di Idalberto Fei in occasione dell'uscita dell'Orlando furioso e innamorato e con questo Shakespeare consolido il mio giudizio è rafforzo il mio gradimento per la sua capacità di restituire Shakespeare sotto forma di racconto, un racconto che scorre con felicità sospinto da una lingua molto gradevole. Penso che l'autore nutra un grande amore per i classici e che ritenga quanto importanti siano per la formazione intellettuale e sentimentale dei giovani. Sono poi doppiamente felice di ritrovarlo in un piccolo libro che ho trovato sul banco della libreria alcuni giorni fa. Mentre è sempre più consueto trovare oggetti, cianfrusaglie, cose da niente, in prossimità delle casse delle grandi librerie, questo libretto, sul bancone di una libreria per ragazzi, desta sorpresa. Si leggono, insieme a quello di Idalberto Fei, nomi come Collodi, Paolo Poli, Giovanni Papini, Pietro Pancrazi, Indro Montanelli. Da qualche tempo vado dicendo a tutti che Pietro Pancrazi, oltre a scrivere di Collodi, scrisse in buon italiano un classico della nostra cultura, La Costituzione, e invito a ragionare su quanto sia ancora fresca, bella, nei contenuti, ma anche nella forma. Molti mi prendono per una stramba, gli insegnanti si aspettano "ricette" per far leggere. Io porterò agli insegnanti lo Shakespeare di Idalberto Fei e ricorderò la scrittura di Pietro Pancrazi. Sarò inattuale, cercando di seguire la lezione dei Maestri.

Grazia Gotti

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