Robert Louis Stevenson, nella sua raccolta di poesie A Child's Garden of Verses, cita molti giochi e giocattoli e ci ricorda che si gioca ai libri che abbiamo letto, quando siamo bambini.
Entrata in libreria sono rimasta sorpresa da questo gioco-scenario di Gruffalò. Avevo già visto un trainabile modellato sul personaggio. Nulla di nuovo, spesso accade che beniamini cartacei dei bambini diventino giochi e giocattoli, ma questo teatrino mi ha fatto ritornare indietro nel tempo, a quando giovane educatrice di nido mi capitò per collega una figura assai singolare: colta, disegnatrice formidabile, cinefila, appassionata di musica e di fumetto francese.
Con lei preparai l'esame di Pedagogia II che prevedeva anche un lavoro seminariale preliminare sul testo einaudiano di Antonio Faeti, Guardare le figure.
Non frequentammo il seminario e ci preparammo solo sul testo. Nello stesso periodo progettammo un "teatrino" dalle stesse caratteristiche di questo nella foto.
Lo ideammo con le scanalature per poterci inserire le tessere del fiabesco, personaggi quali il re e la regina, il principe e la principessa, il lupo, il cacciatore, un bambino, una bambina, una strega e tanti animali. Per gli scenari utilizzammo fogli di compensato dipinti a tempera.
I bambini lo usavamo moltissimo così come ci seguivano attenti e rapiti quando eravamo noi a raccontare e a far scorrere i personaggi.
Libri, storie, racconti, figure, personaggi, giochi e giocattoli, tutto si intreccia e si sviluppa. Vedo il lavoro meticoloso che Alessandra Valtieri sta facendo per il volume Il coniglio di velluto che uscirà nella collana Album d'Infanzia per Giunti. Spero che la magia di un teatrino di legno e l'antica aura di un cavallo a dondolo accendano l'animo degli adulti e che si possano rivedere questi oggetti nelle scuole dell'infanzia, insieme a un domino e a quei bastoncini di legno che si devono raccogliere con molta cautela e con movimenti molto precisi e attenti dopo averli fatti cadere sul piano. Neri valevano moltissimo, poi blu...poi non ricordo più.
Grazia Gotti
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