mercoledì 7 gennaio 2015

Gubana, gubanca, gubane: lingue diverse per un solo dolce


Ho seguito una ragazza, all'ISIA di Urbino, nel percorso che l’ha portata a discutere una bella tesi su una ferrovia, la linea della Val Rosandra, che dall’Italia portava alla Slovenia, una ferrovia dentro alla storia in una zona di confine difficile. Una tesi in italiano e sloveno dove la doppia lingua dichiarava la volontà di parlare di incontro.
Ieri, in libreria nella giornata dell’Epifania, ho scoperto un libro che avrei messo nella mia calza della Befana. Un libro, Il diavolo e la gubana, in catalogo per Sinnos, firmato da Chiara Carminati per le parole in italiano e da Pia Valentinis per le illustrazioni.
Ai nomi dell’autrice e dell’illustratrice si aggiungono quelli dei traduttori: Michele Obit, con la collaborazione di Tjaša Gruden, per la lingua slovena, e di Priscilla De Agostini per il friulano.
Tre lingue che si incontrano in una storia che racconta di un fiume che non rispetta le frontiere politiche, ma si muove in una geografia fisica che esalta l’accoglienza: il Natisone aiuta, con le sue acque, a mescolare i confini, le genti, le culture.
Il libro, al quale le ricercate illustrazioni di Pia Valentinis regalano una perfetta atmosfera atemporale, combina fiaba e leggenda e ci regala la ricetta di un dolce friuliano che impasta non solo uova, pinoli, uva passa (e molto altro), ma anche le lingue, i sentimenti, le azioni.
Nei gesti sapienti del mugnaio Michele, capace di preparare un dolce pasquale adatto a palati semplici e anche a quelli raffinati, gli ingredienti dichiarano una diversità indispensabile per arrivare alla perfezione della gubana.
Un testo che ci riporta l’importante lavoro della casa editrice romana che, dai suoi inizi, con i libri bilingui, ha risposto alle necessità di tanti insegnanti impegnati a fare della scuola un vero luogo di accoglienza. Diavolo permettendo.

Silvana Sola

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