All'indomani dei fatti di Parigi e in pieno dibattito internazionale sui temi dell'Islam, del terrorismo e della convivenza fra culture, è apparsa su vari siti francesi la lettera del premio Nobel per la letteratura 2008 J.M.G. Le Clézio a sua figlia all'indomani della grande manifestazione a Place de la Republique. Con parole di una semplicità disarmante Le Clézio apre il cuore a una ragazza entusiasta della marea umana che, unita e calorosa, era scesa in strada l'11 gennaio e le pone il problema della necessità di un lavoro continuo d'inclusione e di ascolto che deve essere fatto verso quelli che definisce gli alienati della società: quelli che ogni giorno incontriamo sul nostro cammino, nella metro o nei corridoi delle scuole; sottolinea la necessità di bloccare la loro discesa all'inferno attraverso un atto di condivisione delle opportunità e di distruzione delle barriere che creano un senso di estraneità all'interno della nazione Francia.
La stessa disarmante semplicità la possiamo trovare nel suo romanzo breve Lullaby in cui si ritrova lo stesso sentimento di alienazione ed estraneità verso il mondo. Lullaby è una ragazza insofferente e sola che, per sconfiggere questo stato d'animo, compie una scelta: non frequenterà più il liceo e passerà ogni giorno nella natura compiendo un inconsapevole percorso di guarigione. E' vivendo il mare con i suoi odori, colori, immersa nel rumore delle onde che si rifrangono contro le rocce e in uno stretto contatto con la natura che lei ritrova un equilibrio perduto, E' attraverso le carezze del vento che riesce a riconciliarsi con la figura del padre assente.
La scrittura poetica e contemplativa di questo testo riesce veramente ad infondere un senso di pace e ad avere dunque un effetto terapeutico. Il lettore, come la protagonista, perde le proprie radici e si ritrova in una dimensione parallela viva, sana e forte. E se Lullaby riesce, infine, a trovare il coraggio di trovare un centro, rivolgendosi alla speciale figura del prof, Filippi; Le Clézio auspica che la società francese, così come tutte quelle che vivono lo status di società multiculturali, compiano uno sforzo d'inclusione, vadano incontro, riconoscano il disagio, in un atto di profonda apertura verso l'altro.
Bruna Cocciolo
Master - Accademia Drosselmeier
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