Torino, lo scorso fine settimana, offriva un clima mite, adatto anche alle passeggiate notturne.
Particolarmente adatto a camminare sotto i portici che hanno ospitano l’ottava edizione di Portici di Carta.
Centoventi librerie per l’edizione dedicata a Dino Campana, in occasione dei cent’anni dalla pubblicazione dei Canti Orfici. Sul successo della manifestazione un piccolo neo dovuto all’errore nella scelta della fotografia del manifesto che avrebbe dovuto rappresentare Campana ma, nella realtà, porta alla ribalta un suo compagno di liceo.
Un neo perfetto per una nuova storia da raccontare, con serenità, sorridendo di riso civile.
Domenica scorsa un incontro tra librai, tra reti di librai che si interfacciano con bibliotecari, editori, scrittori, lettori, un incontro di grande civiltà.
Non esercizi egotici di autoesaltazione, ma fotografie di realtà che provano a creare “comunione”, comunione di intendi e di azioni per fare cultura, per esercitare al meglio il proprio lavoro, per promuovere il libro e la lettura.
Al tavolo associazioni che rappresentano librai di varia e librai specializzati per ragazzi, librerie del mare, librai indipendenti che per sopravvivere hanno dovuto ridurre i loro spazi di vendita, altri che contano la riduzione dei numeri degli iscritti perché la crisi, le trasformazioni, l’assenza di una politica attenta al ruolo delle librerie, miete vittime.
Si è citata spesso la legge francese, la legge tedesca, la volontà di agire in ambito europeo perché una rete coesa, che porta avanti istanze economico-culturali, può illuminare la strada.
Si è parlato di sconto, di campagne e il pensiero condiviso va nella direzione dell’abolizione di una scontistica selvaggia, alla quale sostituire l’offerta di un’alta professionalità e servizi.
Tutti uniti nel ribadire che il volontariato, indicato spesso dai politici e dai media come una risorsa per la sopravvivenza della cultura del nostro paese, non è la soluzione ad un’assenza di strategia: il volontariato si inserisce in un sistema che funziona, non supplisce alla mancanza di risorse umane e di pensiero.
Concordi tutti nel pensare che una legge sul libro e sulla promozione alla lettura debba tenere conto della rete del libro, ma nei fatti, non nelle dichiarazioni di intenti.
La mia bella giornata torinese finisce con la lettura di un libro, Storia di una maestra, di Josefina Aldecoa, in catalogo per Sellerio, suggerito da una libraia nell’anima, con in tasca il libro di Cristiano Cavina, Inutile Tentare Imprigionare Sogni, uscito lo scorso anno per i tipi di Marcos y Marcos, da rileggere, e con la soddisfazione di portare a casa una raccolta delle annate del settimanale satirico illustrato Becco Giallo, nato in opposizione al Fascismo, nel 1924.
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