Seguo con interesse lo spazio Le letture di Biblioragazzi, e lo considero fra i migliori di quanti si occupano di libri per bambini e ragazzi. E oggi vorrei cominciare dalla loro recensione al libro di Lodovica Cima e Annalisa Strada, uscito per Il castoro. Dopo una rapida sintesi della trama, si dice che il libro genera una dissonanza: tanti i temi, frettoloso il modo, poco credibile.
Ieri sera, finita la lettura di Questa sono io, ho spento la luce con un senso di disagio profondo. Stamattina ho continuato a pensare, mi sono fatta tante domande e, come a cercare conforto, ho navigato nella speranza di una recensione. Quando ho trovato questo giudizio mi sono rincuorata. A me la dissonanza si è rivelata dopo poche pagine di scrittura faticosa, sciatta, che necessita di spiegare ogni cosa, quasi a coprire il nulla. La credibilità della vicenda, come già sottolineato, è messa in dubbio, gli stereotipi del fraseggio sono davvero insopportabili.
E allora sorge la domanda: perchè? Lo chiedo alla comunità che si adopera ogni giorno, editori, librai, bibliotecari, lettori adulti che fanno il possibile per aiutare i ragazzi a diventare lettori.
Non potremmo rinunciare a qualche titolo e concentrare le nostre energie, mentali, fisiche, le nostre riserve di tempo e di denaro per prenderci cura di libri che ci prendono per mano, ci aiutano, ci danno il conforto dell'intelligenza e del cuore? Questo è un libro a quattro mani, quindi, in un certo senso, ancor più sorvegliato. Ma anche l'editing o il controllo, se c'è stato, è stato davvero blando. Credo che i giovani lettori abbiano diritto ad una letteratura di maggiore qualità.
Grazia Gotti
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