I Silent Books, i libri senza parole, sono diventati protagonisti a partire dalla bella mostra per il progetto Lampedusa. È buffo, ma non sappiamo da dove derivi questo modo di nominarli. Nel mondo si chiamano Wordless Books, ma da noi qualcuno ha trovato questo neologismo e tutti lo abbiamo adottato. Libri silenziosi che si leggono con gli occhi e ciascuno può evocare le parole che vuole. Al tempo dei primi passi come libraia c'era un libro senza parole che mi piaceva molto. Era stato pubblicato da Emme edizioni nel 1978 con il titolo Un giorno nella vita di Cecilia Lardò. Ora lo ritrovo in libreria, nell'edizione originale Diogenes, l'editore svizzero di Tomi Ungerer.
Ein Tag Im Leben der Dorothea Wutz occupa un posto d'onore sullo scaffale dedicato ai libri senza parole, forte dei suoi quasi quarant'anni di vita, elegante, di grande formato, carta color panna di buona grammatura per sopportare ritagli, rilievi, sovrapposizioni, squarci. Tatjana Hauptmann, nata nel 1950, all'epoca di questo capolavoro è una giovane disegnatrice. Ora è una bella signora dai capelli bianchi e ha al suo attivo, presso lo stesso editore, diversi, da una raccolta di fiabe di oltre 600 pagine a Tom Sawyer e Theodor Storm. Tanto materiale da meritare una mostra corredata di un saggio critico, documentato, approfondito, per rendere onore al lavoro degli illustratori.
Grazia Gotti
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