Ad Aia, in Olanda, ha sede il Gemeentemuseum Den Haag (dove Gemeentemuseum sta per museo comunale e Den Haag è il nome, in olandese, dell’Aia). Il museo, inaugurato nel 1935, possiede un’importante collezione di arte moderna, oltre a manufatti artigianali, strumenti musicali e una raccolta di costumi della tradizione olandese. La collezione di arte moderna include opere di Degas, Monet, Picasso, Schiele e molti altri; un posto d’onore è riservato all’artista olandese Piet Mondrian di cui il museo custodisce la più grande collezione al mondo di disegni e dipinti. Dal 2005 una parte dell’edificio è riservata in particolar modo ai bambini e ai ragazzi: le Wonderkamers (stanze delle meraviglie) offrono una selezione della collezione del museo (realizzata in collaborazione con un gruppo target di piccoli visitatori) e un gran numero di mostre interattive. Dal 2010, sempre all’interno di una particolare attenzione per l’infanzia, il Gemeentemuseum, in collaborazione con l’editore Leopold, realizza una serie di libri d’arte per bambini, in corrispondenza delle esposizioni allestite nel museo. Lo scopo è avvicinare i bambini all’arte, ma anche promuovere il lavoro di illustratori e autori olandesi, si tratta infatti di piccoli gioielli, il cui apprezzamento e il cui mercato va ben oltre il bookshop del museo (Meneer Kandinsky was een schilder di Remmerts Daan de Vries, per esempio, è stato ristampato ben 6 volte, ha vinto il premio “Silver Slate Pen” ed è arrivato in Italia nel 2012 con Felici Editore).
Di questa serie, tre albi illustrati, realizzati nel corso del 2013, confermano l’altissima qualità del progetto.
Nella primavera del 2013 il Gemeentemuseum ha ospitato la prima retrospettiva olandese dedicata al pittore francese Gustave Caillebotte, celebre soprattutto per la tela Les raboteurs de parquets davanti a cui è impossibile non fermarsi nel museo D’Orsay. L’albo Een zondag met Caillebotte (Una domenica con Caillebotte) è illustrato dall’artista belga Ingrid Godon con i testi di Toon Telleng, scrittore olandese tradotto in Italia da Feltrinelli (con Il mio papà e Lettere dello scoiattolo alla formica) e da Donzelli (con Lettere dal bosco). I due hanno già collaborato nel 2011 con Ik wou (J’aimerais tradotto in francese nel 2013, grazie a La Joie de lire), una insolita galleria di ritratti accompagnata da testi poetici. Een zondag met Caillebotte conferma la bontà di questa collaborazione: Ingrid Godon ci immerge, utilizzando il suo segno, che a volte rimane quasi uno schizzo di pastelli a cera, all’interno dei dipinti di Caillebotte, sollecitandoci a riconoscerli: c’è Le Pont de L’Europe, ci sono i naviganti sul fiume Yerres, c’è il bagnante che sta per tuffarsi, c’è soprattutto il piccolo Camille, che ci guida tra le pagine. Siamo nel 1977, prima che Caillebotte, generoso mecenate oltre che pittore, venda la tenuta di famiglia di Yerres. Toon Tellegen affida la narrazione al figlio del giardiniere della tenuta; il giovane Camille osserva il signor Caillebotte che a sua volta osserva il mondo intorno a lui e lo dipinge. Camille scopre l’arte, come con questa si possa giocare, cambiare i colori della realtà e come dipingendo si possa vivere sempre in una domenica di sole, anche quando fuori piove.
Il Gemeentemuseum ha dedicato il 2013 a Edith Schiele, a partire dallo splendido ritratto che le fece il marito Egon nel 1915, l’anno del loro matrimonio. All’interno degli eventi celebrativi è stato pubblicato Edith & Egon Schiele, scritto e illustrato da Harriët Van Reek. Il celebre ritratto di Edith è rivisitato in copertina (dove si aggiunge Egon che la abbraccia alle sue spalle) e, con il solo particolare del busto e dei fianchi, all’interno del libro, dove le mani di Edith stringono le zampe del piccolo cane Lord. Oltre alle bellissime illustrazioni, commuove la poesia del testo nel raccontare Edith, l’incontro con Egon, il matrimonio, la guerra e la separazione, la gioia del ritorno e la tragica fine che li vedrà morire a tre giorni di distanza l’uno dall’altro, con Edith in attesa del loro primo figlio.
L’ultimo libro della serie è dedicato a Coco Chanel, in occasione della mostra conclusasi questo febbraio: Coco of het kleine zwartejurkie (Coco o il tubino), scritto e illustrato da Annemarie Van Haeringen, una delle più celebri illustratrici olandesi (per tre volte premiata con il Gouden Penseel, il più importante riconoscimento per gli illustratori olandesi), in Italia nota per aver illustrato la serie dell’Asinello, scritta da Rindert Kromhout ed edita da Mondadori. L’albo racconta la vita di Coco Chanel e la sua rivoluzione del mondo femminile: l’infanzia in un orfanotrofio – pur essendo ancora vivo il padre –, la presenza delle suore (che con le loro tuniche nere lasceranno un segno nell’immaginario della ragazza), il lavoro di sarta, i primi contatti con ambienti ricchi e signorili, i pantaloni cuciti per andare a cavallo… Coco osserva come i ricchi passino il loro tempo e si chiede come facciano le signore a sopportare corsetti stretti, gonne intralcianti e cappelli pesanti. A partire proprio da un negozio di cappelli, Coco ricercherà un abbigliamento comodo, dalle linee semplici ed eleganti e farà splendere, al di sopra di tutti i colori, il nero: solo un tubino nero dimostra quanto sia veramente bella una donna. Un albo che è come un vestito, a partire dai risguardi: all’inizio troviamo il modello di un abito, ancora da tagliare, alla fine c’è il lavoro finito, pronto per essere indossato e, naturalmente, nero.
Enrica Colavero
Libri tutti da non perdere e da scoprire, in attesa di un viaggio in Olanda, al padiglione 33 in Fiera.
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