Ho riletto ieri il saggio di Antonio Faeti in apertura a Alla lettera Emme: Rosellina Archinto editrice, catalogo della mostra che promuovemmo a Bologna nel 2005, Il titolo di Faeti, C'era una volta, in Italia, chiarisce a distanza di anni la ragione per la quale decidemmo di dedicare lavoro, impegno e denaro, per cercare di ricostruire una memoria culturale del Paese.
"La letteratura per l'infanzia non sarà più un'orfanella stracciona, ignorante e non troppo pulita: ricomincerà a correre con Alice, a volare con Peter, a vivere la strepitosa incongruità di Fortunello e di Bibì e Bibò. Un curioso, affascinante itinerario che, mentre va in avanti, risolutamente e senza incertezze, ritrova, guardando indietro, tante radici, tante incoraggianti premesse". Ecco, anche noi guardavamo indietro e cercavamo un modo per fornire ai giovani che intanto frequentavano l'Accademia Drosselmeier strumenti, dispense moderne, tracce per poi approfondire lo studio. Anche oggi, come da qualche anno ripetendo la lezione, distribuirò il volume agli studenti, accennnerò in sole due ore a questo straordinario percorso, e chiuderò sempre con Faeti: "Si è costretti, ancora una volta, a definire inimitabile, proprio come Dickens diceva di sé, la Emme di Rosellina.
Ma spes contra spem, anche da augurarsi che qualcuno, prima o poi, la imiti davvero".
Ho, inoltre, la possibilità di aggiungere un titolo in bibliografia: La casa delle meraviglie. La Emme Edizioni di Rosellina Archinto, a cura di Loredana Farina, pubblicato da Topipittori, in occasione della mostra milanese.
L'utilissimo elenco dei titoli del catalogo, pubblicato in fondo al volume, mi consente, ripercorrendolo all'indietro, di vedere anche una parte della mia storia; era il 1982, un pomeriggio di primavera inoltrata, a Palazzo dei Notai, quello che si affaccia su Piazza Maggiore, con Faeti, Antonio Porta e Altan, presentavano Emilio, ed io pensavo a quante cose c'erano da fare per preparare la Libreria Giannino Stoppani.
Grazia Gotti
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