Tre episodi illustrati da Alberto Rebori ci danno conto del mondo di Teo, un adolescente normale. È tutto nella norma. Il lettore non viene afflitto da disgrazie, da durezze particolari, da problemi giganteschi, da guerre, da esistenze sofferenti. È la vita normale, in una normale città e in una normale famiglia quella che scorre dentro le pagine. Teo ha una sorella quasi coetanea, brava a scuola, mentre lui è un gran lavativo, di quelli che si mettono sotto a metà del secondo quadrimestre per evitare la bocciatura. Zita Dazzi racconta molto bene questo genere di adolescente. Teo è attratto dallo sport che tanta televisione propone, dal calcio mercato, dalla musica, dagli amici, dall'amore e dalla ricerca di autonomia. Ama la solitudine casalinga perché può starsene in pace, libero di pensare ai fatti suoi, di mangiare quando ne ha voglia, senza dover rispondere alle domande della mamma, che in massima parte riguardano la scuola. In questa vita normale accadimenti semplici come una prova di verifica, un bacio, la paura in una notte di temporale estivo che fa andare via la luce si fanno occasione di romanzo.
La scampata prova di verifica del primo episodio fa ridere ma lascia anche intravvedere come atti sconsiderati possano accadere. Il secondo episodio riguarda l'amore ed è raccontato con
delicatezza. La paura del terzo è giocata su un piano semplice ma assai convincente. L'autrice ha un tocco davvero felice, con rapidità tratteggia i personaggi intorno, dal portiere del palazzo, all'anziano del piano di sotto, dal tamarro borchiato del piano di sopra a Mohamed figlio del negoziante di kebab, dall'amico secchione e fidanzatissimo all'incantevole rossa con occhi verdi, amica della sorella. Mamma e papà, i nonni, sono figure di contorno, ma ci sono, sono un porto a cui ritornare.
Grazia Gotti
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