E’ delicata la narrazione che ci vede lettori, quasi intima: le parole sono un invito ad entrare senza schiamazzi nella vita degli altri. In punta di piedi ho letto con attenzione storie che spesso si sono intrecciate con i miei ricordi: ho conosciuto Roberto Piumini in una biblioteca, sull’Appennino bolognese, ventiquattro anni fa. I bambini erano affascinanti dalla sua voce, da un raccontare dramaturgico-letterario accompagnato dalla musica di Giovanni Caviezel.
L’ho ritrovato, sempre narratore, in altri luoghi di quella montagna che ha accompagnato molti momenti della sua vita. Una montagna che conosco, alla quale arrivavo, ogni tanto, nelle mie estati di bambina, passando il confine modenese, per trovare un’amica del cuore. Una montagna che conosco per una frequentazione di lavoro e di piacere e che ora riscopro attraverso una lente di emozioni, di fatti, di spazi che diventano diversi, visti attraverso gli occhi di un Piumini bambino.
Tre fratelli Piumini è una storia che si svela giorno dopo giorno, anno dopo anno, con impazienza o con lentezza, nella semplicità e straordinarietà della vita vissuta, e nella bellezza della parola scritta.
Silvana Sola
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