Il Grande Detective è una raccolta di quasi cinquecento pagine con una bella copertina di Allegra Agliardi che riporta, nel segno contemporaneo, le atmosfere degli anni ’50. Astrid Lindgren scrittrice di gialli? Cerchiamone i motivi.
Astrid aveva lavorato come segretaria per Harry Soderman, uno dei pionieri della moderna criminologia svedese e il primo a dirigere il Laboratorio Nazionale di Scienza Forense.
Dalle carte che maneggiava per il suo lavoro, dai discorsi che sentiva, dalle centinaia di resoconti di fatti criminali, dai nuovi approcci adottati nel mondo dell’investigazione, Astrid Lindgren attinge per creare il personaggio di Kalle Blomkvist.
Un ragazzino biondo amante delle storie gialle, attento osservatore, capace di collegare velocemente i fatti tra di loro, in possesso di una lente d’ingrandimento e di una pipa, come i grandi investigatori della letteratura. Kalle vive in una piccola città dove normalmente non capita mai nulla, ma in estati che si prevedono pigre e senza colpi di scena, succede qualcosa che lo incoronerà dectective con la D maiuscola. “Kalle esitò un istante. L’idea di scendere da solo in quei sotterranei gli faceva venire i brividi. In effetti, era andato lì con la sola intenzione di provare il grimaldello, ma visto che la via era libera, sarebbe stato proprio da stupidi non approfittarne per scendere di nuovo nei sotterranei. Imboccò la scala e si sentì molto orgoglioso di essere l’unico ragazzino della città in grado di farlo...”
Da leggere ora, da regalare (Amo chi legge e gli regalo un libro), da mettere in valigia alla prossima estate.
Silvana sola
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