Sono molto contenta per la recensione di Matteo Marchesini al libro di Daniela Marcheschi, Il sogno della letteratura, pubblicato dall'editore Gaffi, apparsa sulle pagine del domenicale de Il sole 24 ore di ieri. La contentezza deriva dalla stima che provo sia per Matteo che per Daniela.
Sono studiosi, innanzitutto, due sgobboni sempre in cerca di documenti, di prime edizioni, di lettere, di rimandi. Sono studiosi ma non accademici, non hanno ricevuto in premio nessuna cattedra. Troppo liberi, troppo bravi. Questo è il mio parere. Ma torniamo alla recensione:
"Ma non si pensi che la Marcheschi abbia un atteggiamento sprezzante verso la letteratura di consumo: a patto che si dichiari onestamente tale e che non dequalifichi le collane più raffinate, la considera anzi una opportunità per avvicinare tutti alla lettura".
Quando parla di editoria Daniela ha uno sguardo davvero ampio. Sempre nelle parole di Matteo:
"Ad esempio, nota che se i nostri bambini leggono più degli adulti è anche perché le collane a loro dedicate sono ancora spesso dirette da scrittori di valore".
Qui Daniela, a mio avviso, è ancorata alla buona letteratura che ha letto negli anni appena trascorsi. Non so, conoscendo i suoi gusti, se certe produzioni recenti e recentissime, guadagnerebbero la sua stima. Ci manca molto una critica che anche per i libri per ragazzi possa definirsi "corroborante per il lettore" per usare le parole di Matteo nel dire del lavoro critico di Daniela. Gli ingredienti che il poeta, romanziere, e critico bolognese individua nella poetessa e critica lucchese sono: umanesimo arioso, alimentato da antropologia e neuroscienze, accento civile, richiamo continuo alla "probità" di maestri come Dionisotti e Timpanaro". Quali sono gli ingredienti del critico della letteratura per ragazzi? Umanesimo arioso, antropologia, pedagogia, accento civile e richiamo alla probitá di maestri cercasi.
Grazia Gotti
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