Malala ha un blog sulla BBC, in lingua urdu, da tre anni, in cui sostiene che anche in Pakistan le ragazze hanno diritto all'istruzione. Idee che le sono costate la condanna a morte.
Ora mentre il Pakistan prega per lei, nell'ospedale di Birmingham, dove l'hanno portata una settimana dopo l'assalto del 9 ottobre, ha riaperto gli occhi per la prima volta. Il proiettile le ha sfiorato il cervello, danneggiandolo, ancora non si sa quanto. Le hanno rimosso una parte di osso e l'hanno sostituito con una placca di titanio. Bisogna aspettare. Intanto migliaia di donne a Birmingham sfilano nelle piazze e hanno scritto sui cartelli: " Io sono Malala".Si dovrebbe imparare al piú presto se non proprio ad essere Malala, almeno ad assomigliarle, nella forza e nel coraggio.
Intanto potremmo leggere a tanti bambini il picture book di Janette Winter, grande autrice-illustratrice che rende all'Infanzia un servizio straordinario, quello innanzitutto di considerare i bambini lettori destinatari di tutte le notizie del pianeta, anche le piú crude.
Quando ci occupiamo di noi adulti riconosciamo il valore del fumetto, della graphic novel anche come medium per i grandi temi quali la politica, l'informazione, le guerre.
Quando ci occupiamo di libri per ragazzi, ce la prendiamo con i libri "a tema".
A me pare che l'intento di voler raccontare una storia, di affrontare un tema, sia legittima e che il giudizio si dovrebbe formulare sugli esiti.
"Contro i libri a tema" è il titolo perentorio del numero 30 della rivista Hamelin, che cambiata nel formato promette una maggiore incisività. Sarebbe bello continuare il dibattito.
Io, per ora, resto fortemente favorevole anche al tema, purché sia svolto con perizia, cuore e stile. Cosí giudicai Nasreen prima di comperarne i diritti per pubblicarlo anche in Italia.
Mi piacerebbe che il tema del diritto all'Istruzione per le bambine diventasse planetario, anche attraverso un picturebook.
Grazia Gotti
Nella letteratura per ragazzi il libro a tema ha avuto una deriva vistosa. E credo che questo sia sotto gli occhi di tutti. Temi importanti trattati con faciloneria, superficialità, incompetenza, e nel più totale indifferenza per capacità creative e professionali minime. Che certe sciagure esistenziali, sociali, politiche debbano sopportare anche il peso di libri sciagurati che pretendono di sensibilizzare le folle, mi sembra troppo. Credo, fra l'altro, che il danno di parlare male di temi gravi e importanti sia notevole. Lo stesso dicasi per quelli che Manuela Trinci ha definito "libri-pillola": ricettine prefabbricate per risolvere i problemi dei bambini. Una valanga di libri, nella maggior parte dei casi, malfatti e aridi, privi di vita e intelligenza. No, non si può essere contro tout-court ai libri a tema. Cominciamo però a eliminare con decisione i libri di autori ed editori furbi, rivolti più che alle intelligenze dei bambini alle coscienze bisognose di essere rassicurate degli adulti o alle fragilità e alla sprovvedutezza di mamme e papà in cerca di risposte immediate. vediamo poi cosa resta, ricominciamo a parlare da qui.
RispondiEliminaCiao Topi
Eliminagrazie della vostra puntualissima puntualizzazione, bisticcio linguistico che rafforza il senso del vostro meritorio essere sempre presenti. Si potrebbe, a mio avviso, invece che generalizzare con perentorietà, lasciar perdere ció che non ci piace e parlare del tema che ci sembra portato a buon fine. Mi sembra molto interessante, per continuare il filo del discorso, il parere di Francesco Pacifico apparso ieri su Repubblica a proposito dei post-fumetti che cancellano il mondo interiore. Chiude auspicando il ritorno di temi forti che riconducano i personaggi al proprio mondo interiore. Mentre non mi era sembrato centrato quello di Raimo, recensore del numero di Hamelin
sul domenicale Sole 24 di qualche domenica fa. Fra i libri a tema, l'ultimo che ho visto, made in Germany, ma pubblicato anche da noi da Terre di mezzo, riguarda una nonna. Me lo aveva mostrato Alessandra Valtieri, di cui sempre apprezzo i suggerimenti di lettura. Dei neue oma, una nonna per parlare con finezza e grande umanità di ció che succede quando la demenza senile, o un ictus, o l'alzheimer, cambia il nostro modo di essere.
Grazia