Ted il protagonista, assieme a Kat, del bel libro Il mistero del London Eye, in catalogo per Uovonero Edizioni, è autistico. Ha difficoltà a leggere il significato delle diverse espressioni del volto, non coglie il doppio senso delle frasi, quando parla dice sempre la verità.
Il romanzo scritto da Siobhan Dowd nel 2007, anno della sua morte avvenuta a soli quarantasette anni, è una spy story. Racconta la misteriosa sparizione di un ragazzino sulla grande ruota panoramica di Londra e le investigazioni dei cugini per tentare di ritrovarlo.
Ha un ritmo veloce, si muove tra l’azione fisica e le riflessioni acute di Ted che elabora teorie sul come Salim possa essere svanito senza lasciare traccia.
Siobhan Dowd è capace di tenere insieme, in forma armonica, l’intreccio narrativo utilizzando espedienti in grado di stupire e contemporaneamente descrivere la normalità “diversa” di Ted, la sua passione per la meteorologia, per l’osservazione, la sua esistenza in seno ad una famiglia che si occupa, con affetto, di lui come persona “di diritto”.
E a diritti, ai diritti umani, al diritto di parola e di scrittura, alla lotta contro la censura, al diritto a far sentire la propria voce, Siobhan ha dedicato la sua breve vita militando tra le file del Pen Club International, di cui fu coo-fondatrice, viaggiando tra Indonesia e Guatemala e adoprandosi per gli scrittori dissidenti.
Con il libro Bog Child, pubblicato dopo la sua morte, ha vinto il Carnegie Medal in Letteratura.
Il mistero del London Eye è, invece, premio 2012 della rivista Andersen, categoria + 12.
Vi invitiamo a leggere anche La carne di un angelo, in catalogo per Salani e Sette minuti dopo la mezzanotte, pubblicato da Mondadori, già recensito su Zazie.
Silvana Sola
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