giovedì 7 giugno 2012

Robert Williams


Nato nel 1977 nel Lancashire da genitori bibliotecari ha lavorato anche lui in biblioteca, poi in libreria, da Waterstone’s, a Manchester. Robert ha una bella faccia e scrive molto bene, tanto da vincere il Not-Yet-Published Prize, premio letterario che scopre talenti fra i librai inglesi e irlandesi. Luke e Jon, pubblicato da faber&faber nel 2010, dopo il successo inglese è sugli scaffali da qualche mese, per merito di Rizzoli e per la traduzione di Elisa Puricelli Guerra. Il sottotilo Storia di un’amicizia aveva impedito al romanzo di scivolare nella mia borsa al suo arrivo in libreria, poi la bandella (metatesto) disvelante il  libraio-scrittore mi ha incuriosita. I librai un po’ ossessionati dai libri, come li chiama Robert, sono una categoria che mi interessa e allora ho cominciato dimenticando l’amicizia del titolo. Noto però che l’amicizia è una chiave usata anche da Martina Russo nella sua recensione "Amici speciali" sulla rivista Andersen, n° 293, giugno 2012. Perchè quando si tratta di romanzi per ragazzi abbiamo bisogno di questa categoria? Ricordate Amici per sempre di Aidan Chambers? A mio avviso Luke e Jon non è un libro sull’amicizia. E’ un libro su tante altre cose, forse più difficili da dire e piu impegnative da pensare, a cominciare dalla morte, dal mistero, dal dolore, dalla fede, ed è un libro che pone al centro la compassione e il suo contrario. Di fronte a queste cose ci siamo tutti, personaggi del romanzo, lettori e scrittori, nella nostra finitudine e con la domanda sempre viva e accesa, mentre tutto scorre e cambia, come il paesaggio industriale, raccontato da Williams con sublime maestria.
Il rapporto mestiere-lavoro artistico è in fine tema che accompagna l’intera narrazione ed andrebbe riletto mettendolo anche in relazione alla scrittura. La traduttrice, in quanto scrittrice prolifica, potrebbe esserci di aiuto. Robert, giovane saggio e illuminato da una specialissima luce, è invitato a Berlino per il festival di settembre, ma non a quello di Rimini, perchè? Sarebbe stato bello incontrarlo, avrei tante domande, un po’ come il giovane Holden che dice che quando un romanzo ti è molto piaciuto vorresti stare un po’ con l’autore.
Grazia Gotti

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