martedì 8 maggio 2012
Sordido, nefasto,lindo, patetico e fulminante
Sono aggettivi quelli che Tochtli, otto anni, impara e colleziona.
Conosce solo quattordici persone vive, alcune di queste sono mute, non va a scuola ed esce raramente di casa. Vive con il padre in un palazzo lussuoso ma trasandato e studia con uno stravagante istitutore che sa tutto del Giappone. Tochtli ha la testa rasata, gliela mantiene ben pulita il padre, il re del narcotraffico. Un racconto che piano piano ti si insinua sotto pelle e in sole settantotto pagine ti stende. Non é una scrittura cronachistica, ma una straordinaria invenzione letteraria. Ecco l'incipit: "Alcune persone dicono che sono avanti. Lo dicono soprattutto perché pensano che io sia piccolo per sapere parole difficili.. Alcune delle parole che so sono: sordido, nefasto, lindo, patetico e fulminante. A dire la verità non sono molte le persone che dicono che sono avanti. Il problema é che non conosco molta gente. Forse conosco tredici o quattordici persone e, di queste, quattro dicono che sono avanti. Mi dicono che sembro piú grande. O, al contrario, che sono troppo piccolo per queste cose. O, al contrario del contrario, a volte credono addirittura che sia un nano. Ma io non penso di essere avanti. Il fatto é che ho un trucco, come i maghi che tirano fuori i conigli dai cappelli, solo che io tiro fuori le parole dal dizionario."
Grazia Gotti
Etichette:
Letteratura ispanica,
recensioni
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