Quattro fiabe non semplici che obbligano il lettore ad una lettura attenta, fiabe che guardano a Shahrazàd, all'Oriente e portano la firma di Jean Giono.
Il nocciolo dell’albicocca e gli altri tre racconti fiabeschi, appena usciti nel catalogo Salani, ci propongono il lavoro di un Jean Giono degli inizi che si ritagliava la possibilità di leggere e scrivere fuori dal tempo di un lavoro in banca malpagato.
Leggeva Omero e la Bibbia, scriveva, con una capacità unica che lo portava oltre la superficie, testi che arrivavano al profondo dell’anima o delle anime.
Sceglieva le parole, parole capaci di evocare immagini, di vestire abiti, colori, luoghi, emozioni e sentimenti.
Un libro per lettori grandi, una scrittura di talento raccontata nell’interessante postfazione di Mireille Sacotte.
A Simona Mulazzani è stato affidato il compito di andare oltre le parole-immagini con figure che allargano gli orizzonti, stabilendo un ritmo nuovo tra il “letto” e il “guardato”.
“ Nel 1920 Jean Giono ha venticinque anni. Da parecchio tempo sente in sé la vocazione dello scrittore. Ma suo padre Jean-Antoine, calzolaio, e sua madre Pauline, stiratrice, non hanno mai avuto molti soldi…”
Silvana Sola
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