Anna, nell'anno dedicato al rapporto fra le generazioni, ci parla di una giovane quindicenne e di una anziana signora; è una piacevolissima sorpresa, un racconto che affronta il tema delle radici.
Anna ha il coraggio di affermare che i quindicenni, quelli meno protetti, quelli che scelgono l'alberghiero, quelli che faticano moltissimo a scolarizzarsi, hanno un grande bisogno di riconoscere il "senso dell'esistenza". La scuola e la famiglia, la famiglia oppressa dalla cassa integrazione e dall'incertezza, non sono approdi sicuri. Verrà da molto lontano, dal gelo del gulag, il principio di un percorso.
Brava Anna!
Grazia Gotti
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