Lo spirito del Natale non mi ha ancora abbandonato nonostante siano già scomparsi dagli scaffali della libreria tutti i libri ad esso dedicati. Il brillio e il colore rosso di molte copertine natalizie, sia dei libri commerciali che di quelli animati da più nobili intenzioni, mi avevano provocato una reazione di disagio, come davanti alle cose finte, non autentiche. Ma uno speciale libro natalizio, trovato ieri sugli scaffali che ospitano i libri inglesi, mi ha riconciliato con lo sprito del Natale. Sono molto condizionata da Dickens, d’altronde l’anno del bicentinario è cominciato, e in compagnia degli spiriti dei Natali passati mi trovo in buona compagnia. E’ la notte di Natale e siamo nel Museo dei giocattoli. I vecchi giocattoli si ritrovano sotto l’albero, ma per loro non ci sono doni. Che tristezza! Ma Bunting ha un’idea, ed invita i giocattoli, le marionette e le bambole a non farsi prendere dallo sconforto e suggerisce di regalare all’altro “ourselves”. E allora si impacchettano, ognuno avvolge l’altro con carta colorata e nastri. Bunting, rimasto solo, si chiude da sè in una scatola. La notte trascorre in silenzio assoluto e la mattina i giocattoli cominciano ad agitarsi," they began to rustle and squeak and rattle and chatter". Chi esce per primo? Boxer Dog e comincia a scartare un regalo, poi di regalo in regalo tocca alla bambola Peg scartare Bunting, il quale si guarda in giro, ma non c’è più nessuna scatola per lui. Ecco l’Angelo del Natale discendere da cielo e porgere una minuscola scatola proprio per lui. “Aprila!” Gridano in coro gli amici. C’è una stellina parlante che sussurra: “ Sono un desiderio”. Bunting sa cosa desiderare, dickensianamente desidera che Natale duri tutto l’anno. Vi piace?
David Lucas ha disegnato un’ altra storia, sempre ambientata nel Museo dei giocattoli, e dal suo sito, potete già vedere i suoi libri per il prossimo anno e per quell’altro ancora.
Grazia Gotti
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