Mujer mirando al mar è l’ultimo libro dello scrittore spagnolo Ricardo Gómez in catalogo per SM e vincitore lo scorso anno del Premio Gran Angular. Si presenta in un’edizione bella e curata che racchiude tra le sue pagine un grande amore del passato, scoperto per caso da un uomo tra le bancarelle di un mercatino d’antiquariato. Uno scrittore in cerca di un “embrione letterario” si imbatte infatti in una vecchia carpetta rossa che, in realtà, nasconde un manoscritto terribile: poesie senza firma che raccontano di una donna processata per la morte del marito. L’autore-narratore si pone (e ci pone) molte domande sul destino della “donna che guarda il mare”, e in questo modo non dà vita soltanto alla trama, ma anche a un’affascinante commistione di narrativa e meta-letteratura.
La ricostruzione filologica della storia che ha come sfondo quello del dopoguerra spagnolo va di pari passo alle molteplici riflessioni sulla scrittura, nel corso della quale l’autore vuole essere accompagnato e mette a disposizione del lettore perfino gli originali delle poesie dattiloscritte. Sono cimeli di un novembre lontano, freddo a causa dell’inverno, ma anche della solitudine, della guerra, delle illusioni “congelate” degli amanti. Ma chi li ha scritti e perché? Nel tentativo di rispondere a queste domande la narrativa si intreccia alla poesia per costruire una sorta di romanzo “visuale”, sorretto da linguaggi diversi come quello del racconto di viaggio, del romanzo storico e del
poliziesco.
Ricardo Gómez ci offre una storia e una lezione di stile, entrambe sorrette dalla pedagogia dei sentimenti. Tuttavia a partire da questo nucleo, quasi a suggerire che il processo di creazione letteraria non possiede limiti precisi rispetto alla realtà, le prospettive si dilatano.
È per questo che una volta chiuso il libro non si riesce più a distinguere tra vita e letteratura.
Valentina Allodi
Di Ricardo Gomez, Occhio di nuvola, in catalogo per Piemme, nella collana "Battello a vapore": da leggere.
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