Tore Aune, l’autore di Nuvoloni su via del Bombo, è nato nel 1970 ad Asker, in Norvegia.
Vive a Oslo, dove ha lavorato come traduttore, insegnante e giornalista. Il libro, pubblicato da Salani, si presenta con una fascetta che recita: "Umorismo, fantasia e genialità nella più pura tradizione scandinava". Quando ho cominciato a leggerlo, qualche giorno fa, la Norvegia non era stata ancora colpita da questo terribile massacro. Leggevo con curiosità e piacere la vicenda di Emma, a cui capita di cambiare casa, quartiere, scuola, amici. “Vista dall’alto, per esempio attraverso gli occhi di un’ape, via del Bombo non appare diversa da una comunissima zona residenziale. Una strada che forma un quadrato, con case piuttosto simili fra loro, siepi e alberi da frutto. Per Emma, invece, che ha imboccato la via soltanto poco fa, quello che vede dal sedile posteriore è assolutamente speciale. Non tanto perché non ci sia mai stata prima - cosa che peraltro è vera - ma perché questo è il suo nuovo quartiere, il posto in cui abiterà finché non sarà adulta. E quando si hanno dodici anni sembra quasi un eternità.”
Il romanzo mi piace molto, è pervaso da un’aria scanzonata, da un tocco lieve ed è sorretto da un sostrato di ottimismo che mette di buon umore. Certe scene uno se le immagina al cinema, girate come una commedia dal ritmo allegro, condite da effetti speciali misurati e credibili. Ma riprenderlo in mano dopo il massacro, al piacere della lettura, all’ottimismo, al gusto per la scrittura intelligente, si sovrappongono le immagini dei ragazzi appena un po’ più grandi di Emma, suoi possibili fratelli maggiori. Tore Aune, i suoi amici insegnanti, i suoi colleghi scrittori e giornalisti, dovranno attrezzarsi, interrogarsi, scrivere, parlare ai ragazzi, perchè le vie Bombo norvegesi tornino ad essere popolate di umanità, di disponibilità, di serenità.
Grazia Gotti
lunedì 25 luglio 2011
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