Ero convintissima di presentarvi un’autrice ispanica oggi: Lucía Flores. Poi ho scoperto che è soltanto nata in Uruguay e che attualmente vive in Canada, perciò i suoi due libri sono stati tradotti dal francese. Brutto è bello è la storia di Socrate, un bambino con orecchie enormi e un naso esagerato che viene iscritto dalla mamma all’annuale Raduno dei Brutti. Qui incontrerà tanta gente, anche peggio di lui, e diventerà molto amico di Fierritos, vincitore del concorso per via delle due ali di farfalla che ha sulla testa. Un giorno vengono toccati dalla magia e nel seguito intitolato Fierritos e la porta dell’aria conoscono Rela, una bambina che viene dal mondo di Cadikinn e ha una testa che assomiglia a un mercatino delle pulci. Purtroppo non riesce più a tornare a casa perché ha perso la chiave che le permette il passaggio alla Porta dell’Aria ed è preoccupata perché deve curare il suo Albero della Memoria. La scrittrice racconta l’amicizia, inserisce addirittura un sondaggio sul senso della vita ed educa al rispetto per la diversità. Brutto qui, infatti, non significa per niente cattivo. A questo proposito vorrei riportare le parole di Donatella Ziliotto, che ha diretto la collana dei criceti Salani, per descrivere le qualità che un testo deve avere per ambire a farne parte. «Deve distinguersi per la volontà di rendere critici i ragazzi di fronte ai problemi del mondo d'oggi, nella vita di ogni giorno.
Allo stesso tempo deve dar loro la forza di non demordere, di credere in sé stessi, in un'etica non superficiale o convenzionale. Non ci devono essere dogmatismi, fanatismi, luoghi comuni - né nel contenuto, né nello stile - ma lo stimolo vero verso nuovi punti di vista, libertà e immaginazione. E su tutto, il taglio stilistico deve essere sempre originale e maturo». Stupendo, Lucía Flores è proprio promossa. Adesso i suoi libri sono fuori catalogo ma sono disponibili nelle biblioteche.
Valentina Allodi
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