Il 9 febbraio del 1980 era nata mia nipote.
Nel giugno dello stesso anno avevo preparato l’ultimo esame di antropologia culturale sapendo che dal giorno dopo il mio percorso universitario sarebbe diventato fortemente pedagogico.
Il 27 giugno, pochi giorni dopo l’esame, la notizia della strage di Ustica.
Una strage tornata viva nei miei ricordi dopo aver visitato, a Bologna, il Museo della Memoria, affidato a Boltanski.
Un museo potente e straziante, vivo, pulsante, capace di silenzi frastornanti, un museo che tutti devono vedere.
I ricordi ora si muovono senza ordine.
Non è più Bologna. Sono in Spagna la mattina dell’11 marzo 2004, il taxista alza la radio e mi sottolinea la parola mattanza: una serie di attentati nelle stazioni ferroviarie di Madrid provoca la morte di 191 persone e il ferimento di altre 2000.
Quante volte ho sentito questa parola dopo il 2 agosto 1980:
la mattanza studiata, voluta, che fermò la stazione di Bologna alle ore 10,25 del 2 agosto di trent’anni fa.
Anche Alex Boschetti in La strage di Bologna, il fumetto realizzato assieme ad Anna Ciammitti, in catalogo per Becco Giallo, la usa per descrivere l’atto terroristico e criminale che fermò, per sempre, la vita a ottantacinque persone, ne ferì oltre duecento e si impresse nella mente della popolazione intera.
Con l’uso di un bianco e nero capace di descrivere il dolore, la rabbia, l’impotenza e il senso civico, il libro ripercorre gli eventi, dichiara i fatti, sottolinea, a volte senza l’uso della parola, la forza dei gesti, delle scelte.
C’è l’autobus che trasportava i morti, porte aperte e lenzuoli ai finestrini, c’è il nero deciso dell’abito di Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica, esile e muto davanti ad una tomba bianca.
Ci sono ballon che raccontano piste nere, che portano alla banda della Magliana, che accompagnano, timorosi, i parenti nello strazio degli addii.
Un fumetto per giovani adulti che hanno il diritto di conoscere la storia recente del nostro paese, un libro per tutti dedicato ai parenti delle vittime della Strage di Bologna, un libro sulla memoria, che, se esercitata, impedisce l’oblio dei fatti.
Silvana Sola
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