giovedì 28 aprile 2011

Bruchi, semi e farfalle. Un nuovo Eric Carle

Mi rallegra il cuore sfogliare un albo di Eric Carle in italiano. Il piccolo seme, pubblicato da Mondadori, è un libro del 1970, e seguiva di un anno The Very Hungry Caterpillar, la notissma storia del bruco che diventa farfalla. C’era in Carle, classe 1929, il desiderio di raccontare, di istruire, di porre l’attenzione sui fenomeni della natura ed esprimeva al tempo stesso una giocosa indole capace di rendere lieve ogni sua storia. Ecco l’odissea di un piccolo seme che sollevato dal vento viaggia in compagnia dei compagni. Uno si avvicina troppo al sole e brucia, un altro cade sul ghiacciaio, un altro ancora annega nell’oceano, poi, ancora, uno finisce nel deserto. Quando cala il vento i semi planano sul prato, alcuni vengono mangiati da un uccello, ma non piccolo seme che se ne sta fermo buono e zitto per tutto l’inverno e non si fa prendere dai topi. Finalmente è primavera! Tempo di crescere! Ma i pericoli non sono scampati: c’è un’erbaccia cattiva, un piede di un bambino...poi il fiore, poi l’albero, poi di nuovo l’autunno e la storia si ripete. Semplice e profondo, Carle accosta un piedino roseo ad una mano dalla pelle scura, in un messaggio di fratellanza che commuove per il garbo. Ho nostalgia di quegli anni, speriamo torni a spirare un po’ di quel vento...
Dal 2002 è attivo il suo Museo, visitatissimo, presso il quale vengono ospitate mostre di illustrazione.
Grazia Gotti
PS Il tema del prossimo AD (approfondimento domenicale) sarà la botanica.

Ho incontrato uno strano tipo

Io e Charlot è un piccolo libro: 76 pagine di caratteri leggibili, giusto spazio tra una riga e l'altra, messi in pagina su carta color crema, che affatica meno la vista.
Il libro uscito per i tipi di Bianconero, scritto da Arianna di Genova, giornalista, storica dell'arte, autrice di libri per ragazzi, è una biografia, un percorso nella vita del grande Charlot. Narra l'infanzia londinese, il grande affetto per il fratello, l'amore per una madre, attrice e cantante, che perde la voce e, per un periodo, anche il senno.
Racconta la scoperta del palcoscenico, il recitare come fatto naturale, l'innata capacità di scatenare l'ilarità nel pubblico.
Dalle miserie dickensiane, dalle descrizioni delle giornate londinesi trascorse sulle panchine, in angusti camerini, negli orfanotrofi, dai primi spettacoli al racconto dei fasti e degli onori della scena americana.
Le figure del libro sono affidate ad Alessandro Sanna capace, come sempre, di rendere, attraverso una pennellata, perfette le azioni, il movimento, le figure.
La grafica è firmata da Umberto Mischi, uno "strano tipo"* che, dalle aule dell'ISIA di Urbino, è ora in cammino per il mondo.
* "Strani tipi", è il titolo della collana che ospita il volume.
Silvana Sola

mercoledì 27 aprile 2011

Un bambino

Sono ancora visibili, fino a sabato 30 aprile presso le Officine Minganti di Bologna, le tavole di Sonia Possentini, giovane reggiana, i cui lavori esulano dalla produzione contemporanea dell'illustrazione per ragazzi. Gessetti, matite, acrilici, colori tenui, sfumati, nebbiosi: Sonia raggiunge un realismo quasi fotografico (anche se sappiamo detesti sentire paragonare il suo lavoro a questo linguaggio!) che ci lascia incantati, davanti a paesaggi, ritratti, gatti, bambini, aquiloni e marziani...
A Padova l'illustratrice, presso la libreria Pel di carota, insieme all'autore di alcuni dei suoi lavori (Quanto mare..., Grande o piccolo?, Sembrava un corvo), Alfredo Stoppa, ha presentato, sabato scorso, in occasione della giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, il suo ultimo albo uscito per la Kite edizioni.
Un bambino è una vera poesia, visiva e letteraria. Un bambino, A., diverso da tutti gli altri (Bruno, Gianni, Jacopo, Kevin, Massimo, Omar, Pietro, Sergio, Tommaso, Zaccaria) ma uguale a molti bambini che come lui non sanno fare nulla, ma che ascoltano a letto la pioggia, giocano a pallone anche se non fanno mai goal, imparano qualche parolaccia, litigano con Enrico, hanno due nonni sulle nuvole che giocano a tresette....
David Tolin

martedì 26 aprile 2011

25 Aprile

25 Aprile 2011: giornata della Resistenza, Pasquetta, anniversario del suicidio di Salgari. Davvero non so prendere parte a nessuna celebrazione. Avrei voluto celebrare il capitano con una festa in libreria, ma sarei stata accusata di sacrilegio, da tutti, dai cattolici, dagli atei senza dubbi, dagli atei devoti, dai democratici, dai populisti, dai leghisti, dai paranimalisti, e da tutti quelli che si uniscono in una “vibrante protesta”…
RESISTENZA.
Per la mia formazione, in gioventù di sinistra parlamentare, in maturità più azionista, in vecchiaia chissà, ho partecipato alla stesura di un quaderno-antologia in occasione del 60°, occupandomi di Giorgio Agosti, questore di Torino fino al 1948, di cui Einaudi aveva pubblicato un bel libro. Mi sono adoperata perché si ristampassero vecchi libri per ragazzi sulla Resistenza, senza successo.
PASQUETTA.
Negli ultimi sedici anni stessa location, la Toscana, con figlio, uovo con sorpresa, agnello, passeggiata al mare, compiti, e letture. Ora che il figlio è adolescente, sono i genitori molto anziani a richiedere presenza e affetto, quindi niente Toscana, ma agnello, uovo con sorpresa e letture.
SALGARI. Non posso che celebrarlo in silenzio, in raccoglimento, di fronte alle pagine. La sua memoria è vivificata dal libro di Ernesto Ferrero, un gran bel libro, con una lingua così lavorata e al tempo stesso non artificiosa, sempre vicina alle cose e ai sentimenti. Ho pianto pensando alla moglie in manicomio. Ernesto inventa una tirata contro il medico che prende in cura Ada, che subito si pensa a Basaglia. Posato Disegnare il vento prendo il freschissimo di stampa Ligabue, il mio nome non ha importanza, pubblicato da Zoolibri. “ Toni è strano, nessuno lo capisce. Non è fatto per la scuola, arriva solo alla terza elementare: meglio l’Istituto Evangelico per ragazzi ritardati di Mardbarch…
L’ospedale psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia è una grande e moderna struttura, i cui padiglioni sorgono nel verde tra la Via Emilia e la ferrovia. Arriva a ospitare anche oltre duemila pazienti da tutta Italia.” E, intanto, Ligabue disegna e dipinge. Il libro, illustrato dal grandissimo Hannes Binder, è una toccantissima occasione per pensare la dimensione “estranea”, quella dimensione che corre parallela alla vita “normale”, alla Storia, agli eventi. A pag. 37 una grande tavola mette in scena Ligabue che giunge a Gualtieri, scortato da due carabinieri, mentre sulla piazza si fa avanti il maestro elementare Benito Mussolini. E’ un’imprecisione storica, le date non coincidono, ma l’effetto è potente.
Ancora un manicomio. "Il pavimento era più lucido di uno specchio, la sala era lunghissima, come nei sogni, e aveva su un lato solo un muro bianco, e sull’altro, smaltato di grigio fino all’altezza di una spalla di uomo adulto, una larga finestra serrata, dietro alla quale stavano, seduti su delle panche di legno, come cose appoggiate, uomini di età indefinibile. Vecchi ragazzi. Erano calmi e belli, alti, calmi e tristi. E non mi facevano nessuna paura. Arrivammo al reparto femminile.”
La protagonista di Batti il muro, romanzo di Antonio Ferrara, pubblicato da Rizzoli, entra per la prima volta in un manicomio: vuole vedere cosa si cela dietro quel muro, in quell’ospedale dove sua madre spesso trascorre periodi di tempo. C’è tanta sofferenza in questo romanzo, ma via via la bambina cresce, si fa donna e vince il suo dolore.
Ed infine Idiot, l’albo illustrato danese, opera della coppia Oscar K. e Dorte Karrebaek. Su questo libro si dovrebbe ragionare a lungo perchè pone problemi profondi. Il testo, non facile, necessita di una traduzione attenta, per noi ancora in corso. Fra qualche giorno cominceremo a prendere in esame il dolore psichico e i libri per ragazzi, in collaborazione con l’azienda ASL di Bologna: tre incontri in Cappella Farnese (vedi programma su fieridileggere.com)
Grazia Gotti

venerdì 22 aprile 2011

Una storia "tascabile"

Si chiamano tascabili e dovrebbero stare in una tasca, ma nel tempo sono diventati sempre più spessi, arricchiti da un numero infinito di pagine, e le tasche sempre più piccole.
Piccolo grande Uruguay è davvero tascabile, adatto alle tasche della giacca che mi accompagna nelle passeggiate nel vento, in Sardegna. Scritto da Alicia Baladan, pubblicato da Topipittori, il libro, in 115 pagine, ci porta in Uruguay. Ci obbliga a ricercare la sua collocazione geografica e a ricordare, assieme all'autrice, una drammatica pagina della storia del '900. Sono gli anni '70, il paese è controllato da una didattura militare che oltre ad avere cancellato i diritti civili, ha portato il paese verso il baratro economico e sociale. Gli oppositori del regime sono in carcere e stessa sorte è toccata al padre di Alicia, accusato di sovversione e di atti contro il regime. Alicia delinea con una scrittura fresca, capace di rimanere leggera anche quando i toni narrati sono plumbei, una storia di vita, la sua. Una storia di crescita in un paese in cul la dittatura cercava di spegnere ogni speranza di alternativa, il racconto della quotidianità e poi l'obbligo dell'esilio come unica oppurtunità per garantirsi un futuro. Bellissime le ilustrazioni in bianco e nero che ora informano, ora dichiarano i sentimenti, ora offrono straordinarie visioni.
Silvana Sola

giovedì 21 aprile 2011

Sii prudente

Xavier- Laurent Petit è stato maestro. Come per tanti affermati scrittori per ragazzi il suo percorso nasce dall’incontro diretto con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Non sappiamo se le sue storie sono state influenzate dall’insegnamento, ciò che sappiamo, leggendo i suoi libri, è che ai ragazzi si rivolge con la volontà di raccontare la vita, la morte, la guerra.
Nell’ultimo romanzo pubblicato in Italia da Rizzoli, Be safe, uscito quattro anni dopo l’edizione francese (presso L'école des loisirs), Xavier-Laurent parla di giovani in guerra.
Descrive una cittadina americana di provincia, l’assenza di lavoro, un posto nell’esercito visto come possibilità di futuro. Ma il lavoro non è quello annunciato: nell’esercito per essere pontiere, costruire ponti, non per abbatterli.
Addestrato per uccidere Jeremy svela al fratello, mail dopo mail, la paura e l’orrore di una guerra che logora i nervi, distrugge l’umanità dell’individuo, annienta il pensiero, semina morte.
Il libro, attraverso la voce narrante di Oskar, parla “coraggiosamente” di diserzione come unica possibilità per recuperare la dignità, per non impazzire, per non sentirsi ostaggi di un conflitto non capito, non condiviso, lontano dagli scopi pubblicamente dichiarati.
Ma Be safe parla anche di musica, di gioia, della potenza del sentimento, degli affetti conosciuti e della scoperta dell’amore, di spazi del vivere in cui si può rischiare, in cui si può decidere di essere "imprudenti".
Silvana Sola

mercoledì 20 aprile 2011

Clément Oubrerie e la sua nuova Zazie


Macchifastapuzza… (nel fumetto puzza è diventata “tanfo”) è l’esclamazione di zio Gabriel in attesa della nipote Zazie, oltre che indimenticabile incipit del romanzo di Raimond Queneau uscito nel 1959.
Per la versione fumettistica di Zazie nel metrò (in Francia edito da Gallimard nel 2008) in Italia abbiamo dovuto attendere prima l’uscita de Il piccolo principe di Joan Sfar del Natale scorso (anche lui Gallimard, 2008), entrambi usciti per la Lizard – Rizzoli.
L’eroina, a cui siamo affezionatissimi tanto da avergli dedicato il nome del blog, resta anche nella nuova veste, il personaggio spumeggiante, anticonvenzionale, energico e irriverente che è da più di 50 anni.
Oggi, dopo la versione filmica del 1960 di Louis Malle e le tantissime edizioni (ricordiamo per le illustrazioni il Folio Gallimard di Roger Blachon) Zazie la possiamo vedere nella nuova versione di Clément Oubrerie, attraverso il suo segno garbato anche se sporco, materico a volte chiassoso (vedi nel blog Lizard alcune tavole dell'artista).
L’illustratore e fumettista d’oltralpe, nato a Parigi nel 1966, ha iniziato negli anni ‘90 a lavorare per le maggiori testate giornalistiche francesi come illustratore, con la sua agenzia WaG. Si dedica all’edizione per ragazzi, pubblicando per Albin Michel, Hachette, Seuil.
Parallelamente si occupa di disegni animati. È cofondatore di due studi di animazione, l’ultimo, Autochenille Animation, con l’amico Joan Sfar. Passa ai fumetti tardi, il suo primo titolo è Aya de Yopougon, che vince il primo premio per il migliore album a Angoulême 2006.
David Tolin

martedì 19 aprile 2011

Specchio, specchio delle mie brame, chi è l'adulto migliore del reame?

Janna Carioli racconta, tra rima e poesia, il mondo dei grandi visto attraverso gli occhi dei piccoli.
Occhi grandi e attenti che mettono in evidenza le ingiustizie, le bugie, le zone d'ombra degli adulti che li accompagnano nella crescita.
Il libro, I difetti dei grandi, in catalogo per Mondadori nella collana "I sassolini a colori", affida ai bambini, con l'aiuto dell'abile penna dell'autrice, il compito di segnalare agli adulti errori, eccessi, esagerate aspirazioni.
Li mette davanti ad uno specchio che prende corpo nelle perfette illustrazioni di Grazia Nidasio, una delle più grandi illustratrici italiane del nostro tempo.
E nel libro i bambini, mentre chiedono di essere bambini, invitano i grandi a guardarli, a stare con loro, a condividere il presente e a mettere insieme il futuro.
"Queste poesie sono dedicate ai bambini che saranno adulti meravigliosi e ai grandi che vogliono diventare migliori."
Silvana Sola

Domani, nell'ambito delle iniziative di Fieri di Leggere, Janna Carioli incontrerà i bambini al Teatro Comunale di Argelato.

lunedì 18 aprile 2011

Luisa Mattia - Premio Pippi 2006

Ringraziamo Luisa Mattia vincitrice del Premio Pippi 2006, per il prolungamento dei nostri AD#

LA MEDAGLIA DI PIPPI
Discorsetto che avrei voluto pronunciare (cosa che non feci)
quando ho ricevuto il Premio Pippi di Casalecchio di Reno , 2006
Se avessi potuto disegnare una medaglia per Pippi Calzelunghe, l’avrei fatta a forma di treccia. Una bella treccia con un fiocco piccolo e un po’ storto, tanto per non compiacersi della perfezione. La treccia, però, l’avrei voluta bella, ben riuscita, con la sua trama semplice, il suo andare e venire e tornare che somiglia a un sentiero ma ha le forme di un gioco che potrebbe non smettere mai. Un capo si unisce all’altro, uno dopo l’altro e sembra non cercare un nodo né una fine.

Le trecce sono una bellezza, una metafora che richiama le storie, le loro trame, l’intreccio. E, dunque, i libri. Quelli che scrivono le capriolanti scrittrici.
Sì, le capriolanti, quelle che – incuranti del rischio – s’avventurano lungo le strade erte e seducenti della narrazione, portandosi appresso il loro mondo (come Pippi) e prendendo casa da sole (come Pippi) dentro i meandri della fantasia, nel gomitolo stretto delle parole e della lingua del racconto.

Le capriolanti scrittrici raccontano, vivono il mondo al raddoppio, gustando il tempo e i sentimenti nella vita quotidiana (che bella parola, vero? Vuol dire che ogni giorno ti svegli e vai srotolando passioni e scoperte) insieme al tempo largo e sorprendente del tempo della narrazione.

Vivono, le scrittrici capriolanti, il tempo dell’ Io sono e quello del c’era una volta.
E quando entrano nel tempo circolare del c’era una volta vanno in cerca di amici (i lettori) e li fanno entrare nel tempo del “c’è ancora”. Come Pippi, che apre la porta ai suoi amici e gli fa da nocchiero e maestra di storie, dentro la sua casa. Lì, proprio lì, dove passato e presente hanno trovato dimora.

Scrivere per raccontare è un privilegio, una perla di mare, un bicchiere pieno di neve. E basta ad ampliare la vita, i sentimenti, le persone, a pennellare il mondo, a penetrarlo, a conoscerlo, a cambiarlo.
Raccontare è un vizio da cui non si vuole guarire, un gelato che ti svela sapori. E il gusto del freddo sui denti. E la gioia del fresco sulla lingua. E la voglia di provare ancora quella delizia con le dita sporche di zucchero e panna.
Raccontare è un invito a chi legge. Un richiamo, una terra promessa che richiama i lettori, li vuole imprigionare dentro la seta brillante di una tela di storie.
Raccontare, dunque, può bastare a chi scrive. E’ un premio, come fosse corona brillante di parole e di voci.

Ma Pippi è piena di desideri e così al premio del narrare ha aggiunto un Premio, il Pippi biennale, che aspetta scrittrici capriolanti e ignare. Aspettava me, nell’anno 2006, che sembra lontano e invece è proprio ieri. Aspettava me, scrittrice felice e inconsapevole che al premio di scrivere si potesse aggiungere un altro premio che ti arriva da chi legge le tue storie.

E’ un premio speciale, perché si chiama Pippi e si mette a cercare le scrittrici, le femmine insolite come la Calzelunghe che s’appende agli alberi, porta in collo i cavalli e vive da sola in una casa piena di vitale disordine.

Va cercando, il Premio Pippi, le storie che possono travolgere il corpo dei lettori. Il corpo, proprio. Non solo la testa ma proprio tutto tutto quel che c’è da toccare, perché chi legge ci si mette intero – come le capriolanti scrittrici, del resto – dentro una storia.
E se gli piace non ne vuole più fare a meno, se la porta dietro, gli si annida nelle orecchie, gli viaggia tra i capelli e gli sporca le mani.

E’ uno sporco amabile e appiccicoso come il miele quando ci metti le dita.
E’ uno sporco che si fa leggere e invita chi ha vinto la Pippi del premio a fare altrettanto, a sporcarsi, a continuare la danza allegra e irregolare dello scrivere per raccontare, tenendo d’occhio Pippi, le sue trecce, le tracce del suo andare senza una mappa ma cercando (e trovando) una rotta.

Ho avuto, nel 2006, con LA SCELTA (Edizioni Sinnos), la medaglia di Pippi, la promessa di una treccia da continuare a disegnare, di un’esplorazione da non smettere di fare. L’invito, dunque, a scrivere per raccontare.
Capriolando per amore, senza pudore, azzardando le voci, gli umori, le parole. Esagerando, come Pippi. Volendo bene a cani, cavalli, scimmie e bambini. Come Pippi. Facendo rumore quando ce n’è bisogno. E silenzio quando c’è un po’ di dolore. Praticando la bellezza del No, del disobbedire, cercando, se ancora si può, nuovi modi per raccontare. Come Pippi.
Roma, 15 aprile 2011

domenica 17 aprile 2011

AD#11 Premi e discorsi

L’uscita einaudiana del piccolo libretto di Mario Vargas Llosa, Elogio della lettura e della finzione, che presenta il discorso tenuto a Stoccolma il 7 dicembre 2010 in occasione del conferimento del premio Nobel per la Letteratura, ha dato modo di discutere in redazione di premi e discorsi.

AD#10 Il discorso di David Almond


Ho appena finito di leggere il fascicoletto a cura di Ibby Italia, stampato da Salani, al fine di diffondere il discorso di accettazione di David Almond in occasione del Premio Andersen, conferitogli nel 2010, e sono presa dalla piacevole sensazione di essere circondata di amici, compagni di strada.

AD#9 Premi italiani

Tutti conoscono il Premio Andersen che si assegna ogni anno nella splendida cornice di Sestri Levante. È un premio che prende in esame l’intera produzione editoriale di una stagione, ne studia ogni aspetto, formula una prima selezione, poi decreta i vincitori.
Vengono poi i premi letterari di rilevanza nazionale:

venerdì 15 aprile 2011

E’ primavera, raccontami l’inverno

“C’era una volta un orso. Era un orso pigro e un po’ peloso come sono più o meno tutti gli orsi. E finita l’estate andava a letto per restare in letargo con il freddo. Che paura gli faceva il lungo inverno!”
L’orso è addormentato e inizia a sognare: viaggia in luoghi sconosciuti, incontra una farfalla che lo prende per mano e lo conduce verso emozioni nuove, si muove nel passaggio delle stagioni e della vita. Al suo risveglio, quando la primavera colora il bosco, chiama a raccolta tutti gli altri animali per condividere con loro tutto quello che ha visto, sentito, ascoltato.
Scritto a quattro mani da Federica Iacobelli e Vito Contento, pensato e realizzato per immagini da Chiara Carrer, Raccontami l’inverno, in catalogo per Rizzoli, è un album illustrato per piccoli e grandi lettori, lieve e profondo, tenero e divertente, un libro in cui testo e figure si muovono assieme, in una regia voluta, che consente di fare un picture book in cui i fili dell’imbastitura, di cui parla il grande Maurice Sendak, sono abilmente celati.
Domenica 17 aprile alla Libreria per Ragazzi Giannino Stoppani, alle 19, presentazione del libro con gli autori e apertura della mostra delle tavole originali di Chiara Carrer.

giovedì 14 aprile 2011

Il valore di un naso rosso pagliaccio

Sono incappata in questo libro per caso, uno sguardo veloce e nel giro di pochi secondi era mio.
Incontro inaspettato quello con La banda del mondo di sotto, ma ricco di riflessioni e permeato di emozioni contrastanti. In questo piccolo libro edito da Giralangolo, Paola Dalmasso pone i riflettori sulla drammatica condizione di vita dei ragazzi rumeni. L’intreccio non è caratterizzato da scene edulcorate o moralistiche sulle condizioni sociali di Bucarest, anzi l’autrice tiene il lettore incollato alla pagina con un giallo avvincente. Questa è la storia di Ion, Moimir, Dimitru, Alina, ragazzi e bambini che vivono nelle fogne della capitale rumena, organizzandosi in bande e vivendo di espedienti.
Ion e il suo cane sono i protagonisti di questo noir incentra
to sulla sparizione, in circostanze misteriose, di due amici del ragazzo, che porterà il giovane boskettaro a scoprire realtà terribili, ma anche ad incontrare figure positive, prima fra tutte quella di Miloud. Prima fotomodello, poi diplomato in arte circense, animatore in ospedale e in istituti, attore, Miloud ha deciso di dedicare la sua vita ai boskettari, e sarà la chiave di volta sia per risolvere il mistero, sia per il futuro di Ion e i suoi amici. Nell’ultima fatica della Dal Masso c’è la volontà di portare ai più giovani un argomento di grande importanza sociale. Spesso ci si interroga su cosa “dire” o non “dire” ai ragazzi, su quanto sia giusto far loro vedere telegiornali o i pochi programmi di approfondimento presenti… Questo libro ci suggerisce come fare. La banda del mondo di sotto racconta la situazione sociale della Romania dopo la caduta del regime di Ceauşescu, racconta la verità.
Racconta di adolescenti e di bambini che popolano i cunicoli sotterranei di Bucarest per proteggersi dal rigido inverno, presenta figure adulte estremamente negative che usano i ragazzi per traffici illeciti, ma dà anche speranza raccontando di Miluod. Sì, perché è giusto che i ragazzi sappiano che gli uomini possono essere cattivi, cattivi davvero fino in fondo, ma che esistono anche adulti buoni, dotati di una forza d’animo e di una coscienza sociale che permettono di guardare al mondo con una ritrovata speranza. Miloud imparando il rumeno, scendendo in quelle fogne e incontrando quei bambini, ha portato loro una possibilità di futuro. La sua non è carità, non è elemosina, è desiderio di ridare dignità a chi non ha ancora l’età per averla persa. Miluod fa conoscere una possibilità di vita e concede “il lusso” di una scelta. Quanto può fare il naso rosso di un clown? Tanto.. per grandi e piccini: porta un sorriso, che sia al circo, nella corsia di un ospedale o nella strada di una grande città, è un antidoto contro l’indifferenza. E’ giusto che i ragazzi sappiano, è giusto proporre libri di questo tipo perché, a differenza del telegiornale, qui c’è la speranza: sostenendo Miloud e PARADA qualcosa può cambiare.
Giuditta Greco

mercoledì 13 aprile 2011

La parola poetica


Elio Pecora è un grande poeta, Beppe Giacobbe è un illustratore affermato nel panorama internazionale: Un cane in viaggio, uscito per i tipi di Orecchio Acerbo, è il libro che li fa incontrare. Un libro che mette in pagina due racconti in versi, due speciali filastrocche che ci riportano la straordinaria abilità di Elio Pecora, il suo lavoro attento e mai scontato sulla parola.
Beppe Giacobbe dà volto a un cane “con un orecchio bianco e uno marrone”, al suo viaggio, agli incontri con un mondo animale pieno di gioia, di voci, di musica.
Grande è la lepre, denso di colore il gallo, piene di movimento le illustrazioni.
Nel secondo racconto in versi Elio Pecora racconta la città in cui vive, una Roma meravigliosa, ma affollata, rumorosa e le figure di Giacobbe lo accompagnano a ricercare la quiete, lo portano per mano verso un parco, un orto, un giardino dove c’è “pane fresco con formaggio da mangiare sotto il faggio”.
Domani, con il modulo dedicato alla poesia (la poesia nei libri di tutto il mondo, quella della ricerca, quella delle immagini, quella da recitare) si conclude la parte teorica del corso dell’Accademia Drosselmeier 2010/2011.
Scintille e piroette , "prolungamento" ideale dell'Accademia, è un bellissimo esempio di come attraverso la poesia si possano fare attività intelligenti con i bambini.

martedì 12 aprile 2011

Viva il web


Non sono una fanatica della rete, non uso facebook, ma per conoscere i libri per bambini penso che la rete permetta una documentazione che fino all’altro ieri era impossibile se non a prezzi altissimi per tempo e denaro. Oggi basta un lieve tocco di polpastrello e, comodamente, dal giardino di casa posso vedere la copertina e gli interni di un testo di Norton Juster con le illustrazioni del nostro Domenico Gnoli. Conoscevo l’edizione americana de Il barone rampante con i disegni di Gnoli ma questo Juster mi era sconosciuto. Juster è l’autore di The Phantom Tolbooth, libro di culto per gli americani, tradotto da noi nei primi delfini Bompiani con il titolo Il casello magico. Al tempo della collana “L’occhio tattile” per Motta Junior era mio intendimento far uscire due titoli per volta, uno dedicato ad un maestro del passato e l’altro ad uno del presente. Ho sempre amato la pittura di Gnoli e feci dunque scrivere il testo ad un giovane scrittore, sceneggiatore italiano, Enrico Vecchi. La storia piacque anche alla vedova Gnoli, che detiene i diritti morali dell’opera. Poi il libro non uscì perchè la vedova non approvò la messa in pagina. Peccato, era una bellissima storia d’infanzia e di crescita di un artista contemporaneo, morto purtroppo all’età di trentasette anni e non molto conosciuto al grande pubblico.
Grazia Gotti

lunedì 11 aprile 2011

"The Most Beautiful Book of the Year"

Rimettendo ordine fra le borse del dopofiera, ho ritrovato un libro bellissimo!!!!!!!! Con questo titolo Svein Nyhus si è aggiudicato il premio norvegese per il miglior picture book del 2011. E’ un libro che gli ha preso molto tempo, tempo per pensare e per realizzare il catalogo “delle cose che sono,” viste da uno sguardo bambino e disegnate nella più felice sintesi di maestria tecnica e di pensiero sul disegno infantile che artista abbia mai prodotto. Un’opera che davvero si distingue e che meriterebbe l’interesse critico e l’attenzione degli editori del mondo. Da tempo i libri nordici non arrivavano al cuore degli editori europei, ma poi bastò il premio a Stian Hole, per accorgersi che in Norvegia emergevano giovani talenti(L’estate di Garmann è in arrivo per Donzelli). La singolarità di Svein è sottolineata anche dal rigoroso lavoro grafico, un lavoro di maniacale dedizione alla pagina, capace di coniugare grafica e illustrazione, fondendole in armonioso matrimonio. Nel sito di Svein, che qualche anno fa a Bologna mi ha fatto un ritratto rapido con la biro blu, potete ammirare anche la serie di manifesti che ha realizzato per una compagnia teatrale che mette in scena Pinocchio, Matilde, fra i classici della letteratura per ragazzi.
Grazia Gotti

domenica 10 aprile 2011

AD #8 Il fumetto e i bambini

Abbiamo a lungo aspettato il ritorno del fumetto per i piccoli, senza mai perdere la speranza che nel mondo degli adulti che si occupano a vario titolo di fumetti, dagli autori agli editori, dagli studiosi agli organizzatori di festival, sarebbe rinato uno spirito pro-fumetto capace di rivolgersi di nuovo al pubblico che all’origine del medium ne decretò l’enorme successo.

AD #7 Vietati ai minori?

Il fumetto in Italia è una pratica poco diffusa rispetto ad altri paesi europei e comunque spesso legata all’editoria periodica. Gli italiani sono forti lettori di Diabolik o dei numerosi personaggi Bonelli edizioni, Tex, Dylan Dog, Zagor…. Solo per citarne alcuni.I bambini sono lontanissimi da questo mondo. E l’editoria specializzata per ragazzi italiana continua a non interessarsene.

AD #6 Black Velvet

I californiani di Blue Apple, bravissimi nel produrre libri per bambini, da qualche tempo propongono i fumetti per i piccoli con risultati davvero felici. I piccoli libretti della serie “Balloon Toons” sono un bell’esempio di fumetti per principianti lettori. Mike Herrod, uno degli autori della serie, ha anche prodotto due titoli che invitano i bambini a disegnare e a creare i fumetti.
Li ho sfogliati in compagnia di Sergio Rossi, editore con Omar Martini di Black Velvet.
Ringrazio Sergio per la bella chiacchierata e riporto qui alcuni punti.

AD#5 Romanzi e fumetti

Ci sono storie che toccano i fumetti e che raccontano del mondo di chi li disegna e di chi li legge.

venerdì 8 aprile 2011

Libri per conoscere

Sta per concludersi il master dell’Accademia Drosselmeier con due moduli dedicati alla divulgazione e alla poesia. Per la divulgazione ci onora della sua presenza Giacomo Spallacci, giovane editor di Editoriale Scienza. La divulgazione, settore importante dell’editoria per ragazzi, non gode di grande cura mediatica e promozionale. Oltre che sulla grande stampa, anche su quella specializzata e sulla rete, i libri di non-fiction non sono molto presenti.
Cercheremo di riparare ripromettendoci maggiore attenzione. Cominciamo dunque con tre gioielli nati in Francia presso Albin Michel e portati in Italia da L’ippocampo. I tre albi portano la firma della disegnatrice e pittrice Emmanuelle Tchoukriel, specializzata in illustrazione medico-scientifica. Un tempo, la mostra illustratori della Bologna Children’s Book Fair selezionava anche opere di non fiction e produceva una mostra separata dotata di un proprio catalogo.
Sarebbe opportuno riprendere la tradizione e riscoprire queste vocazioni apparentemente inattuali, in un’ epoca digitalizzata, contro la quale reagiscono artisti che rimandano ad un visivo ricco della precisione dei primi naturalisti, prima ancora della fotografia, quando la mano dell’uomo era in grado di riprodurre gradi di verosimiglianza, senza abdicare all’eleganza e alla grazia sia del segno che del colore.
Grazia Gotti
PS Dal sito della casa editrice, è possibile "sfogliare" una preview dei tre inventari illustrati: animali, frutta e ortaggi, mare.

giovedì 7 aprile 2011

Dentro al coro

Roberto Piumini è stato attore
e la sua voce ha note calde che amplificano il pensiero, è narratore abile, capace di conquistare il pubblico, è scrittore attento a mettere in pagina “l’immaginario”, è poeta, colto artigiano della parola. E’ stato anche corista e al coro, ad uno speciale “Coro Arcolbaleno” sono dedicati due suoi romanzi brevi, Il canto di Micaela e La voce di Sasha, in catalogo per Einaudi Ragazzi. Un coro mette insieme persone che si esprimono attraverso il canto, è luogo ideale di incontri di sonorità e di armonie, è il contenitore nel quale possono dialogare esperienze musicali diverse. Una maestra di musica appassionata, la volontà di creare uno spazio fisico e mentale nel quale far confluire musiche, suoni e voci da tutto il mondo, ragazzini che vogliono cantare, sono un terreno in cui si muovono i protagonisti delle storie. Sasha arriva dall’Albania e il timore di non dire le cose giuste al posto di frontiera lo rende balbuziente, Micaela pensa, con malinconia, alla patria lontana e il ricordo del Perù la avvolge in una particolare solitudine. Entrambi troveranno nell’esperienza canora la possibilità di uscire dall’isolamento, dalle paure: il coro sarà per loro casa e reale luogo d’incontro tra culture diverse, palestra di confronto e spazio delle amicizie.
Roberto Piumini, in un’intervista a Cremona online, ci ricorda che: “Il coro è un'esperienza umana ed educativa straordinaria e con la sua ricchezza può essere utile alla risoluzione dei problemi socio primari dei bambini. Potrebbe rappresentare, in questo senso, una grande occasione così come l’educazione scolastica”.
Silvana Sola

mercoledì 6 aprile 2011

Song of the Dove

In fiera ho visto tanti libri. Fra quelli che più mi hanno colpito l’ultimo di Gary Kelley, l’ultimo della coppia danese Oscar K. e Dorte Karrebaek, per i quali ho fatto il tifo per l’Astrid Lindgren Memorial Award. C’era anche un altro libro che mi aveva colpito, ma non essendomi annotata nè titolo, nè autore, nè editore, lo avevo dimenticato. Ricordavo che era australiano e che raccontava una storia italiana. Ora il libro è qui accanto a me, come per magia me lo hanno recapitato con un biglietto a fiera finita. E’ una love story basata sulla storia di Vincenzo Bellini e Maddalena Fumaroli. L’autrice australiana Errol Broome era in catalgo nella collana “I delfini” fino al 2008, l’illustratrice Sonia Kretschmar è una nuova e gradita sorpresa. Dal suo sito si legge che ha messo in vendita dei suoi lavori per sostenere i giapponesi colpiti dal terremoto.
Song of the Dove è un album con figure da leggere e guardare ascoltando Casta Diva. La fiera è magica e finisce troppo in fretta. Che ve ne pare dell’elaborazione grafica per il 2012?
A me piace molto, è lieve, leggera, permette la trasparenza, rivela il segno con discrezione. Bravo Chia!
Grazia Gotti

martedì 5 aprile 2011

Cécile, i Baoulé e Coniglio Cacchetto

Prima suggestione in risposta al primo AD# sulla scuola.

Dopo essere stata felicemente pungolata da diversi stimoli in fiera e dopo aver riflettuto su quanto pubblicato sull’Approfondimento Domenicale vi presento un’altra emozionante “esperienza” di insegnamento: quella di Cécile.
L’ultimo romamanzo di Marie-Aude Murail pubblicato per Giunti narra la storia di una giovane maestra che per la prima volta si affaccia nel mondo della scuola elementare.
Come per tutti, l’inizio non è mai facile e la dolce Cécile viene assegnata all’Istituto Louis-Guilloux, che può rimanere aperto grazie all’arrivo di dodici piccoli molto particolari: la tribù dei Baoulé. Ivoriani, scappati in Francia con la madre, ancora in attesa di una lettera dell’Oprafa che conceda loro l’asilo politico, sconvolgeranno a poco a poco la vita di tutti gli insegnanti della scuola, ma segneranno indelebilmente il cammino di crescita professionale ed umana della giovane protagonista.
Nelle pagine di questo romanzo si respira passione vera, vocazione per un mestiere che non è solo un lavoro, ma è anche una missione: curarsi delle nuove generazioni responsabilmente, lucidamente e con quell’affetto che non è quello del genitore, ma quello dell’educatore.
Cécile è giovane, inesperta, agli esordi, ma subito capisce che di fronte ad una classe non puoi permetterti di tentennare, di avere paura; l’insicurezza, il senso di inadeguatezza devono trasformarsi in stimolo per volersi migliorare sempre, per ricercare il metodo di aiutare ogni alunno nel cammino di apprendimento.
Coniglietto Cacchetto, un apparente innocuo personaggio di una storia inventata per uscire da una situazione di empasse, si rivelerà protagonista di una serie di racconti creati dalla fantasia di Cécile, che ogni volta trattano un argomento caro ad un suo scolaro così da essere metafora e sostegno per ciascun bambino della prima elementare della Louis-Guilloux.
Marie-Aude Muriel, già autrice di Oh, Boy! e Mio fratello Simple, con una scrittura scorrevole, ma dai toni sempre delicati e poetici, ci parla di una giovane leva animata dal sacro fuoco, un fuoco che forse oggi non arde nell’insegnamento nei diversi ordini di scuola. Forse è indebolito dal contesto socio culturale in cui ci troviamo. E dunque Cécile è portatrice di speranza perché crede che il futuro sia per tutti e non si tira indietro tra notti insonni e azioni un po’ “scellerate”, trascinando con il suo entusiasmo e la determinazione i suoi colleghi forse un po’ ingrigiti e demoralizzati dalla routine quotidiana.
Giuditta Greco

lunedì 4 aprile 2011

La tavolozza dei colori dei sentimenti

Oggi voglio fare il bis. Vorrei proporvi non una, bensì due storie che hanno in comune un tema delicato, ma che osano affrontarlo con i bambini e i ragazzi, usando un linguaggio variopinto: quello dei colori. La prima ha per protagonista un bambino di 9 anni che instaura un rapporto di profonda amicizia con il suo vicino di casa pittore. Grazie a lui, i colori della vita e dell’arte cominciano ad assumere un nuovo significato e a tradursi sulla tela in veri e propri sentimenti. Ed è bello sapere che la pendola al piano di sopra segna le ore che lo separano dal prossimo incontro con l’amico, in cui scoprire nuove sfumature di sensazioni. Insieme parlano infatti del rosso dell’amore, del giallo della gioia, del beige della nostalgia e del bianco del nulla. Ma un giorno tutto cambia: “la sera, quando sono andato a dormire, ho cominciato ad aspettare, aspettare, aspettare. Nulla, solo quell’immenso bianco. Non avevo mai pensato che il silenzio potesse essere così bianco. E a quel punto, allora sì, mi sono reso conto che il mio amico era morto davvero, e che il bianco faceva più male del nero, più male di qualsiasi altro colore”.
Queste sono le emozioni colorate che si scatenano in lui di fronte a una delle tragedie forse più estreme e misteriose della vita, che la scrittrice brasiliana Lygia Bojunga ha voluto raccontare ne Il mio amico pittore. È un piccolo volume edito da Salani nella traduzione di Orietta Mori, che nel 2004 ha vinto il premio internazionale in memoria di Astrid Lindgren. Ma lo scorso anno anche Alessandro D’Avenia ha scelto uno di quei “perché” inspiegabili e indigesti come filo conduttore della sua storia per ragazzi. In Bianca come il latte, rossa come il sangue, edito da Mondadori, conosciamo Leo, un ragazzo di 16 anni che ha paura del bianco proprio come il bambino di Lygia, ma va matto per il rosso, il colore dei capelli di Beatrice. “Il bianco è un colore che non sopporto: non ha confini. Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. Un niente senza parole e senza musica”. E in questo terribile bianco verrà risucchiata anche Beatrice, seppure in modo diverso dal pittore, ma l’autore ce lo racconta con la stessa tavolozza di colori per rendere ogni sentimento con una tinta diversa. Vi invito a leggere entrambi i romanzi per confrontare le due diverse sensibilità cromatiche.
Valentina Allodi

domenica 3 aprile 2011

AD#4 I maestri cronisti dell'Italia bambina



di Antonio Faeti

tuttoLIBRI 26 marzo 2011

Prima e dopo Mario Lodi. Torna il diario della scuola di Vho

AD#3 Scrittori, lettori, educatori: maestri



a cura di Chiara Del Tufo Tra le tante iniziative realizzate durante la Fiera del libro per ragazzi di Bologna, particolarmente interessante è stata la tavola rotonda organizzata, dall’Associazione Forum del libro, mercoledì 30 marzo: “Teacher writers, readers and educators”, con gli interventi di Vinicio Ongini, Ives Grevet, Luisa Mattia, Cristina Petit, l’introduzione di Giovanni Solimine e il coordinamento di Silvana Sola.

AD#2 Quando la scuola sperava nel futuro

di Matteo Marchesini

Matteo Marchesini, poeta, ( Tipi di topi e altri animali, Giannino Stoppani edizioni) saggista, critico, interviene su quotidiani nazionali e locali. Il 31 marzo, su il Corriere della sera di Bologna, nella rubrica “Bologna fuori catalogo”, dedicata a libri che hanno per argomento la città turrita e che non si trovano più sugli scaffali delle librerie ci propone un libro del 1965. Riportiamo qui l’articolo.

AD#1 Lettera d'amore alla scuola pubblica

di Luisa Mattia


Quando ero piccola, vedevo mio nonno sfogliare le pagine di un vecchio (e un po’ muffito) vocabolario. Mio padre studiava la sera, dopo il lavoro, per prendersi il “diplomino”. Mia madre leggeva libri, riviste e enciclopedie. Mia sorella leggeva e scriveva perché andava a scuola già da un pezzo. Io ero l’analfabeta di casa. Desideravo andare a scuola, per avere quello che ai miei genitori e al nonno era stato negato: saper leggere, saper scrivere e far di conto.

sabato 2 aprile 2011

Accade a Bologna


[…] “Vista dalla Spagna, dalle sue pagine culturali, l'Italia sembra viva”. Così si conclude il pezzo di Giovanna Zucconi, nella sua rubrica Che libro fa su La Stampa di sabato scorso. È vero che, quando vogliamo sapere come ci sta qualcosa addosso chiediamo agli amici: <>. Abbiamo così il rimando di un altro sguardo, che ci scruta e riesce a dirci, se è un buon amico: << Il rosa non ti dona per niente, prova con il verde>>. Se, invece, è un amico che ci guarda senza vederci avremo lodi che ci faranno credere di essere la reincarnazione di Grace Kelly... Cosa c'entra questo con un post di un blog dedicato all'editoria per ragazzi? Si è conclusa da qualche giorno, a Bologna, la più importante fiera dedicata ai libri per ragazzi, una fiera che ogni anno vede crescere la partecipazione dell'editoria internazionale, che coinvolge tutto il mondo e non solo il tinello di casa nostra. Una fiera in cui vengono gettati i semi per la crescita dei lettori, i lettori forti non quelli da un libro all'anno, da conquistarsi con l'unica arma utilizzata dalla lobby editoriale: quella dello sconto. Una fiera che sta sui contenuti, i cui partecipanti paganti un biglietto di 25 euro, hanno un’età media più bassa del costo del biglietto. Giovani illustratori, giovani autori che, con i loro book, senza foto seducenti, affollano gli stand stranieri, in fila anche per ore, per mostrare, parlare (esclusivamente in inglese) e concludere contratti per la pubblicazione dei loro libri all'estero. Certo, molti torneranno a casa senza nessun contratto, ma nel frattempo avranno incontrato un pezzo di mondo, avranno visto quello che i loro colleghi coreani, iraniani, lituani e di altre nazionalità, stanno facendo, si saranno scambiati idee, contatti, opinioni e, una volta a casa, continueranno a seguire questo mondo affollato a cui qualcuno ha messo il silenziatore. Questi ragazzi hanno i loro blog, le loro pagine facebook, i loro canali e, come nei mondi che raccontano, hanno sviluppato quella lingua “transmentale” che li aiuta a resistere e a guardare al futuro. Nel frattempo le fortezze delle pagine culturali italiane assomigliano sempre più a lande desolate, in cui già oggi possiamo dire quello che leggeremo domani.

Agata Diakoviez

La fiera è finita


Quante cose! Da dove cominciare? Dal grande successo del progetto ABC Africa Books Children. Tanti editori stranieri hanno aderito al nostro appello e già si sta lavorando per il 2012. Véronique Tadjo, venuta dalla Costa D’Avorio, e Viviana Quiñones, responsabile libri africani settore jeunesse della Biblioteca nazionale di Francia, sono state fantastiche, prodighe di consigli. Gli Africani presenti in fiera e tante persone da diversi paesi sono venute allo stand per informarsi sul progetto. Il paese più sensibile ai tempi africani è il Brasile ed è facile comprenderne la ragione. Anche l’Associazione internazionale Ibby ha risposto con entusiasmo, prima fra tutte Regina Pantos, presidente di Ibby Germany. La parola Africa si è rivelata una sorta di chiave magica che ha aperto tante porte. Anche Anna Castagnoli, autrice e blogger di Le figure dei libri (ottimo il post su Walter Benjamin), è rimasta rapita dalle immagini d’Africa e ne ha parlato a Fahrenheit. Un grande grazie a tutti quelli che hanno lavorato: Giovanni Guidi e Martina Canducci per il CEFA, le ragazze del master dell’Accademia Drosselmeir, a cominciare da Silvia Borando che ha disegnato il logo molto apprezzato da tutti, Chiara Del Tufo, Milena Albertin, Federica Azzanutto. Infine Alessandra Valtieri, Antonio Gotti, Erica Preli e Marcella Terrusi. Dopo il lunedì di pioggia è ritornato il sole e proprio all’aperto ho incontrato Bianca Pitzorno. E’ stato un incontro bellissimo: ci siamo sedute al sole e mi sono regalata un fuori programma davvero speciale. Le ho regalato Noi, Nasreen e le altre, il catalogo bibliografico sulle bambine nella letteratura. Al nostro stand sono venute tante persone, per diverse ragioni: librai, per le edizioni Giannino Stoppani, giovani che vogliono informazioni sull’Accademia Drosselmeir, bibliotecari che partecipano a Fieri di leggere, giovani che chiedono consigli, insegnanti che ci vogliono salutare, autori, illustratori. Io faccio molte gaffe, non riconosco i volti e le persone ci restano male. A me dispiace e spero di essere scusata. Sono andata a salutare Aidan Chambers, alla presentazione della nuova collana di saggistica di Equilibri, così come ho seguito un pezzettino del Forum coordinato da Silvana Sola. Ho partecipato all’incontro di IBBY Europe ( per mezz’ora) e anche a quello di Ibby Italia, per poco meno di mezz’ora. Entrambi molto interessanti. Purtroppo non sono riuscita a seguire nessun appuntamento al Caffè degli illustratori tranne quelli a cui dovevo presenziare (La premiazione del vincitore del concorso Laura Orvieto, la presentazione della mostra Viaggio con figure nelle fiabe italiane di Italo Calvino, ABC). Ho intravisto il caffè degli autori, passando, ma non sono riuscita a fermarmi. Gradita visita del Gabinetto Vieussieux di Firenze per il Premio Orvieto, rinato grazie all’impegno dell’associazione librerie indipendenti, presieduta da Agata Diakoviez. Gli affari editoriali sono andati abbastanza bene: abbiamo venduto Le penne in pugno ai canadesi e suscitato interesse con In viaggio con papà. Poi tanto off con Fieri di leggere, quest’anno ancor più ricco di appuntamenti: la serata con Claire Dé al Mambo è stata molto appagante anche per i tanti amici francesi che sono venuti a salutare. Il vernissage al Museo civico archeologico, nella magnifica cornice della sala greca, ha accolto tante persone. Il cibo e i vini erano ottimi! Anche il party AIE in libreria è andato bene; molte persone nella baraonda consueta: editori, editor, autori e illustratori facevano la fila per raggiungere il tavolo dei cibi e dei vini. Altan era particolarmente interessato ai brasiliani. Il 31 sera per il party africano, il catering era davvero gustoso. Oramai sfinite abbiamo mangiato tigelle, abbondantemente annaffiate da vino bianco e rosso. Klaus Flugge, di Andersen Press se ne è andato gridando. The best children’s bookstore in the world. Brandiva una bottiglia di vino (super) che ogni anno Giampaola Tartarini, responsabile della libreria, gli regala. Gli affari della libreria sono andati molto bene: fra i titoli del Bologna ragazzi Award il vincitore è andato esaurito la sera del secondo giorno di fiera. La libreria è rimasta aperta fino alle 10 di sera. Tutte noi stanche ma contente. Il venerdì mattina, all’alba, Silvana Sola era di nuovo ad Urbino per il suo corso, io alla biblioteca di San Pietro in Casale per incontrare le classi, Giampaola impegnata con la tenda dei giornalini e David Tolin a Padova, nella sua libreria Pel di carota, con Bernard Friot e altri autori. La promozione della lettura non conosce sosta. Ci scusiamo per le interruzioni su Zazie. A presto.

Grazia Gotti

Nuova rubrica


Cari lettori di Zazie, ci scusiamo moltissimo per il silenzio di questi giorni. Siamo stati travolti dal vortice di attività in e off fiera, rimanendo per troppo tempo lontano dal web. Speriamo ci scuserete e continuerete a seguirci numerosi. Per farci perdonare abbiamo in serbo una novità: una rubrica dal titolo AD#_ApprofondimentiDomenicali. A partire da domani, ogni domenica ci occuperemo di un tema di particolare interesse, con interventi originali o ripresi dalle fonti di informazione più significative, per riflettere a più voci su una realtà, quella della Letteratura per bambini e ragazzi e del mondo che vi ruota attorno, a cui viene dedicato sempre meno spazio sui mezzi di comunicazione istituzionali. Scriveranno per noi firme importanti, eminenti studiosi ma anche studenti, studentesse e cultori della materia, tutti desiderosi di confrontarsi e misurarsi sulle numerose sfaccettature e meravigliose controversie del mondo dei libri per ragazzi.

Prima di darvi appuntamento a domani per un'interessante riflessione sulla commistione fra il mestiere di insegnate e quello di scrittore, vi postiamo le nostre considerazioni finali sulla fiera .

Le Giannine e lo staff di Zazie