Mi rallegra il cuore sfogliare un albo di Eric Carle in italiano. Il piccolo seme, pubblicato da Mondadori, è un libro del 1970, e seguiva di un anno The Very Hungry Caterpillar, la notissma storia del bruco che diventa farfalla. C’era in Carle, classe 1929, il desiderio di raccontare, di istruire, di porre l’attenzione sui fenomeni della natura ed esprimeva al tempo stesso una giocosa indole capace di rendere lieve ogni sua storia. Ecco l’odissea di un piccolo seme che sollevato dal vento viaggia in compagnia dei compagni. Uno si avvicina troppo al sole e brucia, un altro cade sul ghiacciaio, un altro ancora annega nell’oceano, poi, ancora, uno finisce nel deserto. Quando cala il vento i semi planano sul prato, alcuni vengono mangiati da un uccello, ma non piccolo seme che se ne sta fermo buono e zitto per tutto l’inverno e non si fa prendere dai topi. Finalmente è primavera! Tempo di crescere! Ma i pericoli non sono scampati: c’è un’erbaccia cattiva, un piede di un bambino...poi il fiore, poi l’albero, poi di nuovo l’autunno e la storia si ripete. Semplice e profondo, Carle accosta un piedino roseo ad una mano dalla pelle scura, in un messaggio di fratellanza che commuove per il garbo. Ho nostalgia di quegli anni, speriamo torni a spirare un po’ di quel vento...
Dal 2002 è attivo il suo Museo, visitatissimo, presso il quale vengono ospitate mostre di illustrazione.
Grazia Gotti
PS Il tema del prossimo AD (approfondimento domenicale) sarà la botanica.
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