Si chiamano tascabili e dovrebbero stare in una tasca, ma nel tempo sono diventati sempre più spessi, arricchiti da un numero infinito di pagine, e le tasche sempre più piccole.
Piccolo grande Uruguay è davvero tascabile, adatto alle tasche della giacca che mi accompagna nelle passeggiate nel vento, in Sardegna. Scritto da Alicia Baladan, pubblicato da Topipittori, il libro, in 115 pagine, ci porta in Uruguay. Ci obbliga a ricercare la sua collocazione geografica e a ricordare, assieme all'autrice, una drammatica pagina della storia del '900. Sono gli anni '70, il paese è controllato da una didattura militare che oltre ad avere cancellato i diritti civili, ha portato il paese verso il baratro economico e sociale. Gli oppositori del regime sono in carcere e stessa sorte è toccata al padre di Alicia, accusato di sovversione e di atti contro il regime. Alicia delinea con una scrittura fresca, capace di rimanere leggera anche quando i toni narrati sono plumbei, una storia di vita, la sua. Una storia di crescita in un paese in cul la dittatura cercava di spegnere ogni speranza di alternativa, il racconto della quotidianità e poi l'obbligo dell'esilio come unica oppurtunità per garantirsi un futuro. Bellissime le ilustrazioni in bianco e nero che ora informano, ora dichiarano i sentimenti, ora offrono straordinarie visioni.
Silvana Sola
Interessante, un libro su un paese così poco conosciuto... grazie!
RispondiElimina