Xavier- Laurent Petit è stato maestro. Come per tanti affermati scrittori per ragazzi il suo percorso nasce dall’incontro diretto con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Non sappiamo se le sue storie sono state influenzate dall’insegnamento, ciò che sappiamo, leggendo i suoi libri, è che ai ragazzi si rivolge con la volontà di raccontare la vita, la morte, la guerra.
Nell’ultimo romanzo pubblicato in Italia da Rizzoli, Be safe, uscito quattro anni dopo l’edizione francese (presso L'école des loisirs), Xavier-Laurent parla di giovani in guerra.
Descrive una cittadina americana di provincia, l’assenza di lavoro, un posto nell’esercito visto come possibilità di futuro. Ma il lavoro non è quello annunciato: nell’esercito per essere pontiere, costruire ponti, non per abbatterli.
Addestrato per uccidere Jeremy svela al fratello, mail dopo mail, la paura e l’orrore di una guerra che logora i nervi, distrugge l’umanità dell’individuo, annienta il pensiero, semina morte.
Il libro, attraverso la voce narrante di Oskar, parla “coraggiosamente” di diserzione come unica possibilità per recuperare la dignità, per non impazzire, per non sentirsi ostaggi di un conflitto non capito, non condiviso, lontano dagli scopi pubblicamente dichiarati.
Ma Be safe parla anche di musica, di gioia, della potenza del sentimento, degli affetti conosciuti e della scoperta dell’amore, di spazi del vivere in cui si può rischiare, in cui si può decidere di essere "imprudenti".
Silvana Sola
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