Avevo letto Pulce non c’è e mi aveva stupito la straordinaria capacità di parlare di disabilità, di pedofilia, di affari di famiglia, di dolore e di amore fraterno, di errore giudiziario, con una lingua sincera, misurata, lontana dal rischio di patetismo. Un romanzo per adulti (ma anche per adolescenti grandi) prepotentemente reale, che ha svelato al pubblico le abilità letterarie della giovane Gaia Rayneri. Oggi la scrittrice torinese è in catalogo per Rizzoli, con un libro per ragazzi, Ugone, presente nella nuova collana “ Il cantiere delle parole”. La sua scrittura continua a sorprendere anche quando si rivolge a lettori bambini. E racconta ancora di diversità Gaia Rayneri, ma una diversità lontana dai fatti, e vicina ai luoghi dell’immaginario.
Ugone è una bellissima invenzione letteraria: grande, grosso, colloso, a suo modo spiritoso, l’operaio extra large della fabbrica di sardine è il motore di una storia dell’assurdo in cui ci sono bambini che aspirano ad indossare l’abito talare, baffi che appaiono e scompaiono, ed eventi decisamente spiazzanti. C’è, nella scrittrice, un’alta considerazione dell’infanzia; della capacità dei bambini di entrare nelle storie senza preconcetti, davvero aperti all’incontro con la narrazione. A Rodari sarebbe piaciuta molto.
Silvana Sola
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