Ho lasciato la scuola nel 1992. Insegnavo lettere alle scuole medie.
Raccontavo ai ragazzi le storie dei libri che mi piacevano. Leggevo e invitavo a leggere: Robert Westall, David Almond, Susie Morgenstern, Jerry Spinelli, il Roald Dahl di Boy e di In solitario, Il grande amico di Alain-Fournier, Peter Hartling, Claude Gutman, Alki Zei. La Zazie di Queneau, Calvino e Roberto Piumini, Giuseppe Pederiali e Donatella Ziliotto, Bianca Pitzorno e Stefano Benni.
E poi Il venditore di elefanti, nato per un pubblico adulto, ma letto con agio da quattordicenni, in catalogo, allora, per Garzanti (oggi Baldini Castoldi Dalai).
Pochi ancora i testi che raccontavano i movimenti migratori degli anni ’90 anche se all’appello, in classe, rispondevano già Mohamed, Alì, Adama, Jasmine.
Si chiama Jasmine anche la protagonista di Il viaggio della speranza, uscito per le edizioni El.
Chi scrive è Patrizia Marzocchi, giornalista pubblicista, insegnante di scuola media.
Il libro è la storia di un sogno, di un desiderio.
E’ la storia di un viaggio che inizia con un carteggio tra una scuola di Marrakech e una scuola italiana: lettere per raccontarsi, per svelare i segreti di un paese, le meraviglie dei luoghi e le difficoltà della vita.
E ciò che la carta descrive diventa vissuto: la fuga, il deserto, gli uomini blu, i cobra e i bagagliai delle auto, le onde e i campi di accoglienza per immigrati clandestini.
L’amico di penna, straordinario aiutante magico, è l’abile tessitore di fili che conduce Jasmine alla realizzazione del sogno, all’incontro più atteso, quello con il padre, che dertemina la sua nuova vita.
Silvana Sola
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