venerdì 18 giugno 2010

Gioventù senza Dio

Si è svolto l’8 giugno a Bologna il convegno “Cartoline dalla terra di nessuno. La rappresentazione degli adolescenti tra finzioni e realtà.” Il titolo, ripreso dal romanzo di Aidan Chambers, faceva pensare ad una giornata di studi sulla Letteratura, invece il sottotitolo chiariva che oltre la finzione saremmo andati a cercare gli adolescenti nella realtà.
Ha aperto i lavori Patrizia Lucchini in rappresentanza dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche) esortando a “contaminare al massimo”, a considerare i giochi di ruolo e i graffiti forme di espressione degne di accoglienza nelle biblioteche.
Tiziana Nanni di Sala Borsa ha parlato di un’esperienza tedesca che offre “un pacchetto” ai bibliotecari per aiutarli nella gestione dell’utente adolescente.
Viene da pensare ai ragazzi tedeschi che nell’ora d’intervallo a scuola, tirano fuori il loro libro da leggere. La giornata di studi è poi proseguita con Stefano Laffi, “ricercatore sociale”.
“Sono nato a Milano, ho giocato in cortile prima che diventasse un parcheggio, ho studiato economia e sociologia quando l'università non commerciava in crediti, ho fatto l'obiezione di coscienza quando era possibile obiettare, ho organizzato rassegne di film quando non esistevano multisale, ho visto i Clash al Palalido. Ma ho 41 anni non 100, e da 15 faccio il ricercatore sociale, collaboro a Radio Popolare e alle riviste dirette da Goffredo Fofi.
Stanco delle parole e della cronica mancanza di coraggio di questa città, ho pensato di agire.”
I lettori interessati potranno proseguire le ricerche sulle azioni di Stefano Laffi.
Laffi si è dichiarato un “non psicologo” ma ci ha assicurato, dalla sua autorevole “carriera di giovanologo”, che molte cose stridono. Noi adulti vediamo gli adolescenti in ozio, improduttivi, in giro. Fa invidia la loro sospensione, ci fa rabbia la loro magrezza (!) e la loro bellezza (!!!).
I racconti si fermano agli anni Ottanta (I racconti di chi?). Gli adulti non hanno più nulla da raccontare...
Sono più vecchia di Laffi, ho visto i Clash al Lyceum, e conservo vivo il ricordo delle giornate di studio dei tempi passati, quando gli studiosi (i protagonisti delle giornate di studio) offrivano al pubblico i frutti del loro lavoro. È stato detto che non c’è più il Passato, dunque non ci sono più gli studiosi?
Manuela Trinci, nel pannel della mattina, è una studiosa di cui abbiamo apprezzato a suo tempo Microbi, un nuovo modo di parlare di infanzia prendendo anche in esame i libri per bambini. Troppa psicologia nella vita quotidiana, dice Manuela, allora perché non alleggerire a partire anche dalle giornate di studio?
Emiliano Morreale ha mostrato la pubblicità del cornetto Algida per farci notare che i protagonisti sono un po’ invecchiati, ed ha poi citato i film italiani post Moccia da La notte prima degli esami agli ultimi flop. Mi sono chiesta se valesse la pena prendere in esame ciò che non ha lasciato segni. Ci sono molte domande che sorgono proseguendo nell’andamento della giornata di studio. Il fine nobile di vedere come vengono raccontati i ragazzi nei libri, in televisione e al cinema mi pare in linea metodologica con gli studi di sempre. Come vengano raccontati nella vita quotidiana, ma soprattutto quale sia il loro ruolo nell’intero (!) immaginario collettivo, sia al di sopra delle possibilità di uno studioso.
Ho perso i saluti di Emy Beseghi, cattedratica dell’Università di Bologna, distratta da una bibliotecaria e lo speech di Hamelin (non era indicato il nome del relatore sul programma) dal titolo Specchio delle mie brame - Come sono ritratti gli adolescenti nei libri, per altri impegni.
Questa giornata di studi ha goduto, fra gli altri, del sostegno del Governo Italiano ed esattamente del Ministro della Gioventù.
Consiglio a tutti un grandissimo libro Gioventù senza Dio di Von Horvàth del quale in rete ho trovato una recensione del 1996 a cura di un ragazzo di terza media di una scuola bolognese, scuola che partecipava al progetto Fahrenheit che stava già in rete con Kidslink, strumento di promozione della lettura di grandissimo valore.
Grazia Gotti (à suivre)

1 commento:

  1. Grazie per questo post. Ho letto Gioventù senza Dio a scuola. Lo trovai per caso in una bancarella di libri usati, intorno al 1996. Ne rimasi molto colpita, e lo feci leggere ad alcuni miei amici (che non amavano la letteratura). Citavo l'introduzione nei miei temi, anche se non sapevo chi fosse questo Antonio Faeti. Ricordo che una madre trovo' il titolo sospetto e volle leggerlo a sua volta. Rimane uno dei libri chiave della mia adolescenza, eppure mi pare che oggi non se ne parli molto. O mi sbaglio?
    Caterina

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