Una mail letta in ritardo porta la notizia che Antonella Toffolo è morta, domenica, a Pavullo nel Frignano.
Una notizia dolorosa, che lascia senza parole.
Vorrei ricordarla riportando l’incontro avvenuto in occasione della mostra delle sue tavole per il bellissimo Pifferaio di Hamelin, in catalogo per Topipittori.
Ospitata a Porretta Terme, tra grandi ratti di gomma evasi dalle strade della cittadina tedesca, e trappole con piccoli pezzi di formaggio, la mostra ripercorreva il lavoro realizzato per dare corpo alla storia di Robert Browning nella traduzione di Umberto Fiori.
Segni densi su fogli neri incisi con il bisturi, segni potenti che ricreano le atmosfere della Bassa Sassonia. Le illustrazioni in bianco e nero capaci di accompagnare le parole, spesso di assecondarle, a volte di scavalcarle per andare verso direzioni imprevedibili, sono la sua dichiarazione poetica.
A Porretta, ad accoglierla, un bibliotecario unico, folletto e istrione, che affascina bambini e adulti con una doppia lettura, in italiano e in inglese, del testo.
Antonella approva, è contenta della presentazione, firma le copie del libro. Accanto gli amici editori. La malattia è visibile, ma lei la affronta.
Un ricordo solare di un pomeriggio di maggio.
Ora ho in mano il libro che mi fece conoscere il suo lavoro: Gina Cammina, pubblicato dal Centro Fumetto Andrea Pazienza, un fumetto intenso, emozionante, che racconta i luoghi della memoria, che sottolinea l’eredità del passato, il passaggio del testimone tra generazioni diverse, la guerra, la lotta per gli ideali, la sopravvivenza e la vita di tutti i non eroi che fanno la Storia.
Un fumetto che ci riporta la freschezza del segno deciso, colto di Antonella, la capacitò narrativa delle sue immmagini, l’immediatezza del messaggio.
E le sue figure la rendono, pur nell’assenza, straordinariamente presente.
Silvana Sola
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