martedì 23 febbraio 2010

Animali nelle mani

In questi giorni mi è tornato in mano un libro speciale: è un piccolo volume dedicato a Gianni Rodari, il numero 100 della collana “Il Castoro Letteratura” con una copertina firmata da Mario Mariotti (erano sue anche quelle che hanno preceduto questa pubblicazione, così pure molte delle successive, e di quelle venute dopo, per raccontare i grandi del cinema).
Ed è sempre di questi giorni l’arrivo in libreria del catalogo della mostra allestita presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze, dedicata all’arte del grafico, designer, illlustratore, o meglio “artista periferico”, toscano.
Era nato a Montespertoli nel 1936, aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze e poi era tornato nell’Oltrarno dove aveva aperto una bottega/studio/luogo di incontro. Nel 1997, in anticipo sui tempi, aveva definitivamente, lasciato questa vita.
Animani è il titolo della mostra, del catalogo edito da Nardini, che la accompagna, e del bellissimo libro realizzato, nel 1980, per Fatatrac.
Tornano gli animali di un bestiario inconsueto, poco ingombrante, da portarsi appresso in tutte le occasioni.
Le mani di Mariotti diventano, una volta dipinte, ora un elefante, una zebra, un cane dalmata o un gallo. Abbandonano le sembianze animalesche per rendersi Umani, fasciati in uno smoking adatto alle grandi cerimonie.
Gioca con le dita, diventate per l’occasione la tela di un grande dipinto, le muove abilmente, affida loro il compito di raccontare un concerto, una partita, una competizione sportiva o una storia fantastica.
Le offre al fotografo per fissarle sulla carta sensibile e poi sulla pagina di quei libri che vorremmo riavere tra le “mani”.
In attesa di una ristampa l’invito è di vedere la mostra, aperta fino all’11 aprile prossimo, e di partecipare alle attività rivolte a bambini e ragazzi, all’interno dell’esposizione pensata come un cantiere della fantasia.
“Non rimane che rimboccarsi le maniche e tuffarsi nel colore e nell’immaginazione per far nascere tanti nuovi animani, quanti la gabbia di un libro non riesca a contenere.”
Silvana Sola

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