mercoledì 30 aprile 2014

Leggere a scuola

A Cesena ieri pomeriggio ho incontrato tante maestre per parlare di lettura. Appena ritornata da Buenos Aires, dove per parlare ai docenti sono stati invitati filosofi, scienziati, poeti, registi e scrittori, mi sentivo davvero inadeguata. Alcune avevano letto il mio libro, ma io non avevo voglia di parlare del mio libro, mi interessava parlare delle mie ultime esperienze, in realtà dei lavori della cooperativa Giannino Stoppani. Ho quindi parlato di libri sullo sport, sul cibo, sulla danza, sulla natura e ho invitato le maestre ad occupare il tempo per la formazione leggendo insieme i libri, dai classici ai contemporanei. Ho consigliato loro di abbonarsi a Liber, che mi pare il riferimento più importante, dove si possono leggere recensioni a libri e interventi tematici interessanti. Abbiamo poi insieme sfogliato il libro pubblicato da Corraini sull'editoria per ragazzi degli anni Settanta.


Il pomeriggio è volato, ci siamo ripromesse di tenerci in contatto. Saluti rapidi, poi stazione per tornare a Bologna. Mentre entravo in stazione un clacson ha attirato la mia attenzione: era una maestra al volante che voleva farmi omaggio di un libro: Una cotoletta e due caffè, pubblicato da Il ponte Vecchio, casa editrice che ha pubblicato Antonio Faeti, Giorgia Grilli e Hamelin. Il libro delle insegnati Nicoletta Campanelli e Costanza Persano mi ha tenuto compagnia in viaggio e mi ha fatto sentire che, nel predicare la benevolenza o l'amore per i bambini come prerequisito per un insegnante, non sono sola e la cosa mi rende felice.

Sono convinta che nella "palude" come in molti definiscono il presente, ci siano tante voci che non hanno ascolto, come le maestre di Cesena, autrici di questo libro. La scuola è immersa nel verde ed è il luogo educativo più curato che mi è capitato di visitare negli ultimi anni, dal giardino alle aule, dai corridoi ai bagni. Prendersi cura, dei luoghi e delle persone, prerequisito per uscire dalla "palude". 
Grazia Gotti

martedì 29 aprile 2014

La solitudine degli invisibili



La Biblioteca della Legalità nasce alla Fattoria della Legalità (PU) e vuole diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura nella convinzione che le storie e le figure hanno un ruolo fondamentale nella comprensione della realtà e sono strumenti indispensabili per costruire un immaginario che pone il senso civico al centro.
La Biblioteca della Legalità è un progetto di Ibby Italia, Associazione Forum del Libro - gruppo Scuola, AIB Marche, Libera sezione Pesaro Urbino, ANM - Sottosezione di Pesaro, Fattoria della Legalità, Comune di Isola del Piano.
La Biblioteca della Legalità propone a bambini e ragazzi 101 titoli offerti come buone occasioni di lettura: Zazie ne selezionerà uno ogni quindici giorni.
Oggi vi invitiamo a leggere Non piangere non ridere non giocare, il libro scritto da Vanna Cercenà, presente nel catalogo Lapis.
Il titolo riporta ad un articolo di Gian Antonio Stella pubblicato sul “Corriere della Sera” nel dicembre del 2008 :
”(...) Trentamila erano, a metà degli anni Settanta, i bambini italiani clandestini in Svizzera: trentamila. Al punto che l'ambasciata e i consolati organizzavano attraverso le parrocchie e certe organizzazioni umanitarie addirittura delle scuole clandestine. E i nostri orfanotrofi di frontiera erano pieni di piccoli che, denunciati dalla delazione di qualche zelante vicino di casa, erano stati portati dai genitori appena al di qua dei nostri confini e affidati al buon cuore degli assistenti: -Tenete mio figlio, vi prego, non faccio in tempo a riportarlo a casa in Italia, è troppo lontana, perderei il lavoro: vi prego, tenetelo - (...)”.
Vanna Cercenà con una lingua alta, capace di narrare storie, emozioni, descrivere stati d’animo e luoghi di vita, racconta di uno di quei bambini, mette in pagina Teresa, bambina “invisibile” portata dalla madre, lavoratrice italiana stagionale, in una Svizzera divisa da un referendum alle porte che si interroga sulla presenza degli stranieri, sul ricongiungimento con la famiglia, sul diritto alla vita vissuta fuori dalla clandestinità.
Racconta la solitudine, la paura, l’impotenza, ma anche l’amicizia con il ragazzino arrivato dai tetti (non spazzacamino), l’incontro con persone dal pensiero libero, con leggi inique e leggi giuste.
La storia di Teresa parla degli anni ’70, ma è storia della contemporaneità, è la storia dei tanti bambini e ragazzi che si trovano “ostaggio” di scelte politiche che, in paesi civili, dimenticano spesso l’esistenza e il valore di parole come diritto e dignità.
Silvana Sola

lunedì 28 aprile 2014

Leggere a Buenos Aires


Le immagini sono eloquenti: manifesti per la città, grande comunicazione nella subte, scale mobili come bibliografie. Le giornate professionali, chiuse al grande pubblico, hanno visto insieme librai, bibliotecari, editori. Presenze internazionali, Europa e mondo latino-americano, incontri molto interessanti. Poi l'apertura al pubblico: scuole e docenti. Le due giornate dei docenti hanno visto una partecipazione inimmaginabile per noi: 1400 insegnanti di scuola primaria e secondaria insieme, bibliotecari scolastici, responsabili pedagogici. Il programma era ricco, insolito, presentava figure diverse, da neuroscienziati a filosofi, da registi cinematografici a fisici, dalla Francia, dal Messico, dalla Spagna. Io sono intervenuta alla metà della seconda giornata, dopo la splendida conferenza di Alberto Rojo, autore di Borges y la fisica cuántica. Ha chiuso il programma Maria Teresa Andruetto con una relazione dal titolo Elogio de la difficultad. Formar un lector de literatura.
Aleggiava lo spirito di Julio Cortázar, di cui si è celebrato il centenario. Nella storia di questa fiera che compie quarant'anni, viene spesso sottolineata la presenza di Italo Calvino nel 1984.
Penso al Salone di Torino, a 1400 docenti italiani che ascoltano filosofi, fisici, scrittori, parlare dell'attività della mente, della capacità di visione, di letteratura e scienza, di tecnologia, di poesia, di arte, cioè di nuova alfabetizzazione.
Grazia Gotti

















venerdì 25 aprile 2014

L'importanza dei nomi di battaglia



In un recente incontro con adolescenti è uscita una riflessione su identità e soprannome: nomi di nascita anagrafica e nomi attribuiti dagli amici, nomi che si indossano come un abito di ottima fattura e altri che pesano come un macigno, nomi che non possono essere pronunciati e altri scritti sui muri.
E i nomi mi hanno riportato ad  una ricerca iniziata nove anni fa, una ricerca confluita in Resistenza 60, l’antologia pubblicata da Giannino Stoppani, realizzata assieme ad un gruppo di studenti dell’Accademia Drosselmeier, nel 2005.
La ricerca continua, le letture non si sono mai fermate, per l’anno prossimo abbiamo in programma una nuova pubblicazione per ricordare la Lotta di Liberazione con nuovi contributi, nuovi sguardi, nuove riflessioni, nuove storie, nuovi percorsi da condividere con altri compagni di strada.
Salutiamo il 25 aprile, e i partigiani che ci hanno lasciato, con un piccolo dizionario dei nomi di battaglia.

"Per primo abbiamo trovato Al, il comandante Al, ovvero Vando Aldrovandi libraio, uomo dei libri, riferimento per chi i libri li ha letti, scritti editati, venduti.
Poi è venuto Aldo, nome di battaglia di un uomo che si è sentito partigiano dentro e fuori la lotta clandestina: Albe Steiner, commissario politico e addetto stampa durante la Resistenza, grafico, esempio di etica nei progetti di comunicazione visiva che hanno accompagnato la sua vita, ora sepolto sotto un blocco di granito sul quale è stato scritto – Albe Steiner, partigiano – .
Tra le carte è apparso il nome di Chicchi, vezzoso, infantile documento di falsa identità per la staffetta di Nilde Iotti, diventata poi paladina di lotte in difesa dei diritti delle donne assieme a Tina Anselmi, Gabriella nella Resistenza, sedute su banchi diversi nella sede del parlamento italiano.
Si chiamava Benigno il partigiano che all'anagrafe risponde al nome di Giuseppe Dossetti, onorevole e monaco, oggi sepolto nella terra di un piccolo cimitero in un posto della memoria chiamato Monte Sole, vicino al luogo della grande strage di Marzabotto.
Aveva un nome che ricordava il suo luogo di nascita il grande scrittore italiano partigiano a Sanremo e sui monti della Liguria: ieri era Santiago, oggi lo chiamiamo Italo Calvino e leggiamo i libri che ha scritto. (…)
Vivissima la memoria anche di molti del Ponente Ligure che al pronunciare del nome U megu improvvisano l'aria di Fischia il Vento, una delle canzoni simbolo della Resistenza scritta da Felice Cascione, il giovane medico e comandante partigiano, ucciso a soli venticinque anni nel cuneese.
Tanti invece i nomi usati da Enrico Mattei, combattente nelle file delle formazioni partigiane cattoliche, manager di Stato a guerra finita: Este, Monti, Leone, Marconi...
E poi diversi altri da cercare, da trovare, tanti da riempire un dizionario, il dizionario dei nomi di battaglia, tanti da scrivere affinché resti memoria. " 

tratto da Resistenza 60°, Giannino Stoppani Edizioni, 2005

giovedì 24 aprile 2014

Buenos Aires



Alla 40° Fiera del libro di Buenos Aires prendo parte ad una giornata professionale dedicata all'illustrazione. Il pubblico composto di giovani aspiranti illustratori segue con partecipazione, fa domande, in un clima informale e caloroso. Prima del mio intervento è stato presentato il Premio Compostela promosso dalla città spagnola e dall'editore Kalandraka. Nella foto parte dei libri pubblicati sotto le insegne del premio: alcuni sono pubblicati anche in italiano.


Poi è stata presentata la sezione argentina di IBBY di cui potete ammirare il logo. Le ragazze che  fanno vivere l'associazione erano molto orgogliose di avere preparato la candidatura di Maria Teresa Andruetto, di aver preparato i dossier, di aver provveduto alle traduzioni, lavoro oneroso (servono tempi e denari). Non avevano, invece, preparato la candidatura di Isol al Premio Alma, per lei si era mobilitato un apparato istituzionale. Ho colto molta soddisfazione per questi due importanti riconoscimenti ad autori argentini e mi pare abbiano  messo in moto un processo  che guarda al Sud America con occhio curioso.

Accanto al fervore giovanile della zona dove si tengono gli incontri, alzando lo sguardo si scopre il Tricolore. Lo stand italiano, di cui mostriamo qui alcune immagini, necessiterebbe di una interpretazione.


È al di sopra delle mie possibilità interpretare scaffali vuoti messi in mostra. All'Istituto di Cultura italiano ero stata già lo scorso luglio, lamentando la loro assenza alla fiera dei libri per ragazzi e sottolineando la presenza del Goethe e dell'Alliance Française. Nel  programma generale della Fiera, dell'Italia non c'è traccia, ci sono io a parlare di illustrazione, di librerie e di pedagogia della lettura ad un pubblico di più di 1400 docenti che si sono iscritti nelle scorse settimane.
Dopo queste giornate professionali la fiera apre al pubblico: si parla di un milione e mezzo di visitatori. Domenica è in programma il dialogo fra Paul Auster e il Nobel Coetzee.
Grazia Gotti


mercoledì 23 aprile 2014

A Torino una rosa di libri

Il 23 Aprile, dal 1996, è la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, evento patrocinato dall’UNESCO che ha origine in una radicata tradizione catalana: la Festa di Sant Jordi, patrono della Catalogna, una ricorrenza importante e sentita.
Fiumi di persone passeggiano per le strade tra bancarelle di libri e rose. La tradizione vuole che, in questa giornata, libri e rose siano offerti alla persona amata, agli amici, ai familiari...


(illustrazione di Yumiko Komatsu)

Quest’anno, anche grazie ai librai di Portici di Carta, al Comune di Torino, alla Generalitat de Catalunya, e in collaborazione con le Biblioteche Civiche torinesi e le circoscrizioni cittadine, 53 librerie fanno festa in piazza e invitano la città a lasciarsi coinvolgere da una tradizione popolare che vede nei libri e nella cultura i doni più belli.

(illustrazione di Anna Forlati)

Torino è la città con la maggiore densità di librerie in Italia: un patrimonio da promuovere e far conoscere. A partire dall'esperienza condivisa di Portici di Carta, i librai indipendenti torinesi hanno  collaborato nella creazione di un’iniziativa comune che rispecchi la ricchezza dell'offerta culturale di più di cinquanta case editrici, piccole, medie e grandi. Ogni libreria ha scelto un titolo e una casa editrice, che presenterà ai lettori che parteciperanno all’iniziativa.

La Giornata Mondiale del Libro, a Torino, sarà la festa delle librerie indipendenti e della bibliodiversità, con musica, letture, e incontri per tutto il giorno all'interno dell'Urban Center Metropolitano, partner del progetto.

(illustrazione di Se Young Park)

Inoltre Portici di Carta diventa per l'occasione Una rosa di libri, perché la Generalitat de Catalunya, coinvolta nell'iniziativa, ha donato 1500 rose. Riprendendo la tradizione del caffè sospeso di Napoli, i fiori verranno dati a tutti coloro che, in cambio, acquisteranno un libro da lasciare alle 15 Biblioteche Civiche che collaborano all'iniziativa.
Silvana Sola


(le illustrazioni di questo post fanno parte della mostra "Lettori di Carta - illustrazioni dal mondo celebrano la lettura" esposta durante la Settimana del Libro e della Cultura per Ragazzi presso il Padiglione 33 di BolognaFiere)

martedì 22 aprile 2014

Clementina Neropepe e i cuochi di domani



Sono firmate da Lorenza Bernardi le avventure di Clementina Neropepe, la ragazzina appassionata di cucina che corona il suo sogno e riesce ad entrare all’Ecole d’Haute Cuisine Jean Fresnay, una scuola di alta cucina, selettiva, un’Accademia del gusto frequentata da ragazzi provenienti da diversi luoghi del mondo. Nelle parole della scrittrice ferrarese (milanese d'adozione) capace di far convivere armonicamente la passione per lo sport con quello della narrazione, c’è il mondo degli chef, c’è l’impegno, la fatica, il confronto, la competizione. Si racconta, anche attraverso le illustrazioni di Sara Not, la frequentazione di mercati rionali, la ricerca di ingredienti freschi, di prodotti a km 0, si parla di di ecologia, di competenza, di concentrazione, di  abilità, di originalità, di estro.

Nei libri della collana "Crêpe Suzette", in catalogo per le Edizioni El, si ritrovano anche i desideri e le aspirazioni dei ragazzi che frequentano gli istituti alberghieri, quelli che guardano con ammirazione ai cuochi stellati o ai pasticceri capaci di conquistare palati reali, quelli che conoscono i nomi e le proprietà delle spezie, che sanno se usare noce moscata, paprika o cardamomo, che hanno seguito con attenzione la lezione sull’olio, che hanno studiato le proprietà degli alimenti assieme a ricette che raccontano la storia della cucina. Sono i ragazzi dei ristoranti di domani, delle pasticcerie, delle offellerie di nuova generazione, delle trattorie, delle locande, delle navi da crociera e dei ristoranti aziendali, sono i ragazzi che avranno la responsabilità di educarci al gusto, nel rispetto del territorio, salvaguardando la salute di chi mangia.
Silvana Sola

La cucina è  protagonista nella mostra Il sapore delle immagini
Biblioteca Edmondo De Amicis, Anzola dell'Emilia, aperta fino al 26 aprile

sabato 19 aprile 2014

Il fotoromanzo esiste ancora

Condividiamo il fotoromanzo pasquale realizzato nella sede dell'Accademia Drosselmeier da Enrica Colavero.

La redazione



venerdì 18 aprile 2014

Eroi in campo



Arriva dal Brasile questo libro scritto in versi. 
Racconta, in ventidue paragrafi brevi, un derby calcistico che vede in campo greci e troiani. Ispirato all’Iliade, il lavoro letterario di José Santos, scrittore ed educatore brasiliano, attivo nella letteratura per ragazzi del suo paese, mette in pagina Patroclo e Calcante, Achille, Paride o Agamennone in rappresentanza delle squadre epicamente rivali, impegnate in una partita che va oltre lo spazio del gioco.
Le illustrazioni nascono dalla penna di Eloar Guazzelli, noto in Brasile per il suo lavoro di illustratore, fumettista, direttore artistico per il cinema d’animazione che, con un segno umoristico, veloce, sintetico, capace di sottile ironia, muove i personaggi tra regole calcistiche e le storie della monumentale opera omerica. 
Futebolìada - Un derby épico ripropone un testo classico dichiarandone l’assoluta contemporaneità. Il libro esce in doppia lingua, portoghese e italiano, per Editora Dsop, casa editrice brasiliana di San Paolo e si avvale della traduzione di Roberto Parmeggiani.


Domenica scorsa José Santos è venuto a salutarci prima di proseguire il viaggio verso la  Germania e poi tornare in Brasile. E' ripartito con appresso le fotografie della mostra Sport. Figure e parole dai libri per ragazzi da mostrare a tutti coloro che non erano a Bologna nei giorni della Bologna Children's Book  Fair . Una mostra che ci ha permesso di condividere con il gruppo brasiliano della casa editrice Editora DSOP, e con molti altri, un'esperienza umana e professionale davvero speciale.
La mostra, ospitata al Museo Civico Archeologico, è aperta fino al 9 maggio prossimo, poi partirà per la città di Biella.

Silvana Sola





giovedì 17 aprile 2014

Il soldatino rivoluzionario del Maestro di Piadena



Durante la ricerca che ha portato alla realizzazione della mostra I nostri anni ’70, ospitata al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ho seguito una linea del tempo che mi ha portato spesso ad incontrare il lavoro di Mario Lodi. Era un incontro che dichiarava alti contenuti pedagogici e capacità uniche che trasformavano la didattica in occasioni di straordinaria quotidianità. E’ da marzo in catalogo per Orecchio Acerbo Il soldatino del Pim Pum Pà, ristampa di uno speciale lavoro in versi del Maestro di Piadena. Un libro che denuncia l’indigenza, l’assenza di lavoro, la necessità di emigrare, che fotografa un mondo in cui il potere assicura privilegi a pochi e pone gli altri ai margini del sistema. Un libro che dichiara, attraverso una nuova consapevolezza del Soldatino, guerra all’ingiustizia, che toglie al fucile il potere di morte per assegnargli quello del cambiamento. Un libro rivoluzionario che affianca le parole di Mario Lodi al lavoro di Michele Rocchetti, giovane illustratore marchigiano che mette in pagina un segno ricercato, studiato, che guarda in modo personale ad importanti eredità visive.
Silvana Sola
Per conoscere meglio Mario Lodi suggeriamo il libro di Carla Ida Salviati, Mario Lodi maestro, in catalogo per Giunti


mercoledì 16 aprile 2014

Il sapore delle immagini


Fino al 26 Aprile adulti e bambini avranno la possibilità di visitare, allla Biblioteca Edmondo De Amicis di Anzola dell’Emilia, la mostra “Il sapore delle immagini” dedicata al lavoro dell’illustratrice Larissa Bertonasco (La nonna, la cucina, la vita, La Joie de lire, Ginevra, 2010; La cucina verde, Jacoby & Stuart, Berlino, 2010; La cucina dolce, Jacoby & Stuart, Berlino, 2012).


Al centro della sala un pantagruelico tavolo bianco è apparecchiato con una selezione di libri per ragazzi che attraverso forme, tecniche e angolazioni sempre diverse, si rapportano alla tematica del cibo. Si passa dagli albi illustrati (ad esempio Succulentes sucreries, Pittau&Gervais, Gallimard Jeunesse Giboulées, Parigi, 2013) a ricettari provenienti da tutto il mondo (come Il mondo in cucina. Ricette di tutti i paesi, Terry Touff Cooper e Marilyn Ratner, ill. Tony Chen, Emme, Milano, 1977), a consigli su come coltivare un proprio piccolo orto (L’orto. Un giardino da gustare, Emanuela Bussolati, Slow Food, Bra, 2011), poi romanzi e racconti (Che pasticcio Clementina!, Lorenza Bernardi, ill. Sara Not, Edizioni EL, San Dorligo della Valle, 2013; Favole per bambini golosi, Gianni Rodari, ill. Mariachiara Di Giorgio, Editori Internazionali Riuniti, Roma, 2013), libri dedicati all’origine e provenienza dei cibi (Cosa si può fare con le mele?, Karine Harel, ill. Didier Balicevic, Il Castello, Cornaredo, 2012) e ancora poesie e filastrocche, libri d’arte e libri gioco (come Food Play, Saxton Freymann e Joost Elffers, Chronicle Books, San Francisco, 2006 e Fast Food, Arthur A. Levine Books, New York, 2006).


In questa stessa sala e attorno a questo lungo tavolo apparecchiato di libri, ho avuto modo di seguire alcune classi del territorio nei percorsi educativi collegati alla mostra. 
Appena arrivati, i ragazzi sono stati accompagnati verso le illustrazioni originali di Larissa. Guardandole da vicino abbiamo potuto osservarne i dettagli, accorgerci di particolari che sfuggirebbero nell’edizione a stampa e che ci possono rivelare informazioni preziose sulle tecniche adottate dall’illustratrice e sulla sua poetica visiva. Invito i bambini a comportarsi come piccoli esploratori, ad osservare bene le tavole esposte e raccontarmi cosa notano. Poi confrontiamo le nostre scoperte: “Usa il collage!” “Si, ma con cosa?” “Con le carte colorate” “E’ carta da parati!” dice un altro, “No per me è carta da regalo”  e qualcuno aggiunge: “Poi usa le lettere ritagliate dai giornali per scrivere delle cose”, “Ohh e lì usa proprio la confezione del cibo, la attacca sul foglio”.


Parliamo dello stile del disegno, della scelta dei colori (una bambina osserva intelligentemente: “In questa mostra è sempre primavera e estate!”), notiamo la morbidezza delle figure umane, i colori scelti per rappresentare i cibi. Quando si sono rapportati a tutti questi “segreti tecnici” arriva il momento in cui i ragazzi stessi si mettono all’opera e, con carta e fantasia, giornali e colori, disegnano, assemblano e decorano un piatto a loro scelta.


Aggiungo un aneddoto divertente: l’unica parete della sala non occupata dalle illustrazioni è una gigantesca lavagna. Durante l’inaugurazione della mostra Larissa Bertonasco ha disegnato su questa “parete-lavagna” alcuni cibi, invitando i bambini ad aggiungere i loro piatti preferiti usando i gessetti colorati, attività che li ha divertiti molto. Vedendo un ragazzino  che non disegnava un cibo ma un bel faccione tondo e sorridente gli chiesto come mai “Beh... è la faccia del bambino che ha mangiato tutte queste cose buone ed ora è contento!”


Germana Miele