martedì 29 aprile 2014

La solitudine degli invisibili



La Biblioteca della Legalità nasce alla Fattoria della Legalità (PU) e vuole diffondere la cultura della legalità e della giustizia tra le giovani generazioni attraverso la promozione della lettura nella convinzione che le storie e le figure hanno un ruolo fondamentale nella comprensione della realtà e sono strumenti indispensabili per costruire un immaginario che pone il senso civico al centro.
La Biblioteca della Legalità è un progetto di Ibby Italia, Associazione Forum del Libro - gruppo Scuola, AIB Marche, Libera sezione Pesaro Urbino, ANM - Sottosezione di Pesaro, Fattoria della Legalità, Comune di Isola del Piano.
La Biblioteca della Legalità propone a bambini e ragazzi 101 titoli offerti come buone occasioni di lettura: Zazie ne selezionerà uno ogni quindici giorni.
Oggi vi invitiamo a leggere Non piangere non ridere non giocare, il libro scritto da Vanna Cercenà, presente nel catalogo Lapis.
Il titolo riporta ad un articolo di Gian Antonio Stella pubblicato sul “Corriere della Sera” nel dicembre del 2008 :
”(...) Trentamila erano, a metà degli anni Settanta, i bambini italiani clandestini in Svizzera: trentamila. Al punto che l'ambasciata e i consolati organizzavano attraverso le parrocchie e certe organizzazioni umanitarie addirittura delle scuole clandestine. E i nostri orfanotrofi di frontiera erano pieni di piccoli che, denunciati dalla delazione di qualche zelante vicino di casa, erano stati portati dai genitori appena al di qua dei nostri confini e affidati al buon cuore degli assistenti: -Tenete mio figlio, vi prego, non faccio in tempo a riportarlo a casa in Italia, è troppo lontana, perderei il lavoro: vi prego, tenetelo - (...)”.
Vanna Cercenà con una lingua alta, capace di narrare storie, emozioni, descrivere stati d’animo e luoghi di vita, racconta di uno di quei bambini, mette in pagina Teresa, bambina “invisibile” portata dalla madre, lavoratrice italiana stagionale, in una Svizzera divisa da un referendum alle porte che si interroga sulla presenza degli stranieri, sul ricongiungimento con la famiglia, sul diritto alla vita vissuta fuori dalla clandestinità.
Racconta la solitudine, la paura, l’impotenza, ma anche l’amicizia con il ragazzino arrivato dai tetti (non spazzacamino), l’incontro con persone dal pensiero libero, con leggi inique e leggi giuste.
La storia di Teresa parla degli anni ’70, ma è storia della contemporaneità, è la storia dei tanti bambini e ragazzi che si trovano “ostaggio” di scelte politiche che, in paesi civili, dimenticano spesso l’esistenza e il valore di parole come diritto e dignità.
Silvana Sola

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