venerdì 29 giugno 2012

Poesie in amicizia


Le rime chiaroscure sono bellissime e il lettore se le gode verso per verso, quartina per quartina, in un gioco di dualità, di dolce contrasto (un contrasto dolce?). Tutto sembra derivare dai nomi, Chiara e Bruno, tradotti in il chiaro e lo scuro. Il gioco comincia per un lavoro e i due poeti si incontrano chiamati alla rima per un calendario. I mesi sono i protagonisti, come in moltissime poesie: i mesi scandiscono la nostra esistenza, e ciascuno di noi ha i suoi preferiti, e di ognuno puó vedere il chiaro e lo scuro. Era troppo banale giocare in coppia applicandosi per una divisione, a me Gennaio a te Febbraio a rime alternate, meglio giocare a nascondino e lasciare al lettore la gioia di ritrovare le singole voci. E la gioia é davvero grande!  Dopo le stagioni  vengono i contrasti dolci: cane-gatto, giorno-notte, caldo-freddo, dentro-fuori, sole-luna, dolce-salato, città-paese, mare-montagna, penna-computer, fare-non fare, prosa-poesia, poi chiude la serie la coppia chiaro-scuro, di Pia Valentinis, due tavole che mute parlano agli occhi e si congedano dal lettore dopo aver accompagnato, pagina dopo pagina, il gioco dei poeti. Ed infine le rime sparse, che in realtà stanno all'inizio, ma si possono leggere anche alla fine, o a metà, o quando uno vuole. Con dispiacere chiudo il libro perché, come un bambino, mi risuona dentro, ancora e ancora. Se avessi avuto questo libro quando ero maestra, quante nuove invenzioni tra i banchi, quante coppie, quante amicizie poetiche, quante rime, quanti contrasti!

In casa Rizzoli la poesia cresce di mese in mese, abbiamo appena letto con gran piacere anche Filastrocche del buio e del sonno di Paola Parazzoli illustrate a due colori e con grande efficacia da Giulia Orecchia, componimenti già pubblicati, qui raccolti e messi in pagina con grazia e amore.
Paola si é guadagnata anche la dedica al libro di Chiara Carminati, Bruno Tognolini e Pia Valentinis, ecco me ne accorgo solo ora, perché ho ripreso in mano Rime chiaroscure per leggere anche i risguardi, un bellissimo gioco di due toni, quei due toni in bianco e nero che mi piacquero da ragazzina con la moda di Courrèges e da più grande con la musica ska dei Madness e degli Stiff Little Fingers.
Grazia Gotti



giovedì 28 giugno 2012

Ardizzone alla Tate


Come sempre, da una  visita agli scaffali internazionali della libreria Giannino Stoppani, si  torna piú ricchi e felici. Ho trovato la riproposizione di un libro del grandissimo Edward Ardizzone, pubblicato nel 1965, riproposto dalle edizioni della Tate.
Ardizzone (1900-1979), oltre che straordinario disegnatore é stato anche un grande storyteller, un narratore sicuro della sua materia, capace di dare corpo a quel Piccolo Tim, bambino avventuroso, che ancora affascina le infanzie di molti bambini inglesi.
I bambini protagonisti di questa storia, Sarah e Simon, sono i figli di un pittore squattrinato perché  poche persone comprano i suoi quadri. In famiglia, oltre Sarah e Simon c'é  pure un baby brother, sempre in braccio alla mamma, la quale, poveretta, piange perché non sa piú come pagare il conto del fornaio. Abitano tutti insieme in una grande stanza detta lo Studio, e i lettini di Sarah e Simon sono sistemati in una gallery in fondo allo studio e ció é molto piú divertente che avere una camera da letto, perché possono guardare  i loro genitori e i loro amici quando cenano insieme. I due fratellini si occupano della spesa, si divertono dal macellaio, dal fornaio, dal verduraio, dal lattaio e dal pasticciere, ma non amano the art shop dove il padre ha un conto, e  il signore dietro il banco é antipatico. Il loro negozio preferito, benché non comprino mai niente, é il libraio di libri usati, poco frequentato. Qui possono tranquillamente fermarsi a lungo e leggere tanti meravigliosi libri; Sarah, che é piú grande, legge ad alta voce per Simon. Per sapere come continua la storia bisogna comprare il libro, e se lo farete vi appassionerete e diventerete fan di Edward Ardizzone, come lo fu il grande Maurice Sendak di cui riportiamo qualche riga rivolta ai "devoti".
" For Tim devotees, the opening lines of the very first story ("Little Tim lived in a house by the sea. He wanted very much to be a sailor") were a droll Ishmael-like call to adventure that gave great promise of wonderful things to come. That promise was fulfilled in some of the saltiest and most satisfying picture books created during the last generation. In his dad's own words, Tim "will come to no harm".
Maurice Sendak, Caldecott & Co., Notes on books & pictures, Farrar, Straus and Giroux, New York, 1988, p. 121
Grazia Gotti

mercoledì 27 giugno 2012

La Via della Spada



I sogni rivelano la verità. Così si dice nell'Hagakure. Il Codice Segreto del Samurai, che raccoglie gli insegnamenti del monaco Yamamoto Tsunetomo; un'opera che avrebbe dovuto essere distrutta alla sua morte, ma che invece, per un atto di trasgressione di un discepolo, è sopravvissuta e ha circolato, rimanendo per oltre centocinquant'anni alla base dell'insegnamento morale dei samurai di Nabeshima. E' proprio con un sogno che inizia Il volo del falco nel mio destino, il romanzo di Daniela Palumbo uscito recentemente nella collana Il Battello a Vapore di Piemme.
Il sogno di Kikujiro forse è presagio delle avventure e dei pericoli che dovrà affrontare nel suo apprendistato di samurai, quando a 14 anni deciderà di intraprendere il Bushido, la Via della Spada.
Lo accompagnerà un segreto, svelato solo a tempo debito e un amore forte e delicato per la giovane Atsuhime.
Le parole in lingua giapponese che troviamo in italico nel testo, sono spiegate in un Glossario del Samurai alla fine del racconto. Daniela Palumbo, grazie ad uno studio attento e approfondito, aiuta il giovane lettore a calarsi nelle atmosfere del medioevo giapponese, accompagnandolo nella conoscenza delle pratiche dei samurai in modo semplice e comprensibile, lasciando agli stessi personaggi il compito di spiegare e raccontare cos'è il Fudoshin, il Kamidana o il Wakizashi.
La Via della Spada è un percorso lungo che richiede dedizione e costanza, addestramento di corpo e mente. Il Bushido esige il rispetto di valori essenziali quali l'onestà, la giustizia, la lealtà, la compassione e il coraggio, il dovere e l'onore. Il volo del falco nel mio destino ha il merito di raccontare ai ragazzi una storia capace di emozionare, coinvolgere, stimolare ed essere di esempio.
E' un romanzo per ragazzi, ma anche per ragazze amanti dell'avventura che saranno affascinate  dai personaggi delle coraggiose giovani samurai Atsuhime e Masako.
Nei risguardi le nuvole arricciate omaggio alle stampe Ukiyo-e sono di Matteo Piana, autore anche della copertina e dei delicati disegni che ornano di foglie e fiori le pagine delle quattro parti in cui è diviso il romanzo, una per ogni stagione.
Elena Rambaldi

martedì 26 giugno 2012

Libertà, tacchi e tatuaggi


"Ho imparato a poco a poco che la libertà é una condizione naturale. Chiunque, consapevolmente o no, aspira a vivere libero. Gli impedimenti possono essere tanti e di varia natura, ma dipende da ciascuno, dalla propria volontà, dalla forza e dal coraggio, se affrontarli  o meno e in che modo. La libertà é faticosa. Per questo molte persone, come le ragazze di cui abbiamo parlato, preferiscono
l 'illusione. Ci sono momenti in cui il bisogno di libertà é specialmente acuto, come acuta, in certe situazioni, é la percezione che stai vivendo libera. In quei momenti speciali, é come se ogni particellla del tuo corpo scoppiasse di felicità. Tra i ricordi piú vivi del dopoguerra, ci sono i vestiti, che adesso si facevano nuovi anche riutilizzando la preziosa seta dei paracadute. E ai piedi si continuavano a portare le zeppe di sughero, quando non addirittura di legno, ma nelle vetrine apparivano le prime scarpe di vera pelle con i tacchi a spillo che mi fecero subito innamorare e che ho continuato a portare fino a quando l'artrosi me lo ha vietato. Erano, se non sbaglio, misura dodici, oggi mi sembrano arrivati a venti. Mi sentii nuova come se stessi iniziando un'altra vita. Riuscivo a camminare sciolta e veloce, su quei tacchi, tanto mi piacevano. Mi domando anche se significhino qualcosa i tatuaggi di ogni tipo, dalle figure esoteriche alle farfalle, sparsi per ogni dove sui corpi, ormai su moltissimi corpi. Cosa vogliano comunicare, se vogliono dire un desiderio e quale."
Ho riportato la voce di Marisa Ombra, cari lettori, nell'augurio che andiate immediatamente in libreria a comprare Libere sempre, il piccolo libro che una donna  anziana ha composto in forma di lettera inviata ad una quattordicenne.
In passato non ho molto apprezzato i tanti libri  pubblicati per raccontare o spiegare qualcosa ai figli e ai nipoti, pertanto ho preso in mano questo con riluttanza, ma alla fine della prima pagina ero completamente dentro il libro, catturata da una voce sapienzale lieve e leggera, per nulla didascalica o saccente, una voce ferma che dall'alto della sua esperienza di vita, continua ad interrogarsi e si mette in relazione con una adolescente.
Una bella scrittura e una lingua alta legano le ventitré stanze che ho posto, mentalmente, accanto ad uno scritto di Neera, la scrittrice italiana apprezzata da Croce, che aveva pubblicato una lettera al figlio, ottenendo un considerevole successo. Per andare molto piú indietro,s ento eco dello stile classico, ad esempio quello di Marco Aurelio ne I ricordi. Vado a memoria, senza il tempo di consultare i testi, quindi prendete le mie parole senza troppo impegno, ma regalatevi Neera (solo in biblioteca) e Marco Aurelio, sono due buone letture.
Grazia Gotti

lunedì 25 giugno 2012

Miele, farcia di melanzane e sorbetto di gelso



Zeynep Cemali era nata a Istambul nel 1950, aveva attraversato la Turchia in compagnia del padre ed era cresciuta seguendo il suo motto: “Vivere è imparare.”
Scrittrice per ragazzi dagli anni ’90 Zeynep ha raccontato storie che hanno appassionato i suoi lettori. L’ultimo suo romanzo, Ankarali, pubblicato dopo la sua morte, avvenuta nel 2009, ha ottenuto il Türkan Saylan Awards in Arts and Sciences nel 2011.
Focaccine al miele, in catalogo per Rizzoli, ci porta ad Istanbul, della bellissima città turca ci racconta le atmosfere, ci presenta i suoi abitanti, ci regala emozioni.
La voce narrante è quella di Sila, quattordici anni, opera sua sono le straordinarie focaccine al miele che sono il vero filo del racconto.
Il profumo che emanano, la consistenza della pasta ne fanno un cibo mitico che porta nella Caffeteria delle focaccine al miele un’umanità variegata, ricca di storie che vogliono essere ascoltate.
E mentre seduti, senza fretta, bevete sciroppo di papavero sulla soglia appariranno simpatici orfani, capitani dal cuore d’oro, veterinari innamorati, piccole lettrici di fondi di caffè, zie amabili e padri meravigliosamente maldestri.
Nel libro la vita di Sila, divisa tra le focaccine, la caffeteria, la scuola, si intreccia al vissuto dei tanti personaggi che si muovono tra le pagine.
La Caffeteria delle focaccine al miele riporta i colori de La maga delle spezie, i profumi di Chocolat, gli odori letterari dei bei romanzi che hanno messo il cibo al centro e lo hanno fatto diventare motore di relazioni.
Qui, la ricetta delle focaccine al miele
Dosi per 6 persone.
Tempo di preparazione: 45 minuti
Ingredienti: 3 bicchieri di farina, 1 bicchiere di noci sgusciate e pestate, mezzo bicchiere di zucchero, 2 uova, 2 cucchiai di yogourt, 2 cucchiai di miele, mezza bustina di lievito, mezza bustina di vaniglia, 100 gr. di burro ammorbidito…”
Silvana Sola

venerdì 22 giugno 2012

Il canto infinito della balena


Indubbiamente una delle figure preminenti della letteratura contemporanea per ragazzi, inglese e non. Jacqueline Wilson scrive da più 40 anni, il suo primo libro è del 1969. Salani ha pubblicato tantissimi dei suoi romanzi, una trentina di titoli di cui non possiamo dimenticare tra gli “Istrici” Facciamo che ero Lottie o Bambina affittasi e per i più grandi Kiss o il recente Mamma acrobata cercasi (di cui aspettiamo i due seguiti!).
La stessa casa editrice milanese, fiorentina di nascita, ha pubblicato Il canto infinito della balena, uscito in Inghilterra due anni fa per la Doubleday Children's Books, un imprinting di Random House.
Un romanzo difficile per la tematica ma delicato, giusto nei modi e nella costruzione, che non induce alla lacrima facile, non melenso né buonista.
La mamma di Ella, da poco risposatasi e in attesa di un bambino, dopo il parto cade in coma.
La storia è raccontata dalla piccola undicenne alle prese con un patrigno che inizialmente non sopporta, un papà assolutamente assente, una migliore amica che si sta allontanando, un fratellino di cui dovrà imparare a prendersi cura. Si aggiunge a questo fardello il tormento provocato dalla bulla della scuola, e in fondo al cuore la speranza di rivedere la madre riaprire gli occhi, il desiderio di stringerla tra le sue braccia e di risentire l'affetto di cui ha bisogno.
Parlando con Teresa Buongiorno delle rispettive letture in corso, casualmente mi ha accennato ad un vecchio libro della SEI, diretta dal salesiano Don Francesco Meotto. Il direttore della collana “I Nuovi Adulti” già pubblicava nel 1982 il romanzo del francese Jean Coue, Pierre è vivo, un romanzo in cui Pierre, come Sue, la mamma di Ella, caduto in SVP (Stato Vegetativo Persistente) riuscirà a comunicare con gli altri grazie ad un utilizzo alternativo del codice morse.
David Tolin

giovedì 21 giugno 2012

Olivia e il FlashBook

Flashbook - letture a ciel sereno, è il primo flashmob dedicato alla letteratura per l'infanzia. L'iniziativa si estende per il mese di luglio su tutto il territorio nazionale, grazie alla partecipazione di lettori volontari che ogni giorno hanno a disposizione 3 titoli tra cui scegliere per la lettura in pubblico. Olivia, la nostra maialina preferita, è stato indicato tra i libri che verranno letti lunedì 23 luglio a Milano.
Flashbook è un'iniziativa promossa dall'associazione senza scopo di lucro Mami - Mamme a Milano, in collaborazione con i gruppi Facebook "Libri e marmellata" e "Letteratura per l'infanzia".
Qui il pdf di presentazione delle attività di luglio di Flashbook

mercoledì 20 giugno 2012

Terremoto ( segue )


Ieri, come annunciato, il consiglio direttivo Ibby ha invitato Elisabetta Cremaschi di Gavroche per il coordinamento aiuti. Le notizie circa la condizione delle biblioteche sono ancora incerte.
La Fiera del libro per ragazzi, da una parte e Ibby dall'altra, si occupano della raccolta di libri e sono in contatto con le quattro province: Bologna, Modena, Ferrara, Reggio.
Intanto il comune di Cervia ha messo a disposizione un bibliobus. Servono altri bibliobus.
L'Associazione Italiana Biblioteche e l'Associaione Nati per leggere, stanno lavorando in rete e in accordo con l'Istituto Beni Culturali della regione.
Ibby si fa carico della programmazione e di coordinamento di attività per bambini e ragazzi.
Il Premio letteratura per ragazzi di Cento, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento ha annunciato la cancellazione dell'edizione 2013.
Se vuoi sostenere questi progetti sostieni Ibby, diventando socio ordinario.
Redazione Zazie

martedì 19 giugno 2012

Il calcio e lucky bamboo


Luigi Ballerini, medico psicanalista e autore di romanzi per ragazzi, mette in pagina una storia vera per il libro Non chiamarmi Cina!, in catalogo per Giunti, collana “Extra”.
Anzi due storie vere che lo scrittore fa incontrare, e dall’incontro letterario nasce un plot narrativo in cui curiosità, desiderio di conoscenza, aspirazioni, identità, amore, si intrecciano.
Toto è un ragazzo per bene, buon rendimento scolastico, ottimo calciatore, vita tranquilla, Rossana è nata in Italia da genitori cinesi, eccellente studentessa, attenta osservatrice, barista e cameriera in una vita che la vuole ora italiana e ora cinese.
Un incontro in metropolitana cambia, momentaneamente, la vita ad entrambi, ma le ambizioni sportive da un lato e gli obblighi di una famiglia che vive rispettando le regole del paese d’origine dall’altro, sono un deterrente per la storia che i due ragazzi vorrebbero vivere.
Il romanzo è ambientato a Milano e dalla voce narrante di Toto esce una città costruita sulle diversità, su perimetri che a volte sembrano invalicabili, su limiti che solo lo slancio e la passione possono superare. Non dà giudizi Ballarini, fotografa l’esistente e ce lo riporta sulla carta con parole giuste.
Che cosa succederà a Rossana troppo italiana per i cinesi e troppo cinese per gli italiani e a Toto, pronto per l’ingaggio con una società che lo porterà fuori dall’Italia?
Rossana leggerà il taccuino-diario scritto da Toto, affidato all’albero delle loro passeggiate nel parco?
Quesiti ai quali solo la lettura potrà dare una risposta.
Silvana Sola

lunedì 18 giugno 2012

Terremoto

Ieri, sull'inserto La Lettura del Corriere, il terremoto é stato raccontato da Davide Toffolo, veneto che ha vissuto a Bologna e che ha imparato da maestri come Igort a disegnare e a raccontare.
Le due pagine di Davide sono piú informative e formative di tutti gli articoli che sono usciti a firma di scrittori e giornalisti famosi. Il suo tratto, i suoi colori, la sua sintassi dell'anima parlano al nostro cuore e alla nostra intelligenza e la illuminano. Ho ascoltato Salvatore Settis che con veemenza ha denunciato questo governo di illegalità e anticostituzionalità, raccontando di pratiche quali la dinamite per abbattere campanili.
Dopo le bombe, subito, senza aspettare, Bologna ha ricostruito parte dell'Archiginnasio, il Teatro Anatomico e altri monumenti. Eravamo il paese con una legge di tutela dei beni storici piú avanzata. Il terremoto é scomparso dai media, mentre in questo fine settimana la rete registra piú voci.
Per i bambini e i ragazzi potete seguire Gavroche, Elisabetta Cremaschi é di Mirandola e domani, come Ibby, la incontriamo.
Al mio paese, Pieve di Cento, la scuola elementare, pur non ancora dichiarata inagibile, non sarà utilizzata a settembre perché i genitori non intendono mandarci i propri figli.
Sul suo blog Pippo Civati, lombardo, dice che il Partito Democratico non puó non entrare nel merito. Per il mondo dei libri diciamo che sarebbe opportuna una rete che unisse tutti i paesi e che facesse il punto.
Seguiteci in rete, domani, dopo incontro Ibby, posteremo le notizie.
Grazia Gotti
Qui per scaricare l'inserto e leggere la Graphic novel di Toffolo

venerdì 15 giugno 2012

Bum, bum, bum: storie di batticuori, paure, corse, desideri


Ci sono libri che ti fanno scoprire cose nuove e altri con cui condivi pensieri, senzazioni, fatti.
Una cosa che ti scoppia nel cuore, il libro di Anna Pavignano in catalogo per Topittori nella collana “ Gli anni in tasca” appartiene alla seconda categoria.
Anna racconta la sua infanzia e l’affacciarsi all’adolescenza attraverso la decrizione delle sue paure. Lo fa con garbo, passione, sottile umorismo.
Non sono stata una bambina particolarmente paurosa, ma nelle pagine del libro ho ritrovato pezzi dei miei ricordi infantili. E la lettura è diventata intima, amicale, complice.
Ho sofferto per le botte al cugino, ho corso per i corridoi della scuola urlando “Aiuto, i maschi”, ho sentito il vento sulla faccia in piedi sulla motoretta, e il disagio di un corpo che cambia.
Anna Pavignano racconta una vita impegnata ad essere ciò che gli altri le richiedono: una bellissima bambina perfetta, ordinata, composta, brava a scuola, timorosa e obbediente. E racconta quando alla perfezione si sostituisce il desiderio di realtà, la necessità di pensare con la propria testa, il bisogno di provare situazioni nuove e di sentire il cuore battere forte. Bravissima sceneggiatrice, ha scritto assieme a Massimo Troisi, per anni compagno anche nella vita, tutti i testi dei suoi film. Per il suo lavoro è stata candidata all’Oscar. Scrive per la radio, insegna scrittura cinematografica, e alterna i romanzi per adulti a proposte destinate a bambini e ragazzi.
Una cosa che ti scoppia nel cuore, saluta i suoi lettori con una piccola scritta che dichiara la grande generosità di Luisa Mattia.
Condivido anche questo.
Silvana Sola

giovedì 14 giugno 2012

Premi : Patrick Ness shortlisted twice


I recensori italiani, cosí come quelli anglosassoni, hanno salutato Sette minuti dopo mezzanotte con grande entusiasmo. Il traduttore italiano lo considera un lavoro degno di stare accanto ai grandi classici e cita Dickens, Collodi, Rodari, Piumini. Qualcuno sottolinea il coraggio nell'affrontare il tema della perdita, della morte. E la morte é il vero antefatto di questo libro, la morte della scrittrice irlandese Siobhan Dowd, autrice di quattro romanzi per ragazzi molto apprezzati dalla critica, uno dei quali, Il mistero del London Eye, pubblicato da Uovonero, si é aggiudicato il premio italiano Andersen.
L'autrice ha in mente una nuova storia, ha materiali, ma non ha il tempo per portarla a termine.
Entra in scena uno scrittore e si prende in carico il compito di dare forma di romanzo all'idea della scrittrice scomparsa. La morte raccontata nel romanzo si porta via la mamma di un ragazzino, ma non ci é dato sapere se la scrittrice, scomparsa a  47 anni abbia  lasciato un figliolo. Lo scrittore americano non ha conosciuto l'autrice di persona, ma attraverso i suoi libri. Ness vincerà la Carnegie o la Greenaway? Oggi sapremo. In Italia il romanzo é pubblicato da Mondadori.
Interessante la lista dei concorrenti fra i quali segnaliamo Trash, appena arrivato in libreria per Rizzoli, che tutti stiamo leggendo.
Grazia Gotti

Ps ore 16.18
Patrick Ness ha vinto la Carnegie e l'illustratore Jim Kay ha vinto la Kate Greenaway...

mercoledì 13 giugno 2012

Lydie

Sono un libraio specializzato per ragazzi e spesso sfoglio per curiosità anche i folder cosiddetti per adulti. Qualche mese fa sbirciando tra le novità Comma22 avevo notato la pagina di presentazione di questo fumetto... un po' perchè francese (nato in casa Dargaud, una maison franco-belga), un po' per la copertina retrò (un disegno di una foto color seppia), un po' per lo spaesamento quasi surrealista (una donna che tiene in braccio un "nulla") l'avevo notato e avevo deciso d'ordinarne almeno una copia ma alla fine ho desistito, accampando la solita scusa che noi siamo in fin dei conti una libreria per ragazzi.
Un vicolo di una cittadina di provincia, Impasse del "bimbo baffuto", un bistrot in cui si bevono più chiacchiere che birre, una casa dove sulle stranezze di Camille è costruito il quotidiano.
Una storia dolcissima, raccontata dalla piccola statua di una Madonna, che campeggia al 3bis, che vede tutto e che riporta fatti e antefatti di questa piccola comunità, quella dei baffuti, che assecondano il pensiero di una donna ritardata, un po' "simple" come si dice in francese (non vi ricorda qualcuno?), che continua a cullare, allattare e curare la sua piccola Lydie, non sopravvissuta al parto.
Piccoli straordinari ritratti, episodi ricchi di umanità, atmosfere dense d'emozione fanno di questo breve fumetto un capolavoro scritto da Zidrou, uno dei maggiori scenaristi di Dupuis e Casterman, e illustrato dal catalano Jordi Lafebre che, come si legge nel risvolto di copertina, è insieme a Paco Roca uno dei nuovi talenti del fumetto iberico.
Credo che la prossima volta seguirò l'istinto nella scelta dei libri, anche se si tratta di una libreria specializzata!
David Tolin


martedì 12 giugno 2012

Naoko Stoop


Non ricordo con precisione quando ho visto per la prima volta la bambina vestita di rosso, se in una prova, se in rete, ma da molto tempo la sua immagine fa da sfondo sul mio computer in ufficio, sostituendo una Venere nella conchiglia in costume nero a pois di una illustratrice ucraina Eugenia Gapchinska che mi era piaciuta molto all'epoca di una ricerca sulle Alici illustrate.
Oggi il lavoro in solitario di Naoko, cresciuta a Tokyo e di stanza a Brooklyn, é diventato libro, ce ne da notizia Julie Danielson nel suo blog.
Julie, che abbiamo conosciuto a Bologna come giurata del Bologna Ragazzi Award, sta  preparando un libro sui Picture books in uscita a settembre da Candlewich.
Naoko é felicissima dell'arrivo del suo libro e lo é particolarmente perché é arrivato in tempo per celebrare L'ora della Terra, quel momento simbolico in cui tutti spegniamo le luci per un'ora e ci trasformiamo in cacciatori di Luna. É questa filosofia che prende vita nei quadri di Naoko, e Kirkus Review ha propriamente sottolineato questo aspetto.
Ció che si coglie in ogni sua immagine é la calma, e al tempo stesso la forte presenza degli Esseri, umani, animali, vegetali, tutti allineati sullo stesso appoggio, un tronco che occupa il centro di un immenso spazio che sembra sospeso nel Nulla, un nulla capace di infondere tanta emozione.
Grazia Gotti








lunedì 11 giugno 2012

Ci sono luoghi che incutono sacro terrore


Non è l’avventura classica che alberga tra le pagine di Janet la storta, non è il tesoro delle storie dei pirati, né il ricordo di Jim e Silver.
Il racconto di Robert Louis Stevenson, pubblicato da Orecchio Acerbo nella collana “Lampi Light”, è una storia fantastica in cui il grande scrittore inglese da voce ad atmosfere mortifere, a lotte tra il bene e il male, a tempeste dell’anima. I turbamenti, gli sguardi inquieti, le fattezze sghembe dichiarate nelle parole, diventano visibili attraverso l’accurato lavoro di figure di Maurizio A. Quarello.
All’inizio è un bianco e nero calibrato, utile per delineare le caratteristiche dei personaggi, poi il nero invade anche gli animi e quando le immagini richiedono l’uso del colore Quarello attinge ai colori polverosi di un’estate torrida, a marroni ombrosi, a tinte forti che raccontano la tragedia.
Il suo segno segue il narrato della vita del reverendo Murdoch Soulis, lo descrive giovane con lo sguardo aperto al mondo e poi anziano, solitario, sfuggente e disperato.
Un racconto di fantasmi, di demoni, che riporta la doppia identità de Lo strano caso del Dottor Jeckyl e Mister Hyde, una storia che abbandona momentaneamente la luce per muoversi tra le ombre di figure infernali abilmente intrecciate dalla penna di Stevenson, perché come ci ricorda Goffredo Fofi:
“Stevenson sapeva bene che la parte nera è altrettanto reale della parte bianca, e quanto sia indispensabile per tutti l’affermazione della parte buona sulla parte cattiva, o meglio, la ricerca di un equilibrio…”.
Silvana Sola

venerdì 8 giugno 2012

Avete mai visto Lob?



Calma della sera,
tutti andati via.
Lavoro ben fatto, e una
panca su cui sedersi. Altro
lavoro da fare. Annaffiatoi
da riempire, attrezzi da pulire, erbacce da estirpare.
Gli scarabei zampettano,
le lumache strisciano.
Calpestio di riccio. Furtività
di volpe. Infinite creaturine
impegnate a esistere.
Le radici si allungano
sottoterra. I germogli
spingono sempre più su.
I frutti e le gemme
si gonfiano.
Ascolta. Il canto
della terra.

Questo brano, stampato con corpo tipografico imponente tanto da occupare due pagine del testo, è contenuto in Un amico segreto in giardino, opera di Linda Newbery, titolo originale Lob, pubblicato da Salani, una storia che ha per protagonisti Lucy e Lob. Lucy è una bambina avviata dal nonno ad un rapporto con la Natura, Lob è l’Uomo verde, quell’essere antichissimo che cammina e cammina alla ricerca di ”tipi da Lob”, presso i quali può abitare e per i quali lavora con maestria e senza mai stancarsi. A primavera, negli autunni piovosi, nei momenti di lavoro intenso e nei più calmi inverni riscaldati e illuminati dal fuoco del camino. Lob è una fantasia? Per i genitori di Lucy è il classico amico immaginario di tanti bambini, mentre per il nonno Lob esiste davvero e Lucy desidera intensamente vederlo. Ho letto questo romanzo con grande piacere ieri al tramonto. Ne ho ammirato la costruzione, le illustrazioni di Pam Smay, ma piano piano mi ha preso un’inquietudine e un leggero senso di colpa per non essere ancora riuscita a vedere Lob. All’alba sono scesa in giardino a fotografarlo e ve ne offro testimonianza. Come vedete è disordinato, ma l’ordine maniacale imposto alla Natura non mi trova d’accordo. Quest’anno non sono riuscita a sacrificare le mammolette che spuntano dal viale di ghiaia. Non voglio usare diserbanti e non sono ancora riuscita a trovare il tempo necessario per tenerlo pulito. Mi piacciono poi le piante “naturali”, i fiori che sbocciano nel prato se non ci passo il tagliaerba. Una parte della grande quantità di foglie cadute dai platani non sono ancora state rimosse e così fiori, frutta, erbe infestanti stanno insieme. Se ci fosse Lob mi aiuterebbe di certo, specie nell’orto, dove stamattina ho raccolto le zucchine per il pranzo. Ieri sera avevo l’incarico di aprire l’impianto di irrigazione e di lasciarlo in funzione per un certo tempo, ma mi è scappata l’ora e spero di non aver fatto danni. Poche ore prima avevo bruciato un friggione di verdure dell’orto!
Grazia Gotti











giovedì 7 giugno 2012

Robert Williams


Nato nel 1977 nel Lancashire da genitori bibliotecari ha lavorato anche lui in biblioteca, poi in libreria, da Waterstone’s, a Manchester. Robert ha una bella faccia e scrive molto bene, tanto da vincere il Not-Yet-Published Prize, premio letterario che scopre talenti fra i librai inglesi e irlandesi. Luke e Jon, pubblicato da faber&faber nel 2010, dopo il successo inglese è sugli scaffali da qualche mese, per merito di Rizzoli e per la traduzione di Elisa Puricelli Guerra. Il sottotilo Storia di un’amicizia aveva impedito al romanzo di scivolare nella mia borsa al suo arrivo in libreria, poi la bandella (metatesto) disvelante il  libraio-scrittore mi ha incuriosita. I librai un po’ ossessionati dai libri, come li chiama Robert, sono una categoria che mi interessa e allora ho cominciato dimenticando l’amicizia del titolo. Noto però che l’amicizia è una chiave usata anche da Martina Russo nella sua recensione "Amici speciali" sulla rivista Andersen, n° 293, giugno 2012. Perchè quando si tratta di romanzi per ragazzi abbiamo bisogno di questa categoria? Ricordate Amici per sempre di Aidan Chambers? A mio avviso Luke e Jon non è un libro sull’amicizia. E’ un libro su tante altre cose, forse più difficili da dire e piu impegnative da pensare, a cominciare dalla morte, dal mistero, dal dolore, dalla fede, ed è un libro che pone al centro la compassione e il suo contrario. Di fronte a queste cose ci siamo tutti, personaggi del romanzo, lettori e scrittori, nella nostra finitudine e con la domanda sempre viva e accesa, mentre tutto scorre e cambia, come il paesaggio industriale, raccontato da Williams con sublime maestria.
Il rapporto mestiere-lavoro artistico è in fine tema che accompagna l’intera narrazione ed andrebbe riletto mettendolo anche in relazione alla scrittura. La traduttrice, in quanto scrittrice prolifica, potrebbe esserci di aiuto. Robert, giovane saggio e illuminato da una specialissima luce, è invitato a Berlino per il festival di settembre, ma non a quello di Rimini, perchè? Sarebbe stato bello incontrarlo, avrei tante domande, un po’ come il giovane Holden che dice che quando un romanzo ti è molto piaciuto vorresti stare un po’ con l’autore.
Grazia Gotti

mercoledì 6 giugno 2012

Mutazioni


La giuria del Bologna Ragazzi Award presieduta dal professor Antonio Faeti, attribuiva, nell’edizione del 2010, una menzione al libro L’herbier, (L’erbario, Salani per l’edizione italiana) di Emilie Vast, con questa motivazione: Con un’arte ad un tempo limpida e severa, nitida e intrisa di accorata poesia, Emilie Vast compone davvero un “erbario” che si propone con il nitore dell’autentico repertorio scientifico. Conosciamo, dunque, le foglie d’Europa, però apprendiamo molte notizie anche intorno all’Art Noveau, vediamo come l’occidente ama e amò il Giapponismo, scorgiamo l’esigenza dello stile sempre ribadita nella splendida essenzialità delle sintesi qui operate. Uno stile arioso e severo, che rende ogni tavola preziosa come un gioiello tipografico, e l’erbario però allude alla grande complessità di una classificazione, insegna a riconoscere, a ritrovare, a rispettare.
Motivazione perfetta anche per il libro, Storia di un albero, appena pubblicato in Italia dall’editore Gallucci.
Un libro meravigliosamente minimalista, lieve come i pensieri più profondi, perfetto nella descrizione della vita di un albero che attraversa le stagioni, che dialoga con gli animali che gli stanno attorno, che racconta il ciclo della vita.
Immagini perfette albergano nelle pagine di un’ottima carta, si insediano nei fori abilmente costruiti, si muovono leggere come le foglie trascinate dal vento dell’autunno.
In un lavoro sapiente di voluta sottrazione l’illustratrice francese, formazione in arte contemporanea e fotografia, sceglie un testo di sole azioni: cresce l’albero, incanta con il i fiori che riempiono i rami, accoglie nidi tra le fronde…
Un albo illustrato che ricorda un altro libro straordinario, Era inverno, di Aoi Huber-Kono, pubblicato da Emme edizioni nel 1967 e ridato alle stampe da Corraini.
Silvana Sola

martedì 5 giugno 2012

Volevo nascere vento


Rita Atria sapevo chi era, sapevo del dolore che aveva annullato la sua voglia di vivere all'indomani delle stragi di mafia in Sicilia.
Sapevo del legame che aveva con il giudice Paolo Borsellino, il suo “zio Paolo”.
La sua era una di quelle storie minori, quasi invisibili, che riescono però a rendere visibile tutto l'orrore che la mafia ha in sè.
Quando in libreria è arrivato il libro di Andrea Gentile Volevo nascere vento edito da Mondadori, dedicato a Rita, ragazza diciassettene, cresciuta velocemente per affrontare un mondo adulto che ripropone modelli arcaici per assoggettare al suo potere i deboli, ho avuto paura di leggerlo.
Ci sono storie che non vorremmo mai conoscere, vite di cui non vorremmo sapere nulla, cullandoci in un eterno non vedo, non sento, non parlo.
Poi però accade che la realtà ci strattona, succede che le bombe le mettono davanti a una scuola e i sogni di una ragazza quasi coetanea di Rita smettono di essere sognati.
Quella di Rita è la storia di una bambina, e bravo è Andrea Gentile a raccontarla senza cedere la penna a un pietismo che non lascia speranza. Il testo ricostruisce anche attraverso alcune pagine di diario di Rita i tormenti di quella che è stata la più giovane testimone di giustizia in Italia, che ha creduto alla giustizia prima ancora che alla vendetta.
Rita aveva su di sé un peso troppo grande, è forse la responsabilità è anche nostra, perché i mostri che continuano a inquinare il nostro vivere civile sono anche nostri.
I ragazzi devono leggere la sua storia, insieme alle altre di cui abbiamo già parlato su questo blog, perché solo così potranno immunizzarsi da quel comodo e complice non vedo, non sento, non parlo.
“Dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi” così scriveva Rita nel suo tema d'italiano agli esami di stato, aveva capito che la mafia è elemento endogeno della vita civile, che solo robusti anticorpi possono debellare.
Agata Diakoviez

lunedì 4 giugno 2012

La seconda guerra mondiale, il singhiozzo e la fine del mondo




Leggendo libri per bambini e per ragazzi abbiamo molte volte riflettuto sul fatto che spesso manca la leggerezza, l'invito al riso, la gioia del divertimento nella lettura.
Divertono, invece, le storie di Jo NesbØ.
Apparentemente strampalate, lievemente folli,  sono capaci di coinvolgere il lettore con un ritmo travolgente.
Gioia, riso, attesa, stupore si alternano in una prosa meravigliosamente costruita, costruita così bene che, come ci suggerisce Francesca Lazzarato, sul Manifesto "quasi non ci si accorge di quanto l'autore sia stato bravo a tenere insieme tante sottostorie e tanti personaggi."
Paragonato a Roald Dahl con cui condivide i natali nordici,  Jo NesbØ è uno dei più importanti scrittori della scena norvegese.
Acclamato autore di gialli per adulti, i suoi libri hanno fatto il giro del mondo, scalato le classiche dei libri più letti e venduti e sono stati tradotti in decine di lingue.
Per ragazzi ha ideato le storie del Dottor Prottor, oggi alla sua terza avventura. Il dottor Prottor e la distruzione del mondo. Forse, in catalogo per Salani, è l'ultimo della serie.
Il libro rimette in campo il famoso dottore, autore della superpolvere per petonauti, che assieme a Bulle e Tina dovrà fronteggiare un'invasione aliena, strani errori ortografici, palle di neve ghiacciate cerebrorisucchi e evitare la fine del mondo.
Jo NesbØ, figlio di una bibliotecaria e di un padre narratore di storie, un passato di giornalista free lance e di agente di cambio, oggi si divide tra la scrittura e la musica.
"Jo NesbØ scrive con un ritmo allegro, una spumeggiante esuberanza narrativa e un'anima gioiosa. E tra i dialoghi dall'intonazione perfetta e gli eventi che si susseguono incessanti si intravedono sprazzi di serietà e tocchi di vera poesia" da Politiken (Danimarca)
Silvana Sola

venerdì 1 giugno 2012

Sai tenere un segreto?


Ci dispiace che impegni ci abbiano impedito di essere a Roma ad incontrare Stian Hole, in occasione della manifestazione “La tribù dei lettori”. Apprezziamo il suo lavoro e lo abbiamo dichiarato in più occasioni.
Di lui abbiamo raccontato il felice incontro con il libro Garmann’s summer presente al Bologna Ragazzi Award 2007, vincitore per la sezione Fiction. Di lui abbiamo scritto in La bussola segna il Nord, il percorso tra parole e figure dalla penisola scandinava, realizzato per salutare il centenario della nascita della grande Astrid Lindgren.
Oggi ci occupiamo di lui, perché è sugli scaffali il secondo libro tradotto in italiano, l’albo illustrato Il segreto di Garmann, in catalogo per merito dell’editore Donzelli.
Un libro che sa parlare di infanzia, che regala le emozioni del primo amore, che costruisce meravigliosi giardini segreti nei quali immaginare una vita senza adulti o intrusi curiosi.
E’ una storia di scoperta che Stian Hole esalta attraverso un visivo che  fissa sulla pagina un realismo nato per essere superato dalla descrizione di speciali luoghi dell’immaginario.
Due gemelle, un rottame che ricorda una capsula spaziale, un bosco di betulle, uno stagno pieno di ninfee, la scuola e la difficoltà di integrazione, le prevaricazioni, l’invisibilità e la dolcezza.
L’autore norvegese ci svela segreti, ci accompagna nei silenzi, ci comunica l’energia degli affetti. Lo fa con uno stile personale, miscelando illustrazioni su carta, scansioni, appunti, schizzi, con tecniche digitali.
“Alla Scuola d'Arte ho scritto la mia tesi finale sui montaggi politici di John Heartfield durante il periodo tra le due guerre. L'occasione di preparare questo lavoro di ricerca mi ha dato la possibilità di approfondire lo studio e la conoscenza del movimento surrealista e dadaista, e ricordo che fin dal principio fui del tutto affascinato dall'uso della prima tecnica di foto-collage. Cresciuto nel mezzo di una rivoluzione digitale, poi, sapevo di avere a disposizione nuovi strumenti per lavorare con i montaggi e ho iniziato a fare a mia volta le prime sperimentazioni con il collage digitale. Più tardi, ho trovato anche altre fonti di ispirazione e mescolato e giocato con riferimenti presi da artisti ed epoche diverse della storia dell'arte, per fare solo un esempio, dai film italiani e da pittori come Edward Hopper, ma anche dalla musica devo ammettere che ho preso molto.” dal blog “Gavroche” di Elisabetta Cremaschi, 11 settembre 2011
Le sue immagini sono frutto di un lavoro lungo ed elaborato, un processo creativo attento alle complesse alchimie dell’albo illustrato, quello di sendakiana memoria.
Silvana Sola