L’Orco di Montorto è l’ultimo romanzo della grande scrittrice Eva Ibbotson, scomparsa da poco all’età di 85 anni, edito da Salani nella traduzione di Valentina Daniele. Questa divertente storia prende il via da una vecchia Megera che ha dovuto trasferirsi a Londra perché l’amato Acquitrino in cui viveva è stato bonificato per lasciare spazio a un cantiere edile. Ben lungi dal piangersi addosso, ha poi deciso di aprire una pensione per Creature Insolite; i suoi attuali coinquilini sono un troll peloso di nome Ulf che soffre di nostalgia per le foreste svedesi e il mago imbranato Bri-Bri, che ha sette lauree in stregoneria ma nemmeno una in Vita Quotidiana. Sfido chiunque a non affezionarsi immediatamente a queste creature, ma questo è solo l’inizio. Come ogni anno l’improbabile compagnia viene invitata al Meeting Estivo delle Creature Insolite, dove verrà annunciato loro il Compito per le Vacanze, un’occasione per mostrare di saper ancora utilizzare la magia. Mentre sono tutti riuniti nella grande sala dell’Hotel, succede qualcosa che cambierà per sempre le loro vite: le Norne, le indiscusse divinità del destino, appaiono all’improvviso per spedirli a salvare una principessa dalle grinfie di un terribile orco cannibale. Il gruppo parte quindi per la missione, anche se tutt’altro che entusiasta, e assistiamo al primo di una serie di spassosi capovolgimenti; in realtà la principessa Mirella è un peperino ribelle ed è andata di sua sponte dall’Orco del castello di Montorto per essere trasformata in un uccello e volare libera in cielo. Dal canto suo l’Orco, famoso per le sue nefandezze e crudeltà, è sull’orlo di una crisi di nervi e vuole lasciarsi morire di fame invece di sbarazzarsi della fanciulla. In un susseguirsi di avventure esilaranti (tra battaglie, dure prove e fantasmi), gli amici riusciranno a ritrovare la “casa” che avevano perduto, ma per sapere dove vi lascio alla lettura.
Valentina Allodi
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