Da ragazzino Fulco Pratesi leggeva Salgari e sognava di essere nei luoghi che lo scrittore descriveva. In modo particolare desiderava l’incontro con la Regina della Giungla, la tigre del Bengala portatrice morte e paura nei romanzi dello scrittore veronese, che mai si era spostato dal bacino del Mediterraneo. E il sogno di Pratesi diventa realtà quando, nel 1970, organizza la spedizione in India centrale alla ricerca della Regina. Lo accompagnano le letture salgariane de I misteri della Jungla Nera, quelle de Il Libro della giungla di Kipling e l’immagine letteraria di “un fitto intrico di alberi, arbusti, liane e alte erbe”, che caratterizza la giungla delle storie e della realtà.
Il viaggio diventa diario, gli animali incontrati, tanti oltre alla tigre, acquerelli, precisi e delicati, che arricchiscono le annotazioni del taccuino che lo segue nel suo percorso di scoperta. Nella Giungla di Sandokan, in catalogo per l'editore Gallucci, c’è tutto questo. C’è il piacere di ritrovare le citazioni dei romanzi, c’è la forza e il coraggio di Sandokan, ci sono Tremal-Naik, Yanez e la Vergine della Pagoda, ci sono i gaviali, fratelli dei temibili coccodrilli, ci sono i rinoceronti e i bufali di Brahmaputra. Fulco Pratesi, a dorso di un elefante, attraversa il mondo immaginato da Salgari, lo svela con gli occhi di un attento naturalista e di un appassionato lettore.
Il suo taccuino personale diventa l’occasione per scoprire un animalario concreto e affascinante, per conoscere luoghi lontani, per camminare dentro ad una geografia reale, fatta di nomi capaci di evocare l’avventura.
Silvana Sola
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