giovedì 15 aprile 2010

Tra destrieri e dee


"All’inizio non fu che un puntino all’orizzonte. Poi una minuscola figura in una vasta distesa di verde. Era solo. Non cercava niente. Temeva gli uomini ed evitava le bestie. Era forte ma affaticato. Bello ma sciupato."

Inizia così, Manto d’acciaio. Il cavallo ribelle, l’ultima fatica (anche se solo italiana, insieme a Uma. La piccola dea) di Fred Bernard e François Roca, una coppia artistica che da più di dieci anni lavora insieme nella creazione di albi illustrati normalmente pensati per lettori più grandi.
Una storia di cavalli e di indiani, una storia ambientata nel XVI secolo all’epoca dei conquistadores spagnoli alla ricerca di terre oltreoceano, una storia d’amore e di libertà che la Margherita edizioni ha tradotto, dopo i due albi usciti nel 2009, Rex ed io e La commedia degli orchi.
Manto d’acciaio, Solei Noir nel secondo albo (uscito in Francia per Albin Michel Jeunesse successivamente a Chéval Vetu, titolo originale dell’albo appena tradotto dalla casa editrice milanese) che racconta la storia del cavallo quando ancora era il destriero del nobile spagnolo Ignacio Garcia Sabato, è uno stallone nero, ancora bardato da guerra, che si ritrova solo e poco accettato nel branco di una tribù Comanche. Unica amica, Tre Mirtilli, una puledra che finirà per innamorarsi del bel tenebroso.
Tra ricordi di guerra, battaglie, tentativi di fuga, cacce al bisonte e scontri con avversari gelosi, Manto d’acciaio riporta in auge le storie da vecchio west (anche se raccontata dalla parte di un cavallo!), rispolverando immagini e atmosfere di tante avventure letterarie e cinematografiche.
I colori di Roca rendono un grande omaggio alla specie equina.
David Tolin

Fred Bernard - illustrazioni di François Roca – traduzione Viviana Reverso, Manto d’acciaio. Il cavallo ribelle, Cornaredo (Milano), La Margherita edizioni, 2010

Fred Bernard - illustrazioni di François Roca – traduzione Viviana Reverso, Uma, la piccola dea, Cornaredo (Milano), La Margherita edizioni, 2010

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