Jutta Bauer, la vincitrice del premio Hans Christian Andersen per l’illustrazione, nota per i bellissimi libri pubblicati anche in Italia da Salani, Urlo di mamma e Selma o la ricerca della felicità (a quando una ristampa di L’angelo del nonno?), vive ad Amburgo, la città che da molti anni promuove il progettto Hinz&Kuntz e pubblica l’omonimo giornale di strada. Per loro Jutta ha illustrato storie dei senzatetto, scritte da Kirsten Boie, narrate e messe in musica per un audiolibro pubblicato dalla casa editrice Oetinger nel 2009, dal titolo Ein mittelschones Leben. Ragionavo su queste belle figure femminili di scrittrici e illustratrici tedesche che sentono forte l’impegno civile e sociale, che scrivono e illustrano temi mai scontati, si tratti della morte del nonno o della vita di strada, con tocco poetico e che sanno anche ridere e far ridere con le vignette sui giornali. Kirsten Boie ha da poco mandato in libreria un romanzo ambientato nel 1961 che ha per protagonista una ragazzina alla scoperta della condizione dei bambini ebrei durante il Nazionalsocialismo.
Sapevano i miei genitori? Questa è la domanda che scorre fra le pagine, per un intero anno, fino a giungere all’alluvione che travolse la città di Amburgo nel 1962, momento chiarificatore di molte cose. Anche Kirsten Boie abita ad Amburgo, la immagino amica di Jutta, insieme autrici “militanti” nella letteratura per ragazzi, presenze importanti nel catalogo della casa di Amburgo, fondata nel 1946, che ebbe il merito di tradurre gli autori scandinavi a partire da Astrid Lindgren. Conclusione: la scrittura “militante” ha salde radici storiche e femminili.
Grazia Gotti
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