Edward Gorey era nato a Chicago nel 1925, era stato studente alla Francis W. Parker School, aveva ricevuto un’educazione progressista, frequentato una scuola d’arte e poi si era laureato ad Harward.
Illustratore, scrittore, sceneggiatore, coreografo, regista è stato un artista unico.
Colto, raffinato, critico e pungente, a volte straniante e surreale, Gorey stupisce, obbliga a letture attente, a bloccarsi sulle parole, a fermare lo sguardo sulle figure. L’arpa muta, in catalogo per Adelphi, nella collana “i cavoli a merenda” è un capolavoro editoriale.
Bellissima la veste grafica, perfetti i colori di copertina, giusto il formato, piccolo e prezioso, interessante la lingua.
Ma cosa racconta il libro?
Parla di uno scrittore alle prese con un nuovo romanzo, ne descrive i passaggi, lo ritrae alle prese con un titolo ostico al quale non riesce ad associare una storia, lo rappresenta nei momenti della ricerca e in quelli della stasi, impegnato a bere te e biscotti, o a guardare la vetrina della libreria in cui il suo libro staziona assieme ad altri.
Le parole, pervase di un’ironia sottile, si muovono assieme ad illustrazioni calibrate, a figure in bianco e nero che, con china e pennino, definiscono un personaggio, creano un ambiente, sottolineano il ritmo della narrazione.
Edward Gorey gioca con significati nascosti, mette in campo, senza dichiararlo, l’enigmistica, dissemina trappole lungo il percorso, sfida il lettore e lo rende complice della storia.
Silvana Sola
Nessun commento:
Posta un commento